mercoledì 12 dicembre 2012

Digestione pesante




Cominciamo dalla fine (che è tanto più mejo): la cena sopraffina cucinata dalle magnifiche cuoche del borgo.  Il menù è (semplicemente) delizioso: si aprono le danze con un antipasto di terra con crostini e formaggio, segue la prelibatezza del baffo con la salvia; a continuazione ecco la ricchissima polenta con sugo di salsicce e costolette servita su fondina in legno (squisita, bbona, abbondante e ben condita!). A ‘sto punto so’ quasi ‘ncinto, (‘sto fijo sarà del Bello?) però spajo la trippa e il relativo solido in essa contenuto e fo’ posto a le faciole co’ le cotiche! Fantastici! So’ quase svenuto, ma non posso rinunciare (mae e poe mae) alla celeberrima zuppa inglese (made in famiglia Tardiolo).  Ho perso il conto delle bottiglie di vino rosso -di Fischietto, of course- che hanno accompagnato l’accidentata peristalsi. Dice il mio fido & Co, che le bocce che abbiamo scolato, in allegra compagnia, sono state quelle giuste (e punto!). Che filosofo!
So, però, che mi attenderà una nottata da rivulticasse mal letto, liti con la mia signora (purtroppo non ha voluto esser dei nostri), bicarbonato in grandi dosi, produzione di suoni, tramite l'emissione d'aria che attraversa il cavo orale proveniente  dallo stomaco attraverso l'esofago, sorto a seguito di processi digestivi, che il lettore saprà ben identificare, oppure, come extrema ratio,  ci sono le pasticche di Digenzym che l’egregio dottor Lisei mi ha consigliato.
Il vino di Fischietto, di cui sopra, produce effetti collaterali e contribuisce alla riuscita (piena) della serata: ci accompagnano dal vivo,  con tanto di musica e di karaoke alcuni calciatori a.ci.di. (regà bevete meno!) tra cui fanno spicco per le notevoli doti canore gli scatenati fratelli Fringuello, Matteo Palombini e Fabio Urbani. Dulcis in fundo,  la coppia di fatto Bello-Bilancini allietano gli astanti con vari duetti polifonici del repertorio del mitico complesso alleronese Terra Semi Illusioni, capitanato dall’indimenticabile Asinello. Si chiude con una grandissima ovazione di ringraziamento agli organizzatori, alle cuoche, e con un discorso (discorso!) del nostro maresciallo-arbitro-medico sociale Moreno Urbani! Fantastico!
Passo alla cronaca sportiva. Mentre la mi moje abbraccia il dogma dell’Immacolata Concezione, io mi dileguo al Tardiolo, alle 14.30, per assistere al match interno col Torgiano. Il campo è baciato da un sole crepuscolare: la tramontana sferza i nostri volti in questo sabato marcato dalla decisione del presidente del mio Milan di (ri)scendere in campo (ma pe’ giocà a pallone?).
Sugli spalti, noto una discreta presenza di pubblico a.ci.do,  imbacuccato da far paura, e equipaggiato con un arsenale composto da botti, petardi, bandiere e striscioni (uno dei quali recita così: “Torchiamoli”). Vi sono molte assenze dovute a lo strino, e poi i cacciatori, i fungaroli (grandi capagni di ordinali transitano in questi giorni per Allerona), e ancora –con assenza più che giustificata- le donne e gli uomini d’Allerona impegnati nella preparazione della cena che concluderà la serata presso la Sala Aurora. Ve capisco!
Il capotifoso Davide Franzini, al secolo Cimino, ha la brillante idea di accendere un gran falò per riscaldarci: meno male che ‘l Cimino c’è!
Il Torgiano, mi riferisce l’osservatore & Co, è una squadra assai compatta ed esperta; attualmente occupa il primo posto in classifica nel nostro girone. Torgiano, com’è noto, è un comune della provincia di Perugia, indicato come uno dei borghi più belli d’Italia (lo saprò io? Ce so stato!). Ha origine da un castello medievale. Di quest'ultimo non restano che poche mura diroccate e una torre. Nel XVII secolo, i Baglioni vi eressero un palazzo, che, negli ultimi anni, una celebre famiglia di viticultori della zona (i Lungarotti)  ha adibito a Museo del vino. Torgiano è, infatti, rinomata, in Italia e nel mondo, per i suoi vini DOC e DOCG, tra cui fa spicco il Rosso Riserva (che bontà!).
I fratelli in mutande alleronesi, scendono in campo (quasi come Berlusca) con Ludovico della casata Urbani tra i pali (vista la squalifica di Cortellini-Cassiu Clay per 6 giornate!); in difesa comanda il reparto il re Cochi supportato da Femminelli, Fringuello Simone e Pietro Bambini. A centrocampo dirigono l’orchestra sinfonica ‘l Varge, Fringuello Matteo, Alessandro Sciulli e Diego Urbani. In attacco pungono, come (quasi) sempre Sciulli Luigi, ‘l brigante de la Meana, e Papallino, Principe de’ noantri.  Fischio d’inizio: partiamo alla nostra maniera, mettendo il sigillo a.ci.do. sul manto in terra del Tardiolo. Si va all’attacco con criterio, cercando di concedere pochissimo agli esperti avversari. Purtroppo, al quindicesimo, alla prima occasione dei rivali, su una palla vacante in area, il centravanti torgianese, lasciato smarcato dai nostri eroi, trafigge, a botta sicura, la rete alleronese. Il suddetto nove, è un gran gnagolone (come diremmo noi): infatti, al minimo contatto con i nostri difensori si butta a terra alla Chiarugi, invoca l’arbitro, la mamma, con una litania impossibile di Ahi, ohi, ah, oddio… Non se ne può più! I tifosi a.ci.di. lo sfottono a più non possono e gli gridano dietro tutti gli sfottò di lamento possibili. 
Oltretutto, il portiere avversario è un maestro (diplomato) nel perdere tempo. Il referee fa finta di non veder niente. Ora è il vento, ora la palla non è nella giusta posizione,  ora è un centrocampista torgianese che calcia; insomma, ad ogni rimessa in gioco si perdono circa trenta secondi…
Torniamo alla partita: come spesso ci succede, non ci diamo per vinti e ritroviamo la giusta lucidità per far girare palla, combattendo, dettando i tempi dell’incontro a centrocampo con ottimi spunti per i nostri attaccanti. Dopo circa dieci minuti, su un’azione da manuale calcistico, pareggia il grande Little Ball che insacca un pallone invitante proveniente da destra. Nel bel mezzo del fragore della tenzone, l’arbitro inizia a vaneggiare fischiando a senso unico (per loro); infatti, sul finire del primo tempo, su una punizione invertita (era fallo per noi, concesso ai torgianesi) i nostri avversari tornano in vantaggio: il loro tiro, a dir la verità non irresistibile, forse a causa del forte vento, si adagia all’incrocio dei pali nonostante il tuffo del buon Ludo. 1 a 2!
Si va negli spogliatoi per il meritato risposo. Nel secondo tempo entriamo motivati a cambiare il risultato, spingendo incessantemente sulle fasce. Purtroppo, perdiamo Matteo Fringuello per una doppia ammonizione. I dieci opliti riacciuffano il meritato pareggio grazie alla maestria di Luigi Sciulli, attaccante dai piedi d’oro, il quale, con una splendida punizione da destra, e da fuori area, aggira la barriera avversaria. 2 a 2. Gioia infinita sugli spalti!
A questo punto, si cerca la concentrazione, il fiato e la forza nelle gambe per poter agguantare. E qui, ahimé, mister Moureno mescola le carte con sostituzioni improbabili; la squadra oltre che ritrovarsi in inferiorità, risulta sbilanciata. Le mosse che dovevano essere correttive, risultano, a mio parere, controproducenti; i nostri, troppo esposti a centrocampo, si dividono in due tronconi. In più, l’arbitraggio continua ad essere palesemente di parte; e infatti, a dieci minuti dalla fine, sulla solita palla vacante, dopo non so più quanti rinvii, campanili, candelabri, frisature e svirgolate, arriva il vantaggio torgianese.
Con due tiri e mezzo gli avversari di quest’oggi si portano a casa i tre (preziosi) punti. 
Restano pochi minuti e, a questo punto, quando dovremmo –in teoria- rimontare, entra un difensore di ruolo: il buon Serranti Nicolò! La mossa della panchina mi è parsa del tutto sbagliata, proprio nel momento dell’assalto finale.

Considerazioni finali (senza pagelle): inizio dall’episodio tragico accaduto in Olanda, con la morte violenta di un assistente arbitrale. Ci dovrebbe far riflettere.  
‘l Bello, tuttavia, quest’oggi non fa lo sbandieratore; è stato relegato al nobile ruolo di raccattapalle! Meglio così, eravamo tutti inferociti con l’arbitro, e un’altra squalifica (e un’altra multa) proprio non ci voleva! 
Seconda considerazione: pareggiare con la prima in classifica, in dieci, e a pochi minuti dalla fine, mi sembra un miracolo che l’Immacolata Concezione, forse sollecitata da la mi moje, ci ha concesso; annà a stuzzicà ‘l fomicaio con un’improbabile vittoria, col coltello fra i denti, e all’ultimo sangue, si è rivelata una scelta assai pericolosa. Sarebbe stato meglio, a mio avviso, dimostrare un po’ di umiltà –che nel calcio, come nella vita non fa male- e agguantare il risultato, magari rafforzando il centrocampo.

Terza considerazione: se proprio si voleva tentare l’arrembaggio, sarebbe stato meglio farlo inserendo un attaccante e non un difensore, no?

Comunque, grandissimi i nostri ragazzi e ora… annamo a cena ma la Sala Aurora!





mercoledì 5 dicembre 2012

Di feste, fasti e ricordi...




Sabato 1 dicembre, la Chiesa Cattolica festeggia Sant’Ansano Martire (winter!), patrono che noi della Meana abbiamo l’onore di condividere con i fratelli toscani di Piazza del Campo; proprio quando a Siena, con una solenne processione, si dà avvio ufficialmente all’anno contradaiolo, nella nostra Santa Maria, gremita all’inverosimile, si celebra la storica funzione officiata da Monsignor Benedetto Tuzia e accompagnata dalle emozionanti performance del coro polifonico made in Allerona, “Canto Libero”. Una giornata all’insegna della preghiera, densa di storie paesane e di ricordi; tradizionalmente, infatti, i festeggiamenti in onore di SantoSano rivestono un ruolo sociale di primaria importanza per la nostra piccola comunità che, soprattutto in quelle occasioni, si ritrova dando dimostrazione di essere un tessuto sociale coeso. Ancora oggi, l’aria pungente del primo giorno di dicembre ha un non so che di frizzante che mi apre il petto, facendomi vivere la sensazione della “festa”.

Orbene, proprio in questi giorni, lucchesine odor di naftalina e sciarpe rossoblù alla mano, assistiamo ad un brusco cambiamento climatico. A tal proposito, ricordo il proverbio di una volta che recitava: “Sant’AnZano: uno sotto e uno ma le mano”, inteso come scaldino, ovviamente! Il freddo è alle porte ma noi sappiamo come rimediare.

A proposito di iniziative per riscaldarci, vi ricordo che sono ancora aperte le iscrizioni per la cena organizzata (sabato 8 dicembre) in collaborazione da due baluardi paesani (ProLoco & A.C.D); il menù è ricco e bello tosto, le mani sopraffine delle nostre cuoche sono una garanzia, e ‘l vino ‘mbottigliato, è il giusto (nun avanzarà); ah, se c’avete la compagna e le scarpe bone, ce scapperà anche qualche giro de’ Mazurca! Io ho già prenotato il posto vicino a B&B, intesi come ‘l Bello (che balla bene) e Mister Baldini.

Orbene, torniamo a noi. I meno giovani (diciamo così) ricorderanno quanto questi giorni di festa, scuole chiuse, previa recriminata presenza nella raccolta dell’olive (per l’azione della “capatura”), fossero occasioni per ritrovarsi a correre dietro ad una sfera (dopo la dottrina, ovvio!) La nostra fu una delle ultime generazioni che crebbe allo stato brado, per campi; eravamo un nutrito gruppetto di alunni, dagli scarsi profitti scolastici, che tuttavia si difendevano bene in altri campi. Quelli da pallone, ad esempio. E Piazza del Comune (Attilio Lupi, of course) ci pareva l’Olimpico.

Erano giorni di deliri d’onnipotenza, calci nel culo, lividi e ginocchia scorticate perché le nostre partitelle erano tutt’altro che “amichevoli”. Quando arrivò poi l’epoca del Super Tele, un mito sferico bianco a pentagoni neri, dal prezzo irrisorio, ci sembrò davvero di avere il mondo in tasca (e tra i piedi). Per qualche anno, fu il trionfo dell’anarchia e dell’arte di arrangiarsi; intuire la traiettoria di quel pallone, scaraventato in avanti, era praticamente impossibile: disegnava parabole imprevedibili, il livello di palleggio (artistico) era azzerato; cosicché, fino al momento in cui rientrava la valvola che ne causava irrimediabilmente l’implosione, anch’io fui convinto di esser diventato ambidestro ed avere la falcata di Antognoni.

Nell’attesa che si raggiungesse il numero legale, ci allenavamo, a turno, nella pratica dei tiri in porta; raggiunto il quorum, poi, componevamo due squadre squilibratissime, scelte dai bardassi più validi, che sotto l’etichetta di “Mio”, si accaparravano dai più prestanti fino alle schiappe (anni dopo ebbi le risposte che cercavo quando, con sguardo smarrito, rimanevo lì, ad aspettare, ore e sopr’ore, tra gli ultimi!). La partita, in realtà, cominciava prima del fischio d’inizio con la (pre)tattica in puro stile contadino; vale a dire: “Ve famo ‘l culo”. Quel pallone sovvertì le leggi della natura e quelle del branco; chiunque si sentisse in diritto di dover dire la sua, lo faceva con estrema facilità; in fondo una pallonata, mal muso, del Super Tele, non avrebbe fatto male! 

Si davano e si prendevano calci di quelli pazzeschi, attacchi frontali dolorosissimi che ricordavano i rituali cavallereschi dei maschi dei cervi reali, quanno se danno le capocciate! Il più delle volte, non esistendo l’arbitro, la soluzione dei casi controversi, circa le punizioni o i rigori, rubava il tempo dell’intera partita, finché il proprietario del pallone minacciava di andarsene o quelli più grossi (di stazza) citavano un fantomatico cugino de’ Roma che conosceva il regolamento a menadito e allora tutti zitti. Al calar del sole, amici come prima, si scioglieva la seduta, non prima di aver bevuto a tonfo dalla fontanella. Ricordo il grado di trasparenza e l’odore mischiato al sudore della fronte; voglio credere che ancora oggi, quell’acqua mantenga lo stesso sapore… a noi sapeva di Paradiso.

Orbene, scusandomi per la digressione nostalgica, passo a parlare dell’odierno pomeriggio calcistico. Si gioca, contro il Via Larga Marsciano, nell’anti-stadio della città, un campo in terra battuta in cui ci aspetta una nutrita schiera di tifosi locali. Piacere!

Anche in terra lontana, diamo prova delle nostre sublimi qualità di gioco, combattendo una partita, a testa alta, per tutto il corso dei lunghissimi 94 minuti e riacciuffando il vantaggio per ben tre volte. Gli avversari, compagine coriacea e tosta, partono a razzo, sfoderando la qualità di cui dispongono, soprattutto a centrocampo; soffriamo un po’ il loro ritmo iniziale ma grazie ad un reparto difensivo consistente e alle cosce toniche dei nostri centrocampisti, riusciamo ad arginare la foga Marscianese e le incursioni del prestante numero 9, attaccante dalla discreta tecnica.

Al 14’ circa, è made in Brigante della Meana la perla che sblocca il risultato: calcio di punizione fuori area che aggira la barriera e va a piazzarsi accanto al palo. Mentre esplodo in un grido liberatorio e un rigurgito di Novello fa capolino, scorgo gli occhi bassi, quasi increduli, dei familiari avversari. 1 a 0. E’ tutto vero!

Daje, picchia e mena (mena soprattutto), i Via Larghesi(?) si incattiviscono, polemizzando a dismisura e buttandola sul piano fisico fino a quando, assistiti da Eupalla e aiutati dalla “coggiutagine”, intercettano la sfera respinta da Mohammed Alì-Cortellini, e agguantano il pareggio. Sull’1 a 1 si va negli spogliatoi e io ne approfitto per rifocillarmi con un pezzo di squisita torta al testo.

La ripresa, caratterizzata dall’entrata del Principe de Ripone, parte in discesa per i nostri: i benamati fratelli in mutande acidi spingono sull’acceleratore e dimostrano di aver studiato a menadito il manuale del calcio: fanno girare la palla, presentandosi, ogni tre per due, vis-à-vis con il numero 1 marscianese; ed è ancora Gigi nostro, grazie ad un incrocio sul secondo palo di Papallino, a bussare alla sua porta. 2 a 1: torniamo in vantaggio! Galvanizzato, scambio qualche timida battuta con gli spettatori non paganti accanto a me: “Ve famo ‘l culo!

Aulica locuzione latina con la quale mi risponderanno, gli stessi, qualche minuto più tardi, quando, con una punizione fuori area  calciata magistralmente, i nostri avversari riacciuffano il pareggio. E’ finita: l’arbitro segnala four minutes; rimangono gli scampoli del recupero e siamo stanchi.

Ma non abbastanza. Con la forza della disperazione nelle gambe, impostiamo l’ultima azione; Comodino porta palla sulla fascia. Mentre trattengo il respiro e chiudo gli occhi, in un’attesa interminabile, attorno a me cala il silenzio.

Con un tiro di tutta potenza e precisione, tocco di classe raro da vedere su questi campi, da più di qualche metro lontano dall’area, il Capitano ha tratto in salvo la sua nave. Mentre i compagni lo travolgono, lo vedo alzare gli occhi al cielo.

Il sole sta calando, le botte e i lividi non fanno male, e l’aria oggi ha, ancora una volta, il sapore del Paradiso.

Ed ecco a voi le pagelle:

CORTELLINI ALESSIO: Nessuna colpa sui due gol subiti; si difende con caparbia e il match finale lo vince ai punti. Fuori i secondi! VOTO: 6 ½

FRINGUELLO SIMONE: Sempre attento e nel cuore della gara. Puntuale negli inserimenti, anche se spesso ignorato. Regà datime retta! VOTO: 7

URBANI FABIO: Ci piace di più nella ripresa, non a caso il pallone della vittoria arriva dai suoi piedini (di fata). VOTO: 6 ½

FRINGUELLO MATTEO: Titolare dopo tanto tempo, si distingue sia per qualche giocata che per qualche pausa di troppo. Vola, vola…VOTO: 7 (di stima)

BAMBINI PIETRO: Duttile, prima in difesa, poi a centrocampo. Finchè il fiato lo assiste, ci regala una partita magistrale. Bentornato Sega (a nastro!) VOTO: 7

FEMMINELLI FABIO: Una garanzia. Nei secoli costante. Carabiniere . VOTO: 7

PICCHIO FLAVIO: Volenteroso ma acciaccato (ha più di un malanno). Grazie per l’onesta partita. Galantuomo. VOTO: 6 ½

TARDIOLO VALENTINO: Partita di sostanza, con tanti chilometri percorsi, e di qualità. Ciliegina sulla torta: il gol della vittoria.   Varge e basta la parola. VOTO: 7 ½

PALOMBINI DAMIANO: Ultima invenzione del nostro Mister. Ha il ruolo del fiaccatore: prima li sfinisce, poi esce quando gli avversari sono in coma. Flipper. VOTO: 6 ½

SCIULLI LUIGI: Ci abitua bene, e anche oggi non tradisce. Punizione spettacolare. Che bottino! VOTO: 7

SCIULLI ALESSANDRO: Luci ed ombre. Prima o poi vedremo il suo  repertorio al completo (ne siamo convinti). Buon sangue non mente. VOTO: 6 ½

COCHI MASSIMO: La nostra bandiera porta tranquillità e sicurezza a tutti. Che dire… una garanzia! Saracinesca. VOTO: 6 ½

PASQUALETTI ROBERTO: Piccolo e acerbo ma di sicuro avvenire. Giocando più spesso ce ne darà la conferma. Delle serie: piccoli uomini crescono. VOTO: 6 ½

URBANI DIEGO: Le bisbocce non ci negano il bel Diego delle ultime gare. Sfiora anche il gol di testa dopo aver aiutato la squadra. Crapa pelata, sì, ma giusta. VOTO: 6 ½

BALDINI FRANCESCO: Arriva vicino al gol un paio di volte. Non trafigge, ma di sicuro ha messo via le realizzazioni per sabato prossimo. Principe de Ripone (e de la Buca). VOTO: 6 ½

BALDINI MOURENO: Altri tre punti in tasca, assai sofferti; forse  con qualche accorgimento potevamo patire meno. Comunque, complimenti! VOTO: 6+

 

 


giovedì 29 novembre 2012

Chi dice donna...dice Donna

 
 
In tanti, lo so, vi sarete chiesti, che fine abbia fatto in questi giorni: non sono scappato, amici e tifosi A.Ci.Di, seppur tentato varie volte dalla funesta sorte che si è abbattuta su di me giacché il maltempo mi ha portato un bel da fare; niente, davvero niente, a che vedere con le tragiche e dolorose vicissitudini occorse al nostro territorio (proprio in relazione a questo, vi rimando all’iniziativa della Pro Loco che con tempestività ha attivato una raccolta fondi).
Tra i passatempi di questi giorni, infatti, ci sono state le pulizie generali della cantina, vittima anch’essa dell’impietosa bufera che si è abbattuta sui nostri ginestrici paraggi; giornate consumate così, zuppo (d’acqua e di sudore) e costretto ad ascoltare le lamentele de’ la mi socera, in versione ecologista, sul fatto che “Nun ce so più le mezze stagione” e che “tanto la colpa è tutta de st’inquinamento” perchè  “daje e daje, è venuto pure l’buco nello zono!” (una sorta di Al Gore nostrano insomma!) Guardandomi bene dal disperdere energie, evito di correggerla sul nome scientifico del buco sopracitato, non fosse altro perché l’ozono è “lo zono” da ottant’anni, al pari della “aradio” e della “scolta!”, inteso come imperativo del verbo “ascoltare”. Ci rinuncio.
Il mio ingrato compito era quello di verificare l’integrità dei barattoli delle conserve preparate dalle donne di casa, con devozione e rigorosamente senza Fruttapecche, durante il periodo estivo; “che qui pe’ magnalle, la bocca ce l’hanno tutte, ma quanno se tratta de move le mano..!” Due belve insomma, soprattutto nel momento in cui si è reso necessario devolvere, giusto un paio di barattoli di carciofini, al secchio della monnezza: melodramma!
Orbene, giustificata, come a scuola, la mia assenza, mi accingo a parlarvi di questa nebbiosa e tesa domenica calcistica che, fin dalle prime luci dell’alba, infiamma i bar e i circoli del Paese (inteso come Italia) e non tanto per il match pomeridiano -da noi anche per quello!- ma soprattutto per il serale “Milan- Juve”, sulle cui dicotomiche polemiche (Rigore si? Rigore no? “Moviola in gambo”, reclamata a gran voce dal Biscardi Nazionale e Mister-Onestà-Allegri che inizia la disamina del match sbugiardando la decisione arbitrale) verterà ogni pausa caffè del mio rientro a lavoro, lunedì.
Domenica 25 Novembre, la Chiesa festeggia Santa Caterina da Alessandria, morta nel 305 d.C. probabilmente per mano dell’imperatore Massenzio. La storia vuole che Caterina si presentò a palazzo nel bel mezzo dei festeggiamenti, nel corso dei quali si celebravano feste pagane con sacrifici di animali e che rifiutò quest’ultimi, chiedendo all'imperatore di riconoscere Gesù Cristo come redentore dell'umanità. L'uomo, colpito dalla bellezza e dalla cultura della giovane, cercò di farla convincere ad onorare gli dei pagani, da un gruppo di retori. Eppure, grazie all’eloquenza della donna, non solo non fu lei a convertirsi, ma loro stessi divennero Cristiani. Fu a questo punto che Massenzio ordinò la condanna a morte di tutti i retori e di Caterina, destinata a spirare su una ruota dentata. Eppure, la morte non deturpò la caparbietà, l’onorabilità e la convinzione delle sue scelte.
Aspetti a me noti e rintracciabili in tutti i volti delle nostre capofamiglia, la cui dignità e i cui principi non hanno avuto e mai avranno alcun prezzo. A differenza nostra che, che ne so, per la tribuna di un derby, venderemmo l’anima al diavolo! Ricordo volentieri, nella Giornata Internazionale contro la violenza femminile, una cosa seria, un insegnamento contadino del povero nonno: “Della casa l’omini so la lana ma le donne so’ la trama”. Parole sante.
Torniamo a noi. Dal momento che si gioca a Mattio, consumo il mio pranzo a casa con più calma del solito e, per sfuggire alle chiacchiere domenicali dei due sergenti in gonnella, su quello che i rotocalchi indicano come lo scoop più gettonato del momento (“l’hae sentito de la pubblicità de Belen in mutande che manna tutte le machine fori strada… che lavoro!”) cerco furtivo lo sguardo del mio fido &Co, da me invitato con lo scopo di eludere le sopracitate, ma che invece si getta nella mischia, dimostrando di avere più padronanza circa la farfallina dell’argentina che sulle regole del fuorigioco. Povero me.
Il pranzo prevede, il classico menù domenicale alleronese: antipasto (misto), tagliatelle al ragù, pollo arrosto con patate e, come dessert, la celebre torta di mele; essendoci ospiti però, emo rispolverato il servizio quello bono. Caffè, doppio-ammazzacaffè e dritti al Tardiolo sulle note di “a noe ce piace de magnà e beve e nun ce piace de lavorà!
Quest’oggi, davanti ad una nutrita compagine tifosereccia, svettano (alcuni anche per stazza! Ste fije crescono a vista d’occhio!) una schiera di afficionados di un arancione fluo che manco i capocantonieri dell’Anas. Idea superlativa che rende, semmai ce ne fosse bisogno, ancor più colorita la nostra greppa! Ne ordino una anch’io.
Sono venuti a farci visita i nero-vestiti del Pilonico, squadra davvero modesta, tecnicamente carente, composta da svariati elementi tendenti agli -anta e pochi altri di primo pelo. Il primo tempo, seppur conclusosi con una sola rete, è uno spettacolo praticamente a senso unico; la maledizione della Dea Eupalla torna ad avvolgere il Tardiolo, lasciando sfumare diverse occasioni perse ad un passo dalla rete; un’onta che andrebbe lavata via il prima possibile.
Le azioni manovrate e avviate dal nostro centrocampo, con la retrovia rossoblù quasi mai impegnata, catalizzano il match fino al prezioso tocco del Principe de’ Ripone; è il suo il gol che spezza gli equilibri e, finalmente, cambia il destino della partita. Il Pilonico, frastornato dalle qualità del nostro reparto offensivo, va sotto, e nemmeno l’intervallo riesce a restituirgli vigore.
I minuti di sofferenza, vissuti nel secondo tempo, saranno scongiurati da un netto 4 a 1 finale. Ma, a me, lo hanno raccontato. E’ stato infatti verso la mezz’ora, che un autoveicolo dall’aspetto familiare, a tutto gasse, suonando il clacson dall’altezza del campo di Michelangelo fino al parcheggio del Tardiolo, ha catalizzato la mia fulminea attenzione. Finisce così; che, spolmonato, raggiungo il bolide fumante e picchiettando sui finestrini appannati, tanto è stato il fiato esalato da quelle grida disumane, con la vena ironica fuori luogo, domando: “qual buon vento?
Finisco ri-accompagnato a casa, coperto di improperi vari, che manco quando in seconda elementare scrissi Habbiamo con l’h, hanno fatto tutta sta confusione. Era la mi moje. Nel ripulire, ha trovato una partita di barattoli de’ mele cotogne (prelibatezza rara, per carità) che a me m’allappano la bocca da morì, ‘nguattata dietro alla lavatrice. Ed è venuta a mandare a male la mia, di partita. In fondo, come darle torto.
Ed ecco a voi le pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Forse è la noia, la causa della sua piccola distrazione: quando ha preso il gol, pare che stesse mettendo su il sugo per la polenta della cena A.Ci.Da (“co tutto quello che c’è da fa, regà, mejo avvantaggiasse!”). Tuttavia dirige alla perfezione, impartisce ordini e manda gli avversari a pelare le patate. CAPOCUOCO. VOTO: 6
FRINGUELLO SIMONE: Del “fringuello” lui ha solo il nome: ha l’occhio di un falco, la furbizia di una gazza, la precisione di un rapace. Sbaglia davvero pochissimo. GALLINA DALLE UOVA D’ORO. VOTO: 7
FEMMINELLI FABIO: Una volta, quando l’uva si coglieva ancora a mano, a noi altri bardassi ci dicevano sempre “Nu le cojete le femminelle, che abbassono l’grado”. Lui, invece, il grado lo fa eccome; dà qualità alla squadra e, spietato, non lascia scampo agli avversari. VENDEMMIATRICE.VOTO: 6 ½
SERRANTI NICOLO’: In un reparto certamente poco impegnato, fa il suo e si gode lo spettacolo. Patatine e birra alla mano, ci sta pure la pennichella. ASSONNATO. VOTO: 6+
URBANI FABIO: Piccoli campioncini crescono: difficilmente prevedibile nei passaggi, sempre attento nelle giocate, il nostro “comodino” sta diventando un solido “armadio”… e pensare che si “compone” tutto da sé! IKEA. VOTO: 7
SCIULLI ALESSANDRO: In un centrocampo rimodellato, ci è apparso a volte precipitoso: i piedi e la classe non gli mancano, ma nelle ultime partite è stato un po’ impreciso. LATITANTE. VOTO: 6
FRINGUELLO MATTEO: A vedere le sue terga per buona parte della partita scaldare la panchina, ci piange il cuore, visto che quando entra giostra il pallone a suo piacimento. Il pelo nell’uovo? Gioca troppo a testa bassa, manco cercasse qualcosa per terra. FUNGAROLO. VOTO: 6 ½
TARDIOLO VALENTINO: Le sue lodi, si sa, le intessiamo ad ogni partita oramai. E forse l’invidia degli Dei lo ha colpito, lasciandolo in panchina un po’ troppo lungo per i suoi/nostri gusti. Le sue qualità fanno sempre la differenza. Ci regala un rigore meritatissimo e un magnifico assist sull’ultimo gol. STAKANOVISTA. VOTO:7
PICCHIO FLAVIO: Zumpa-pa-pa ,zumpa-pa-pa, zumpa-pa-pa-pà. A volte, come nel ballo, è difficile prendere il ritmo giusto quando si entra in corsa e si finisce a pestare i piedi della compagna. Capita, ciò non significa che non si sappia più ballare o che ci si trovi al ballo delle debuttanti. DON LURIO. VOTO: 6
PONTREMOLI ALESSIO: Lo sfonda-reti. Entra dalla panchina e mette a segno la seconda rete in due partite di fila. LASCIA O RADDOPPIA? VOTO: 6 ½
BAMBINI PIETRO: A volte forse suda troppo ed è questo probabilmente che manda in corto la centralina! Stavolta invece “la sega a nastro dell’Acquaviva” non si inceppa e, finché dura la miscela, dà filo da torcere agli avversari. “OMO DE MACCHIA”. VOTO: 6 ½
PASQUALETTI ROBERTO: Ovvero “il ruggito del coniglio”. Sorprendentemente tranquillo, gioca con serenità dall’inizio alla fine e senza tanti fronzoli. Gli riesce davvero bene! SIMPLY THE BEST. VOTO: 7
SCIULLI LUIGI: Tra CheGuevara e Padre Pio; dapprima nervoso, sbraita e si agita come il più incallito dei rivoluzionari. Appena si calma però, ritrova la retta via e mette a segno due reti fondamentali. ESORCIZZATELO! VOTO: 7
URBANI DIEGO: Sta vivendo la sua “seconda gioventù” : come per magia tira fuori dal cilindro buonissimi spunti, lotta e motiva con la grinta di un “bardassetto”. CASANOVA (e non solo con le donne) VOTO: 6 ½
BALDINI FRANCESCO: “C’era una volta il west”: è da subito una lotta all’ultimo sangue tra lui e il portiere avversario; una gara di resistenza, un duello di testa e di piedi. Ma, soprattutto, di cuore, perché il nostro Principe del Ripone ci ha creduto fino alla fine regalandoci davvero un bel gol. PISTOLERO. VOTO: 7
PALOMBINI DAMIANO: Ci è apparso un po’ distratto ma noi sappiamo bene dov’è realmente : con la mente il nostro Palombini Jr si trova appostato alla solina, con una mimetica indosso piuttosto che gli scarpini da calcio, mentre mangia il suo panino con la mazzafegata in attesa di una preda succulenta. Corre e si impegna ma non finalizza. CACCIATORE. (SI, MA DI AQUILONI!). VOTO: 6+






martedì 13 novembre 2012

Scrivono di noi...

Visti gli eventi calamitosi e le difficoltà attraversate dal nostro paese negli ultimi giorni, che non consentono digressioni ironiche su alcun tema, è doveroso manifestare la vicinanza a chiunque ne sia stato colpito e a quanti stiano operando per un ritorno alla normalità. Ce la faremo! 
Per chi comunque volesse notizie riguardo la partita di sabato, troverete qui sotto la pagina tratta dal Corriere dell'Umbria Sport di lunedì 12, scritta dalla promettente Capitana Vanessa. Restiamo  in attesa di sapere se si potrà disputare il recupero previsto per la serata di domani.


lunedì 5 novembre 2012

Finché la barca va...




Sì lo so che qualcuno mi aveva dato per disperso, ma, credetemi, ho passato una settimana infame: l’esimio dottor Lisei, dopo la sconfitta-delusione casalinga col Mongiovino, mi ha gentilmente prescritto delle dosi da cavallo di amlodipina/valsartan per l’ipertensione che mi ha colpito. Infatti, il mio povero cuore rossoblú (mi piaci tu!) ha avuto grosse difficoltà per digerire la batosta interna di cui sopra e sulla quale, volutamente, sorvolo.
Si mormora nel borgo che la dirigenza, dopo il sopraccitato sconforto, e che, col fido & Co, abbiamo deciso di non  narrare, sia corsa ai ripari e abbia convocato varie riunioni me là a Mattio per porre rimedio alla travagliata situazione nella quale c’eravamo cacciati.
Il mio leale collaboratore & Co., esperto arrampicatore-origliatore notturno, riferisce che la società tutta, il presidente-musicista Piazzai, il mister e i giocatori abbiano deciso di vogare tutti in un’unica direzione. Benissimo. I risultati si sarebbero dovuti vedere sin da mercoledì scorso, quando, come ricorderà la tifoseria a.ci.da., la FIGC aveva organizzato, in notturna, la gara di recupero col Monteggabione, di già sospesa, per il maltempo, alcune settimane fa. 
E dire che noi tifosi non aspettavamo altro... Eravamo pronti a far la nostra parte… ma ormai la parola “Montegabbione” sembra iellata: Giove Pluvio, che è nei cieli, ha voluto, di nuovo, scaricare la sua ira sul campo dello Scalo che sembrava, a dir il vero, l’Oceano Atlantico! 
Pare che 'l Bello, forse indignato per l’ennesimo rinvio, abbia avvistato una coppia di delfini nell’area adiacente agli spogliatoi e abbia intrapreso un’allegra conversazione con gli animali di cui sopra, insegnando loro la versione fischiata dell’inno del Piazzai presidente. Roba da matti! 
Comunque, nel borgo, gli anziani e gli stregoni-sciamani consigliano agli agricoltori nostrani, in caso di siccità prolungata, nei duri mesi estivi, di recarsi in mezzo ai campi e di gridare, a squarciagola, una sola parola: Montegabbione! 
Funzionerà. Altro che rogazioni, penitenze, processioni e novene per la Madonna dell’Acqua! Provateci: pioverà di sicuro!
E così, tra un diluvio e un altro, noi tifosi rossoblú abbiamo dovuto attendere il sabato per (ri)vedere i nostri ragazzi all’opera.
Si giocava nei pressi di Castiglion del Lago, contro il Vitellino (qualcuno mi ha suggerito di preparare uno striscione con su scritto: Regà magnamolo 'sto vitellino!). Che carino!
Io e il fido & Co, dopo esserci liberati delle nostre gentili consorti  infiliamo la strada pe’ Vilalba, alla volta di Fabro-Chiusi-Castiglion del Lago.
Il mio buon collaboratore, armato di aipadde regolamentare, ha scovato (e prenotato) un tavolo per due al ristorante DivinPeccato, sito nel borgo di Panicarola, nei pressi di Castiglion del Lago. 
Lo chef Nicola Fanfano e il sommelier Mirko Torrini (attenzione: non è parente del nostro Ciucciornia!) ci accolgono con un ottimo menù autunnale composto da uno sformato di pecorino in salsa di funghi porcini, gnocchi di patate fatti in casa con crema di gorgonzola e castagne, petto d'anatra scaloppato in salsa d'uva, terrina di tiramisù in salsa di cacao, in abbinamento con un modesto rosso della tenuta Il Poggio Controsole, caffè (e ammazzacaffè). Conto onesto. Servizio ottimo.
Come sempre, arriviamo giusto in tempo per il fischio d'inizio. Assente il nostro Moggi, per impegni vari con la bacchiatura delle olive (e con la fornace), la bandierina-lancia spetta al buon Lorenzo Bilancini. 
Il campo in erba trae in inganno lo spettatore sprovveduto: la gramigna invade il manto (falso) verde!
Mister Mou schiera una formazione maschia con Cortellini, i fratelli Fringuello, i fratelli Urbani, Picchio, Femminelli, capitan Varge, Cochi, Pontremoli e ‘l brigante de la Meana.
In panca si accomodano il Principe de’ Ripone, il nostro amato ball, Nicolò Serranti e l’Assessore.
Gli avversari rispondo da par loro con una compagine altrettanto agguerrita. Si lotta senza tregua su ogni palla. Si sente il sudore e il contatto dell’avversario in ogni contrasto. Mi piace...
Non piove e lo spettacolo è assicurato. Andiamo sotto di un gol, nonostante la palese dimostrazione della nostra superiorità tecnica, a causa di un cincischiamento difensivo (qualche volta, però, cari fratelli in muntande, un calcione alla viva il parroco non fa mica male!).
Comunque, a me il gol del Vitellino è parso in netto fuorigioco, però comincio ad invecchiare e i miei occhi ci fanno poco: chiedo lumi agli opliti in campo.
Si comincia a vogare, tutti in una direzione (vi ricordate della promessa?), per acciuffare l’agognato pareggio. Riesce nell’impresa Luigi Sciulli, il quale, con l’archibugio pronto, insacca, alla Del Piero, una punizione dalla tre quarti! Fantastico! Questo ragazzo ha i piedi d’oro! Santo subito! Lo porteremo in processione al posto di Sant'Isidoro!
La lotta continua furibonda e il buon Picchio deve abbandonare la tenzone alla fine del primo tempo, a causa delle legnate ricevute nelle sue estremità. Anche capitan Varge busca in silenzio; noi soffriamo per le sue delicate caviglie e preghiamo in silenzio il Santo Patrono Anzano (co' la zeta!) di proteggerlo dai dardi nemici.
Inizia la seconda parte della contesa. Si soffre e si rischia da entrambe le parti, con occasioni da gol che si succedono in un batter d’occhio.
Prendiamo un altro gol su calcio piazzato: da posizione laterale un calciatore del Vitellino lancia verso la porta difesa da Cortellini; la barriera si apre, la palla filtra e il nostro number one se la trova davanti all’improvviso. Respinta alla bell’è meglio del nostro che un attaccante rivale, da due passi, infila in rete. E’ il 2-1. Ripartiamo. Rischiamo di brutto, ma andiamo all’arrembaggio come non si vedeva da tempo. 
Allo scadere del 90º, in zona Cesarini (di cui parlerò in un’altra occasione), ancora ‘l Brigante ottiene il meritato pareggio: in una bellissima azione corale a.ci.da, Papallino, alla stregua del buon Milito (Diego), scodella la palla in area per la zucca di Alessio Pontremoli, il quale, con una leggera deviazione, offre allo Sciulli la palla del pari! 
Esultanza (minoritaria) rossoblú! L’arbitro concede ben sette (sì, avete letto bene: 7) minuti di recupero. Io vado in fibrillazione, ma i nostri difendono la trincea con tutti i mezzi a disposizione. Finale al cardiopalma che lascia la singolar tenzone sul 2-2. 
Giusto e meritato (a nostro avviso) da ambedue le squadre. Bravissimi!
Questa è la squadra che vorremmo vedere tutte le settimane. Continuiamo così!
Torniamo a casa. Ci attende un’ora di viaggio. Stanchi, ma soddisfatti, canticchiamo il vecchio motivetto della Berti (Orietta).. Finché la barca va, lasciala andare… Proprio così!

Ed ecco a voi le nostre pagelle.

Alessio Cortellini:
Prova più che onesta la sua. Ha salvato, più volte, il risultato. Una saracinesca automatica. Voto: 6 ½

Simone Fringuello:
Buono in difesa e in attacco. Deciso e in gran forma. Ma quanti polmoni ha 'sto bardasso? Voto: 7

Fabio Femminelli:
E’ il nostro Chiellini. Roccioso. Tosto (in qualche occasione lo è anche un po’ troppo). L’agonismo che porta addosso lo aiuta a rimediare qualche sbavatura tecnica. Verga Putrio. Voto: 6+

Massimo Cochi:
Finché il fisico regge, ci regala una grande prestazione. Poi si sacrifica per gli altri e ci riesce! Generoso e altruista. Voto: 6 ½

Fabio Urbani:
Si guadagna il pane con estrema diligenza. Può fare di più, ma è sulla strada buona. Esce per crampi nel secondo tempo. Voto: 6+

Matteo Fringuello:
Della saga fringuellesca, davanti alla difesa cerca di far gioco ma non sempre ci riesce. E’ ancora in fase di rodaggio dopo un serio infortunio. Lo aspettiamo. Voto: 6

Valentino Tardiolo:
Ingaggia duelli all’ultimo sangue e d’altri tempi. Sembra un mediano metodista della tv in bianco e nero. Busca anche in maniera stupenda. Rocky Marciano. Voto: 6 ½

Flavio Picchio:
Come il Varge di cui sopra, solo che ci rimette una caviglia. Esce alla Enrico Toti dal reticolato della trincea acida. Gladiatore: 6+

Alessio Pontremoli:
Buon primo tempo. Peccato, però, che si diluisca un po’ nella ripresa. Il suo intervento sul secondo gol è decisivo. Noi, però, pretendiamo di più! Voto: 6

Diego Urbani :
L’altro figlio della Rita e del Gufo, oltre ai gadget (ombrelli, set da vino, ecc.) sa sfoggiare un gran primo tempo. Manovra intelligentemente e s’inserisce alla perfezione. Nella ripresa, però, non rende come quando occupa la posizione del trequartista. Voto: 6 ½

Luigi Sciulli:
Il nostro amato Brigante, mette in bella mostra il suo vero mestiere: il mattatore. Il primo gol su punizione è da incorniciare. Bentornato! Voto: 7

Nicolò Serranti:
Entra nel secondo tempo ma ha qualche difficoltà ad inserirsi nella tenzone calcistica. E’ vero anche che l'attaccante perugino che controllava era una brutta gatta da pelare. Voto: 6-

Francesco Baldini:
Spunti interessanti, ma discontinui. Ha il merito di calibrare, da maestro, il cross del nostro secondo goal. Lo aspettiamo fiduciosi. Voto: 6

Riccardo Tiberi:
Stanco e addolorato, dispone di pochi minuti. Ma, attenzione, per poco non ci regala la palla della vittoria. Voto: 6

Mister Moureno:
Questa volta era difficile sbagliare formazione. Ci azzecca in pieno e facciamo risultato. Bravo (e con un pizzico di fortuna che non guasta). Voto: 6+


giovedì 25 ottobre 2012

A volte ritornano (o almeno spero)



Rimandato di un’altra settimana il cambio di stagione, esco di casa quatto quatto in mattinata, con la scusa di un appuntamento al Palazzo su chiamata di un vecchio amico di scorribande (sulla fascia e non!); sarà proprio lui ad accompagnarmi alla trasferta perugina in questo torrido pomeriggio calcistico. Sulla strada, dopo i racconti della sensazionale stagione A.Ci.Da appena passata, ci fanno ballare, oltre alle sospensioni scariche della sua utilitaria, le schitarrate dei fratelli Reyes, meglio noti come Gipsy Kings. Nel bel mezzo della versione flamenca di “Nel blu dipinto di blu”, parte il mio punto-vita equatoriale che, seppur costretto in una contenitiva camicia misto-lana, rende ancora egregiamente giustizia al ritmo di quella rumba gitana:
Pienso che un suegno così
No volvera masss
Yo me pintavo las manoss ... cara de zul
E d’improvisos el viento rapido me ...evoooo
E me inizo volar nel cielo infinitossss

La carica di questa musica, biascicata male con qualche sputazzo di una “s” qua e là di troppo, mi dà la giusta energia fino all’arrivo a San Nicolò, frazione del comune di Deruta che deve il suo nome al Santo venerato in loco, San Nicola, magistralmente raffigurato sulla porta del Castello datato XIV secolo. Il borgo fu famoso un tempo per la lavorazione del vimini e della paglia, utili alla fabbricazione di ceste e seggiole; antico mestiere a noi altri noto perché esercitato a tutt’oggi dallo Spiaggese doc, Angelino. Ve famo concorrenza anche co’ le capagne!
Arriviamo in tempo, consumando un pranzetto on the road a base di focaccia con cicoria e salsicce; squisitezza che digeriremo, viste anche le turbolente vicende calcistiche, solo a tarda serata.
Ci accomodiamo in disparte, notando con piacere come tra i presenti si dimenino anche altri aficionados A.Ci.Di tra cui: la famiglia Tardiolo, Colavolpe junior, Mattia figlio dello stornellatore nostrano Pino, nonché il capo tifoso Nicolò. Bentrovati in terra perugina ragazzi!
A questo punto, cari lettori, dovrei assolvere al compito di raccontare i novanta minuti di match a chi non c’era; decido invece di evitare e anzi, di dimenticare, dettagli e riprese al rallentatore, il nervosismo palpabile, le palle scaraventate, gli improperi, le bandierine contese, l’aria pesante che di lì a poco si sarebbe avviluppata sui nostri mutandoni, gli episodi che hanno fatto la partita e quelli che ce la faranno pagare a caro prezzo.
Voglio dire, siamo in trasferta, contro la prima in classifica di questo girone B più che abbordabile; squadra a par mio modesta che, seppur con una partita in più, segna sul tabellino, ad oggi, 12 punti; dominiamo, alla nostra maniera, un primo tempo a senso unico e senza storia. Per poi rovinarne il finale?
Ad un certo punto infatti, fin dai primi minuti della ripresa, si spegne la luce e noi smettiamo di fare quello che sappiamo fare meglio: stare insieme correndo dietro ad un pallone. Non stupisca quindi questa sconfitta, tra l’altro di misura, rimediata nei 45 minuti di “calciotto” in cui decidiamo, ancora una volta, di regalarci all’uomo nero; alla fine della fiera, siamo noi che, con lui e più di lui, perdiamo letteralmente la brocca, quando sarebbe bastato soltanto giocare.
Usciamo a testa bassa, al di là della sconfitta, tra musi lunghi, proteste e piagnistei, perdendo l’ennesima occasione per stare zitti, perdendoci.
E’ quasi il crepuscolo quando il ritorno a casa mi riempie di nostalgia: per tutte le volte che ci siamo detti, su un pullman verso Prepo, di aver compiuto un miracolo che di calcistico aveva ben poco; per quando, brindando con i biscotti all’anice, ci siamo accorti che eravamo tanti e che insieme stavamo meglio. Mi gira ancora in testa quella canzone dal ritmo gitano che, tradotta, mi pare facesse più o meno così:
Penso che un sogno così
Non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e faccia di rosso-blù
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito
Prendiamoci questi giorni per riflettere, facciamo un passo indietro, ragazzi. Noi vi aspetteremo, ancora una volta, qui. Sulla nostra greppa, come sul molo, come a casa. Sventoleremo le sciarpe colorate come fazzoletti, e qualcuno di voi, in mezzo al solito chiasso, sentirà urlato il proprio nome a gran voce. In fondo, si fa così quando si parte ma, soprattutto, quando si ritorna. Vi aspettiamo sabato a casa, a patto che tornerete ad essere voi. Al Tardiolo insieme, per ricominciare.
Ed ecco a voi le nostre pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Continua il periodo negativo iniziato da qualche settimana; la Dea Eupalla sembra averlo abbandonato, anzi lo perseguita, manco gli avessero fatto la macumba. Andrà meglio la prossima. Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio. VOTO: 5
URBANI FABIO: Come dire : “Se in un campo da calcio a 5 duro 10 minuti, in questo che è il doppio durero’ la metà!”. Prima frazione da nobile, sulla distanza purtroppo cede e perde le insegne. DECADUTO: VOTO: 6
SCIULLI LUIGI: Partita un po’ sotto le righe per il nostro biondo attaccante, visibilmente innervosito (da che regà nun se sa!). Può dare di più e lo sa. Lo farà? Ci arriverà? Dormirà la notte prima della partita? Farà a parole col fratello? Darà da mangiare al gatto? Ai posteri l’ardua sentenza. ENIGMA. VOTO: 6
TARDIOLO VALENTINO: Uno dei migliori in campo, se non il migliore. Canta, balla, sona e alla fine je tocca pure passà col piattino. FAC TOTUM. VOTO: 7 ½
FEMMINELLI FABIO: “Vola come una farfalla, pungi come un ape”. Tosto e deciso come sempre, aggredisce gli avversari come il più fastidioso degli insetti. ZANZARA TIGRE. VOTO: 7
COCHI MASSIMO: L’orchestra non potrebbe suonare senza un direttore: e, nel suo reparto, il maestro è lui. Il segreto? Controllo di palla, grande personalità e voglia di fare. DECISIVO. VOTO: 7
SCIULLI ALESSANDRO: De la serie “ per fare un tavolo, ci vuole il legno; per fare il legno, ci vuole un albero..”. A piccoli passi sta emergendo, ma aspettiamo ancora di vederlo sbocciare. GERMOGLIO. VOTO: 6+
PONTREMOLI ALESSIO: Complice la febbre si muove poco e maluccio. Noi però lo perdoniamo (“d’altronde Alè so malanne de stagione!!”). Aspettiamo il suo riscatto nella prossima partita. VOTO: 5 ½
PALOMBINI DAMIANO : Ovvero quello che non ti aspetti dal sabato pomeriggio: scorrazza per tutto il fronte d’attacco come un purosangue imbizzarrito, manca solo il goal. Forse durante la stagione ci riserverà ancora tante sorprese come questa. OVETTO KINDER. VOTO: 7
PICCHIO FLAVIO : Che è lo “Speedy Gonzalez de la Selva” oramai si sa. Come si sa che lotta alla stregua di un gladiatore. Oggi tuttavia nell’arena ci pare un po’ disorientato; soffrirà il jet leg della trasferta perugina? Forse ha solo bisogno di ricaricarsi, ma tanto lui fa tutto da sé. DINAMO. VOTO: 6½
TIBERI RICCARDO: Quando la nave fa acqua si sa, c’è chi si lascia affondare mentre l’orchestra suona, e chi, come lui si affanna a destra e a manca per tappare i buchi. Getta l’ancora e, per quanto può, salva la situazione. BAGNINO. VOTO: 6 ½

BAMBINI PIETRO & PASQUALETTI ROBERTO: Di solito, perlomeno nella corrida, il toro si infuria dopo aver visto il rosso. Stavolta invece, pare che i tori fossero due e che, il senno, lo abbiano perso già da prima: uno, anche se veterano , viene colto da un attacco di demenza senile precoce (“s’è rincojonito regà!”); l’altro paga forse lo scotto della gioventù e dell’inesperienza (e dire che fino al cartellino c’era pure piaciuto!). Senza calma non può venir fuori nulla di buono. ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. VOTO 8 (diviso in due)
NICOLO’, SIMONE E DIEGO: A loro, non si poteva chiedere di più. Prestazione più che dignitosa. VOTO: 6
MISTER MOU: Lasciamoci questa giornata alle spalle. Ora però ricominciamo dallo spogliatoio con tutti gli strumenti possibili. Bastone e carota. VOTO: 6