giovedì 27 ottobre 2011

Il Post-Biscardismo: poetica per pochi eletti.

Oggi, alla luce anche di questo, comprendiamo l'addio al calcio del Divin Codino!


mercoledì 26 ottobre 2011

In vino veritas, in corpo acidas


                                  



Penultimo sabato di ottobre; il nostro borgo assapora gli scampoli di luce regalati dall’ora legale prima del lungo letargo autunno-vernino. Ebbene sì, nel momento in cui la tramontana, quella vera, ci prenderà per mano accompagnandoci oltre la naturale soglia del vivere e la  crioconservazione apparirà l’unica via di mantenimento possibile, non tutto sarà perduto. TaTaTaTa! Dal bazar delle occasioni, da quel mercato dell’usato che sono le menti A.Ci.De., è arrivata la soluzione. Come ausilio nel combattere le temperature particolarmente pungenti del versante Aiarella-Selva di Meana infatti, oltre alle regolamentari sciarpe lavorate con sottile filigrana d’oro, i dirigenti, gente premurosa, pare abbiano tirato fuori dal cilindro (dal Fiorino del Bello, of course) delle termiche macché dico termiche, ergonomiche macché dico ergonomiche, delle ignifughe, antipioggia, antitaglio, antivento, antitutto, felpe limited edition, marchiate mi-piaci-tu. E a chiunque ci additerà sussurrandoci “fissati!”, pagando oro per sapere da dove arriva ‘sta fisima del rosso-blu, risponderemo che la nostra A.Ci.Dità non avrà mai fine; che noi l’A.Ci.Do lo mettemo ne ‘gni cosa: addosso, nella sabbietta del gatto e nel latte e caffè la mattina. Un po’ come Lapo Elkann con il carbonio, solo che il congiuntivo noi lo ‘mpiascicamo parecchio mejo.  In ogni caso, grazie regà, avessimo sempre sognato ‘na muta tutta rosso-blu!
 
Addio analisti di mercato, au revoir fondi del caffè rovesciati sul paginone centrale de Il Sole 24 Ore, ciao ciao guru del business plan; la nuova collezione Ripuje Uomo-donna-bambino è già, al di là di ogni previsione tecnica, la tendenza 2011/2012. Fonti certe lasciano trapelare che, mentre il fatturato si impenna (Massimè, te ce vojo a contà tutte ste solde!), lo sfondamento del mercato estero giù pe’ Sferracavallo, è già una realtà. Pare che il Bello abbia tracciato il confine delle esportazioni oltre il quale il Fiorino nun je la potrebbe fa. Per prenotazioni, richiesta sconti e fervidi reclami, la dirigenza ha attivato uno specifico numero verde (già intasato!) il cui centralinista capo pare essere un certo Signor Urbani Diego. Regà, si riuscite a pijà la linia, prenotatime due icchese-icchese-elle!

Or bene, scusandomi per la digressione, riprenderò il racconto da sabato 22 ottobre. Quest’oggi ci attende la visita ad un antico gastaldato del comune Narnese, incantevole borgo medievale di viuzze, scalinate e arcate, immerso in un sublime paesaggio. Oltre che per la bellezza del suo centro storico, che sorge sulle pietre sconnesse della via Flaminia, la città è ancor più conosciuta per l’acqua (come noe pel vino!). San Gemini è proprio il paese delle acque; da quelle naturali, a quelle minerali a quelle, vicine, delle Cascate delle Marmore. Un po’ come le nostre memorabili cascate all’uscita della cantina del Coco! Ognuno le sue!

Per molti degli A.Ci.Di che hanno avvertito un certo diffuso disagio nel paese dell’acqua, ce n’era uno che, ormai definitivamente avviato ai crismi della spiritualità enogastronomica, secondo le prescrizioni del già citato dott. Giordano, pare ci sguazzasse. Azzerato ogni livello di colesterolemia e dilaniati i trigliceridi, il Bello si è dichiarato pronto per l’iniziazione sotto le acque minerali SanGeminesi. Vista anche la sua innata classe nel vestire parrucche tinte, pare che proprio sabato sia stato ufficialmente scritturato come sostituto della ex Miss Italia con il Cholo nel ruolo del calciatore e il fiato del passero sul collo, nel nuovo spot pubblicitario a fare (e far fare) grandi quantità di PLIN PLIN. Con il suo baffo, seducentemente scientifico, a ricordarci quanto sia importante essere puliti dentro e Belli Belli fuori.

Bene, iniziamo il resoconto di questa giornata calcistica (la sesta di campionato) salutando i nostri prodi mentre sfilano in attesa del fischio d’inizio. Un paparazzo del pallone, avvicinatosi per uno scatto ai capitani poi finito tra le pagine del Corriere dell’Umbria, ci consente il tempo per una disquisizione di trenta secondi sulla formazione odierna. Tra i pali ritorna il buon Ludo della casata Urbani, in difesa si battono gli opliti Gasparri, Bambini, Palombini Matteo e Urbani Fabio. Il centrocampo è affidato a Frullicone, Fringuello, Il Capitano, l’Assessore e Pontremoli che, leggermente più avanti, fa compagnia al nostro Brigante. Mi pare, il nostro, un buon marchingegno con quegli ingranaggi già rodati dalla dentatura piuttosto affilata. Stretta di mano virtuale con Mister Mou!

Aggradati da una bella giornata di sole e dall’appagante vista del manto erboso, ci sediamo, occhiali sul naso. A occhio e croce, le sifone de SanGemine vanno a tutta callara: i locali, forse anche per la grande quantità di falde acquifere dalle quali poter attingere, dispongono di un pratino verde quasi residenziale. Si loro je danno a acqua minerale, noe mesà che la giramo a vino. Je facesse!

Si comincia. I primi minuti, come da qualche match a questa parte, ce li giostriamo come unici protagonisti essendo la sola squadra in campo in grado di ammaestrare la palla. E’ così che, più o meno al decimo minuto, con un pallonetto diagonale, una sorta di cross lungo, ci guadagniamo il goal del vantaggio. Quell’esemplare maschio (e protetto) di Fringuello dal piumaggio rosso-blu, riesce a scavalcare il portiere avversario mentre orde di Desperate Housewives A.Ci.De a noi vicine si accaldano. Come dire, sente che usignolo! 1 a 0! Odo un solitario grido provenire da destra: “E’ mejo l’acqua del Tioneeeee!” Prendo la nota e mi accodo; cominciamo davvero a vedere il bicchiere mezzo pieno. Becchite que!

Proseguiamo nella strategia del dominio territoriale e tecnico ma Eupalla, che è rimasta in coda sulla Flaminia, non concede il suo benestare e le “situazioni da goal” faticano a trasformarsi in vere e proprie “occasioni”. Le rivolgiamo un calorosissimo pensiero quando: una punizione al limite dell’area dell’Ibra della Meana sfiora la traversa, il tiro al pulito di Captain Tardiolo si allontana sul fondo e quello di Frullicone, a tu per tu con la porta, vola alto.

Si va negli spogliatoi sul vantaggio; a questo punto me pare de’ vede’ un set de bicchiere mezzo pieno! I fratelli in mutande non smentiscono questo mio acuto pensiero tanto che, quando ancora le squadre non sono del tutto sistemate in campo, il nostro amazzonico e bello caldo Eurostar, arrivato in linea diretta sulla destra, si ritaglia una buona occasione entrando in area ma spedendo, ahimè, la palla addosso al portiere. Della serie: chi ha tempo non aspetti tempo! Bravo!

Intanto, alcune necessarie sostituzioni (entrano Re David, Serranti Nicolò e il Principe de Ripone) impongono uno spostamento di ruoli che squilibra un po’ l’assetto iniziale determinando una percepibile confusione. In ogni caso siamo con l’omo in più; infatti, su un presunto fallo di mano in area, il referee, uomo coraggioso, decide di spedire il giovanotto avversario sulla via degli spogliatoi. A questo punto, sfruttando la superiorità numerica, l’Ibra della Meana che non perdona, con calma e sangue freddo, riesce a infliggere il colpo del doppio vantaggio. Mi volto, attratto da un irriverente siparietto: Papalla, con eleganti sculacciate e insaccate di bacino, avanti e indietro, improvvisa uno stacchetto: “l’acqua fa male, il vino fa cantà!”. Santo subito.

Ma i SanGeminesi, gente frizzante, approfittando del nostro momento di confusione, iniziano ad attaccare a testa bassa. E ci confezionano una bella purga quando, a seguito di una mischia davanti al buon Urbani, insaccano la rete del 2 a 1. A questo punto mi duole ammettere che quel bicchiere inizia ad apparire mezzo vuoto; nonostante lo scetticismo, comunque i nostri non mollano con buone giocate di Panico e Ball. Allo scadere però, su un lancio lungo SanGeminese nella nostra area, il Fico non intercetta e, anche se in vantaggio, riesce a farsi superare e commettere dubbio fallo da rigore (fotocopia di domenica scorsa) che l’arbitro prontamente concede. Lucchetti insacca e andiamo sul 2 a 2. Se mi concentro un attimo, raschio il fondo del bicchiere; tutto sommato, non è che guadagniamo un punto bensì ne stiamo perdendo un paio.

Ci avviamo al finale ma le sorprese dal sapore amaro non sono finite; quando manca giusto una manciata di minuti alla fine, Gasparri sembra subire un’entrata un po’ troppo decisa in area SanGeminese; l’avversario in scivolata prende palla o forse palla e piede ma il referee questa volta non fischia. Superfluo, mi capirete, il racconto sul gentile scambio di battute, la conversazione da circolo letterario, tra il sopraccitato e il nostro impavido linesman (vedo che te see ripreso bene però!) invitato ad appropinquarsi sotto la doccia a fare tanta ma tanta PLIN PLIN.

Ci avviamo anche noi e, solitari sulla strada del ritorno, ci raccontiamo che in questa sudata e delicata partita a domino, si sarebbe dovuto evitare di compromettere gli equilibri causando un effetto a catena così tanto coreografico, che ci siamo persi. Ma, acqua in bocca…

Ecco a voi le nostre pagelle:


URBANI LUDOVICO: Per 90 minuti poco impegnato. Non ha potuto farci vedere di che pasta è fatto. Intanto continuiamo a ringraziarlo. VOTO: 6++
GASPARRI ALESSIO: Ovvero: oggi l’Eurostar è un diesel. Cresce alla distanza ma quando attacca rimane devastante. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Nella ripresa, regge con difficoltà all’urto offensivo degli avversari. Ma non solo per colpa sua. Anzi.  VOTO: 6+
TIBERI RICCARDO: Più quantità che qualità. Capita, eccome se capita! VOTO: 6 ½
BAMBINI PIETRO: Ovvero: “come marca sta sega a nastro!” Ottimo, fin quando viene spostato a centrocampo e saltano gli equilibri. VOTO: 7-
PALOMBINI MATTEO: Parola del giorno: Cazziatone. Se volessimo allenà ‘m po’ più spesso maschiè?! VOTO: 6-
BATTISTI RAFFAELE: Aveva di fronte il Sansone SanGeminese. Con qualche difficoltà, è comunque riuscito nell’impresa di addomesticarlo. Solita tenacia. VOTO: 6 ½
FRINGUELLO MATTEO: E’ già pronto un accogliente rifugio per la sua nidificazione. Sarà l’unico passeriforme a non migrare in primavera. Perché noi lo teniamo stretto! VOTO: 6 ½
PONTREMOLI ALESSIO: Ciliegina sulla torta e grappa barricata. Oggi arriva anche il goal. Poi ce ‘mbriaca co tutta ‘na serie de finte e controfinte. VOTO: 6 ½
SCIULLI LUIGI: In fatto di goal sarebbe stata la volta buona. La troppa generosità, lo toglie dalla gara causa infortunio. VOTO: 6+ di stima
TARDIOLO VALENTINO: Moto perpetuo. Tiene bene il centrocampo finché non lascia per crampi. VOTO: 7-
SERRANTI NICOLO’: Entra quando le pecore erano già uscite dalla staccionata. Le rincorre come può. VOTO: 6+
BALDINI FRANCESCO: Ovvero: “Il Principe cerca moglie”. Ma nessuna è alla sua altezza. Asso di impegno e caparbietà. VOTO: 6+
PANICO DAVID: Ovvero: Il rovescio della medaglia. Stavolta l’incornato è lui. Che dolore dall’altra parte! Ancora gridiamo vendetta per quel non-goal. VOTO: 6-
MISTER MOURENO: Un solo appunto: mai, nella vita (e sul 2 a 0) mischiare le carte in tavola. Per il resto, il compianto Nereo Rocco docet. VOTO: 6

lunedì 24 ottobre 2011

Scrivono di noi...

In attesa dell'articolo (quello vero!) beccatevi questo.
Dal Corriere dell'Umbria Sport, lunedì 24 ottobre 2011
Cliccate sopra l'immagine per ingrandire.


domenica 23 ottobre 2011

Ti ricorderemo, 58!



SuperSic era simpatico. Era uno di quelli che mettono spesso i piedi nel piatto senza neanche sapere perché. Era sempre disposto a chiacchierare con qualcuno, a salutare, a regalare un sorriso o una battuta. Era inconfondibile: i ricci al vento, spettinati, un po' da Sansone moderno, a volte tenuti insieme da una specie di turbante, e quella buffa maniera di camminare, un po' sgraziata, la voce da cartone animato,  l'altezza forse esagerata per un pilota di MotoGp. Era un pilota controcorrente, diverso, rapido e coraggioso. Un uomo capace di correre a 300 km all'ora, ma con le paure mai superate degli aghi e dei film horror.
SuperSic, spilungone affascinante, mitico numero 58, noi, che abbiamo paura anche ad andare in bicicletta, ti ricorderemo sempre così!

venerdì 21 ottobre 2011

La leva calcistica della classe '68

In attesa del match esterno con il Sangemini, vi proponiamo una canzone di De Gregori, tratta dall'album Titanic, che vorremmo dedicare ai giovani del borgo che sognano di debuttare, un giorno, con la maglia rossoblú (mi piaci tu!) della nostra amata squadra.




mercoledì 19 ottobre 2011

Via col vento

Mesta domenica autunnale: ci ha lasciato Renato Palombini, nonno delle nostre due perle Matteo e Damiano, il ds Moggi è ricoverato presso l’ospedale di Orvieto per accertamenti vari, e il capotifoso Damiano Petricelli (Damià, quanto ce manche!) è andato a portare il buon nome degli alleronesi in quel di Varese.
Prima del match, previsto per le ore 15, io e il mio fido & Co decidiamo di abbracciare ciecamente la Quinta Opera di Misericordia Corporale: visitare gli infermi, e ci inoltriamo in località Ciconia per far visita allo sbandieratore (ufficiale) Alberto Stefani. 
Lo troviamo assorto, poco prima del rancio, nella lettura del  dizionario Garzanti che, a detta del nostro, è stato dimenticato sul comodino dal paziente che precedentemente aveva occupato il posto letto in cui ‘l Bello  è degente. Belin, che livello! Per tirarlo su di morale, gli raccontiamo della scorpacciata fatta venerdì sera durante la merenda-cena organizzata dalla carissima Anna Bruggioni (magnifica factotum: una specie di Moggi al femminile) presso l’ex scuola elementare, e delle leccornie che la suddetta capotifosa aveva preparato: pizza cotta su pel forno, crostini, trippa, faciole, cinghiale, pasta e vino rosso a volontà, buona compagnia!
Lo spiritoso & Co, durante il viaggio, aveva lanciato forti sospetti sul reparto in cui avremmo dovuto cercare il nostro linesman, sostenendo, infatti, che avremmo dovuto fargli visita in ostetricia, con un bel mazzo di rose rosse, giacché il nostro ds avrebbe dovuto partorire ‘l fijo del Cholo! Regà, de tutte le colore…
Comunque, i tifosi acidi possono dormire tra due guanciali, perché: a) ‘l Bello non è incinto/a (per ora); e b) è nelle mani del buon Giordano, inteso come Giampiero, primario del reparto di cardiologia, che, come ricordiamo al nostro guardalinee, è uno dei migliori medici della regione.
Alberto Stefani ha un guizzo improvviso, lascia le sudate carte garzantiane e ci illumina sul buon nome di Giordano, inteso come Bruno (!), il quale, secondo il ds nostrano, debuttò con la Lazio, nel lontano 1975, al fianco di Andrea Agostinelli e Lionello Manfredonia. St’omo sa ‘gni cosa…
Regà, Moggi sapeva anche che Giordano, inteso come Bruno, aveva allenato per un po’ la Ternana!!!  Ci guardiamo stralunati e sinceramente commossi dinanzi alla cultura calcistica del degente/dirigente. Altro che parto!
Attoniti, non riusciamo a proferir verbo. Interviene, allora, il fido & Co, che, poveretto, oggi non ne azzecca proprio una, e fa: “Eh Bello, venerdì sera a la mi moje, da le faciole ch’evo magnato a la festa, jo fatto la permanente!” (io, qualche volta, je darebbe foco a st’omo come, tanto pe’ rimane’ ‘n tema, a Giordano Bruno…).
A questo punto Alberto Stefani si rituffa nella lettura del Garzanti di cui sopra e sentenzia: “Peto:  emissione di gas intestinale attraverso l'orifizio anale!”. Mariasantissima…
Prima che le cose prendano una brutta piega, tolgo la seduta, lasciando in dotazione all’allettato assistente arbitrale un telefono (un ai fon, come dice & Co) collegato con gli spalti del Tardiolo, tramite connessione volante con la premiata ditta Setek (funzionerà?), grazie al quale lo aggiorneremo sull’andamento della gara odierna. Che sudata!
Facciamo in tempo ad assaggiare due pezzi di pizza al volo, al Bar… Zelletta, sito nei pressi dell’ospedale e via, di gran corsa, al Tardiolo.
Ci attende una giornata di pieno autunno. Mattio è baciato dal sole, ma già da qualche giorno, in paese, è tornata la tramontana, amica di sempre dei nostri lidi. Imbacuccati nelle sciarpe rossoblú (mi piaci tu!) e burrocacao dappertutto, arriviamo giusto in tempo per l'inno. Grazie a una gentile donazione ci ritroviamo un megafono in pianta stabile sul tetto; godiamo dell'effetto sonoro durante l'entrata in campo delle squadre. Salutiamo i nostri prodi fratelli in mutande non senza nostalgia vista la mancanza del suddetto Petricelli, inteso come Damiano, il quale potrà sempre chiedere la differita a Luca Pal che oggi, per l'occasione, ha piazzato la telecamera su queste greppe. Il nostro amato tuttofare Diego Urbani, sbandieratore (si mormora che anche felice sposo) al posto del titolare Moggi, s’impossessa del secondo ai fon e stabilisce una linea diretta col nostro ds ricoverato (ma che se diranno mae? Scejeranno ‘l nome de ‘sto fijo?).
Lo strino di cui sopra non consente una buona resa del terreno da gioco che assomiglia, invero, al deserto; costanti folate di sabbia mosse dal vento ci invadono. Rovi e  ramoscelli mescolati alla gramigna formano delle sfere acuminate che rotolano impazzite. A me ricordano i set  dei primi film western che vedemmo, tanti anni fa, alla Sala Aurora, proiettati dal mitico Ansanino (ma l’America, Ansanì, ‘ndov’è?) Resistiamo. Il pubblico è ben nutrito: qualcuno si accomoda con un plaid sulle gambe, altri sigillano le giacche a vento, e alcuni si affidano alla classica, e infallibile, ricetta del vin brulé (voe mette?!).
I nostri eroi salutano i tifosi sugli spalti: regà, ‘sta partita la dovete vince anche pel Bello degente!
La formazione mi garba assai: mister Baldini, scende in campo con un solido 4-4-2 che vede Ciuco tra i pali, difensori laterali Gasparri e Comodino, centrali ‘l Cannavaro de Bardanella, e, udite, udite, la Sega a nastro dell’Acquaviva; a centrocampo si schierano capitan Valentino, Fringuello, l’Assessore e Frullicone. Pungono in attacco Re David e ‘l brigante de la Meana. Fischio d’inizio. Le due formazioni si studiano per circa un quarto d’ora, abbastanza infastidite dalla bora, sin quando il dio Eolo dirige un magnifico passaggio di esterno a giro (come se diceva ‘na volta) del nostro Assessore che imbecca in area Re David, il quale col piede destro (miracolo!) uccella il portiere avversario. Meritato vantaggio; festa sugli spalti e telefonata al cardiopalma per il ricoverato Moggi. I nostri ci credono e subito dopo la rimessa in gioco dal circolo centrale, in un arrembaggio ben orchestrato dalle truppe acide, raddoppiamo grazie a una bella azione corale sulla destra, con un tiro respinto dal portiere che il buon Frullicone, in mischia, riesce ad insaccare. Festa doppia e collegamento di nuovo col Santa Maria della Stella (‘l Cholo sembra esse’ a 90º minuto: Ciotti, qui Ameri, qui Cholo…). Della Virtus Ortana poche notizie: nel primo tempo sono riusciti a lambire una traversa e non impensieriscono affatto la nostra difesa. Luca Ciuco offre una grande sicurezza al reparto (regà, ‘n bon portiere è mezza squadra…) e Bambini Pietro ha dismesso gli abiti del legnatore e ha imboccato -sarà forse la maturità?- la strada della saggezza calcistica: schierato da Moureno come centrale, svolge il suo lavoro alla perfezione, rilancia con criterio, chiude i corridoi che i nostri avversari vorrebbero approfittare e dosa la pausa necessaria nel vedere il gioco da dietro. Ma chi see? Mascherano?
Nel riposo ‘l Bello, dalla corsia, si scatena e telefona un po’ a tutti (l’ai fon lo pagamo noe, eh?): Vanessa, Ciucciornia, ‘l CholoE che è?
Il secondo tempo è all’insegna del controllo della situazione. È pur vero che concediamo qualche cosina in più ai rivali, ma il buon Ciuco, autore di due magnifiche parate,  sbaraglia le situazioni complicate. Bravo!
Moureno comanda la girandola delle sostituzioni. Ne ho perso il conto.
La Dea Eupalla (grazie infinite!) ci premia, di nuovo, con l’autogol del definitivo 3-0. Il numero 7, capitano degli ortani, pecca di poca sportività in un’azione in cui i nostri prodi lanciano fuori campo la sfera, con fair play, per permettere ai soccorsi di verificare le condizioni di un calciatore avversario infortunato. Embé! ‘st’ignorante nun ce ridà ‘l pallone! E allora te le cerche, cocco mio?  Infatti, la Dea del pallone, che vede e sa, lo punisce con una svirgolata parabolica clamorosa, dal limite dell'area, che si trasforma in un eccezionale pallonetto che scavalca il portiere rivale e va ad infilarsi tra le maglie della porta rivale. Gollonzo, ma giustizia è fatta!
A tre minuti dalla fine, il referee, che sino a quel momento aveva dimostrato notevoli doti di conduttore di gara, sbaglia clamorosamente su un intervento del Fico, il quale, nella nostra area, calcia -in primis- nettamente la sfera, colpendo, a continuazione, anche un avversario. Calcio di rigore ingiusto che il buon Ciuco non può detenere. Peccato! Finisce qui. L’arbitro manda le due squadre negli spogliatoi. Portiamo a casa un’altra meritata vittoria (ma nun v’avevo detto che ‘l campionato sarebbe ‘ncominciato ‘n ritardo per noe?). Oggi la nostra squadra mi è piaciuta molto: ha giocato con criterio ed equilibrio. Le punte hanno supportato generosamente il centrocampo (Giggino 10, pirata nostro, sta tornando in forma!) e la difesa è apparsa inespugnabile. Bravissimi!
Recuperiamo l’ai fon affidato al Cholo. Brucia! Arriva un sms di Moggi dall’ospedale. Scrive il nostro ds: Voe avrete anche fatto n’opra de misericordia corporale ogge, ma io n’ho fatta n’altra de misericordia spirituale:  “sopportare pazientemente le persone moleste” (voe due!). E la squadra n’ha rifatta n’altra: “Insegnare agli ignoranti” come se gioca a pallone. Amen.
   
Ed ecco le nostre pagelle:
CIUCO LUCA: La cognomastica nel suo caso inganna. Lui è un cavallo di razza, un purosangue! Dolicoformo. VOTO: 7+
GASPARRI ALESSIO: Anche detto Polmone amazzonico. Cede solo un po’ nel secondo tempo. Ma li aveva già sverniciati tutti. TGV. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: E’ uno dei capisaldi della filosofia A.Ci.Da. L’Eterno BadaRitorno. Armadio. VOTO: 7
TIBERI RICCARDO: Non ce ne vogliano i suoi. Ma da oggi è ribattezzato in Muti. Che sinfonia, che armonia, che direttore!  Sindaco subito! VOTO: 7 ½
SERRANTI NICOLO’: La tramontana nostrana per lui è un colpo di phon per sistemare la messa in piega. Rimane solido e gioca con i piedi per terra. Massiccio. VOTO: 6 ½
BAMBINI PIETRO: La sega a nastro stagionata. Rimane grinta, personalità e concretezza ma cresce la maturità. Tra i migliori. Dalla razza Machina serrae taeniaticae Aquavivae, alla specie Venustus pedilusor. Che cambiamento! VOTO: 7 ½
BATTISTI RAFFAELE: Macché vento da nord, lui è un uragano. Nel campo dell’Ortana restano solo macerie. Lo strino è lue! VOTO: 7
FRINGUELLO MATTEO: Ovvero: Cronache di una giornata no. Intrepidi e fiduciosi, aspettiamo che passi la mezzanotte. Nun l’avranno mica rovinato le numerose spasimante de la festa? Comunque, domani è un altro giorno. VOTO: 6+
PANICO DAVID: Nell’arena si distinguono: tori, timidi vitellini e quaquaraqua. Si batte, sbatte e stavolta incorna pure. Nacchere e olè. VOTO: 7
SCIULLI LUIGI: Corre, recupera e difende. Ci piace quello che fa. A lui, sembra, un po’ meno. Tempo al tempo brigante! VOTO: 6+
TARDIOLO VALENTINO: Solito gigante. Esce sfinito prima di averli accartocciati tutti (ha già buttato via le foto della Minetti?). VOTO: 7 ½
MAGISTRATO SIMONE:  Appena interpellato, dimostra di avere la risposta pronta. Il ragazzo si applica. VOTO: 6+
PALOMBINI DAMIANO: Della serie: Corri, ragazzo, corri. Arriverai. VOTO: 6+
PALOMBINI MATTEO: Buona prestazione. Con qualche allenamento in più tenderebbe all’ottimo. Peccato. VOTO: 6+
PONTREMOLI ALESSIO: E’ come entrare in pista quando il valzer è all’ultimo giro. Mancano gli stimoli. Trescone… VOTO: 6+
BALDINI FRANCESCO: Piccoli problemi fisici durante la settimana gli concedono comunque una buona sgambatura. VOTO: 6+
BALDINI MOURENO: Criterio, equilibrio e cambi giusti. Manco m’avesse letto nel pensiero! Affinità elettive. VOTO: 7

venerdì 14 ottobre 2011

Ezio Vendrame: una vita in fuori gioco

Riceviamo e volentieri pubblichiamo



Negli anni settanta giocavo a calcio in una buona squadra del comprensorio. Seguivo, con particolare interesse, un giocatore sgraziato e geniale: Ezio Vendrame, una specie di Kempes, o di Best, all'italiana. Colpiva il suo aspetto da hippie, i capelli lunghi, la barba e il suo spiccato anticonformismo.
Era dotato di una tecnica sopraffina e dimostrava, sul campo di calcio, quel che era nella vita: un genio sregolato, uno che andava contro corrente. Più poeta che mezzala, Vendrame era capace di fare un tunnel a Gianni Rivera e di chiedergli scusa. Ha dichiarato più volte che amava il calcio ma non amava fare il calciatore: si sentiva imprigionato, risucchiato dal vortice del campionato, dai soldi e dall'ambiente. Lo soprannominarono il nuovo Sivori, perché al posto dei piedi aveva due guanti.
Eppure ci si ricorda di Vendrame solo per i suoi gesti da clown e specialmente per quel suo modo di saltare a piedi uniti sul pallone, a centrocampo, e scrutare l'orizzonte ponendo la mano contro la fronte, quasi a conferma di essere davvero una spanna al di sopra degli altri e di voler guardare il mondo dall'alto. O ancora quando si soffiò il naso nella bandierina del corner perché non aveva il fazzoletto e, subito dopo, segnare un gol impossibile dall'angolo.
La più famosa delle sue "follie" la fece quando militava nel Padova: in una partita combinata contro la Cremonese, Vendrame prese il pallone e puntò verso la propria porta. 
I compagni spaventati cercarono di togliergli la sfera, ma non ci fu verso. Quando si trovò a tu per tu con il proprio portiere, finse di calciare in porta e stoppò la palla con il piede. Lo stadio tirò un sospiro di sollievo, ma a fine partita si seppe che un tifoso era morto d'infarto dallo spavento.




Nel 1975 conobbe il poeta Piero Ciampi e la sua vita cambiò. Iniziò a scrivere testi poetici e, da allora, ha pubblicato undici libri, tra i quali segnaliamo Un farabutto esistere (1999), Se mi mandi in tribuna godo (2002) e la raccolta di versi Le cose della vita (2002).
I suoi versi sono intrisi del male di vivere, di solitudine, di consapevolezza dell'assurdità della condizione umana.
Da Le cose della vita, abbiamo tratto due poesie:

Per non vivere
maledettamente solo,
mi disabitai
della necessità
degli altri


Pregiati
pezzi di me
persi per strada.
È lutto
per quello
che fui


Attualmente Ezio Vendrame vive a San Giovanni di Casarsa.  Ha allenato, negli ultimi anni, le giovanili del Venezia e la Sanvitese.

Ciao Renato



Aminadab & Co, i tifosi tutti dell'Acd Allerona, e la grande famiglia alleronese, con profondo dolore si uniscono ai familiari di Matteo e Damiano Palombini, ed esprimono sentito cordoglio e vicinanza per la scomparsa del carissimo Renato.

mercoledì 12 ottobre 2011

Cronache da Sherwood




Sabato pomeriggio ottobrino (‘l mosto è già ma le tine!) caratterizzato dall’avanzata dell’autunno con temporanei annuvolamenti e velate irruzioni d’aria fredda. Niente paura, mi stritolo come un mocio Vileda nella sciarpa regolamentare rossoblù e via: destinazione Porchiano. Non potendo seguire il prezioso consiglio del buongustaio Mister Mou (con il quale mi proporrei nella rubrica: “Scene da un matrimonio” col grembiule dai pettorali tatuati e il forchettone in pugno. Mengacci ‘s style docet!) causa evidente sovrappeso, consumiamo un pasto leggero (?) nei pressi del paese con qualche vol-au-vent al formaggio, lumachelle ripiene d’affettato e olive verdi, cimentandoci nel sempre irriverente spettacolo del disfacimento del nocciolo, sbigottendo i presenti grazie alle nostre innate abitudini al lancio quasi chilometrico dello stesso; gesti scabrosi facenti parte dell’opuscolo “Vede de piantalla, sinnò te gonfio de scappellotte” donatomi da la mi pora nonna quanno ero bardassetto perché, durante la visita al paese del Vescovo, gli strinsi la mano soltanto dopo aver sfulinato velocemente il naso. Piccoli gesti dal grande potere evocativo, al pari di alzare la gamba per lasciar terreno libero all’aria superflua. Ahhhh!
Orbene, appuntato lo stomaco e cominciata la digestione, imbocchiamo l’A1 salutando i paesi prospicienti, guidiamo per circa una mezz’ora prima di giungere al ridente paesino di Porchiano del Monte ovvero l’Allerona Amerina. Arroccato su una collina situata nella Valle del Tevere, condivide con il nostro borgo non solo l’altitudine (463 metri s.l.m.) ma anche, su per giù, la concentrazione umana: 350 abitanti in tutto. Per questa stupefacente relazione simmetrica, pare che tra i vicoli di Porchiano ci sarebbe lu’ Coco che impenna con l’ape 50 rosso Ferrari e lu’ Sirio, un interista incazzato come una biscia!
Anticamente denominato “Fortiano”, citato negli Archivi Medievali come “Castrum”, esso è una piccola rocca che conserva tratti di mura medievali con la porta d’accesso mentre all’interno, tra caratteristici vicoletti, campeggia la chiesa di S. Simeone che custodisce una delle pietre col sangue prezioso del Miracolo di Bolsena. Impossibile dimenticare che nel mese di Agosto in paese si svolgono le sagra della “porchetta” e udite udite, della “panzanella”. Il prossim’anno regà, giocamola pe' mezz’agosto!
Il paese è famoso per aver dato i natali ad esperti artigiani nella tessitura e nel ricamo tanto che, uno dei vessilli, il grande Arazzo del Palio di Porchiano realizzato dal CIRP, esposto alla Biennale Internazionale delle Arti tessili in Belgio, oggi è anche adottato come striscione ufficiale nelle partite di calcio. Questo ce manca! Propongo di attaccare all’entrata de Mattio, uno stendardo rossoblu tagliato e cucito dalle autoctone sorelle Fontana (Rosanna de Umbertino/Altavillina) e col cervo ricamato all’uncinetto da la mi moje, che così se tiene ‘mpegnata!
Non finisce qui, pensate che anche quel campo da gioco si trova in prossimità di un altro campo: quello Santo. “Le ombre odorate” dei Carducciani “cipressi alti e schietti” conducono ad una stradina sulla sinistra stretta, ma così stretta, che pare de annà di sotto. Stentiamo a trovare parcheggio rendendoci subito conto che in realtà non esiste; decidiamo di arroccare il bolide su pe’ ‘na greppetta ed entriamo.
Stretta di mano con l’ASD Porchiano, squadra agli A.Ci.Di sconosciuta, retrocessa dal campionato di seconda categoria. Anche il manto erboso appare in condizioni similari a quelle dell’amato Tardiolo: fasce desertiche, sporadiche piante aromatiche e medicinali, più abbondanti prezzemolo e cicorione,  quintalate de’ gramegna. Fa da cornice a questo quadretto bucolico una fitta macchia d’elce, teatro di leggendarie gesta calcistiche. Nel cuore della Sherwood Amerina, fin dall’antichità, lo storiografo Carlo Giulio Flaccido ha segnalato l’avvicendarsi di brontosauri fluorescenti e rinoceronti bipolari in mutande, con Papà Castoro che faceva da arbitro. Qui, dove Robin Hood fa finta de annà a funghi col capagno pe’ non pagà ‘l biglietto, si erge il sontuoso Porchiano Stadium.
Resistono alle pungenti folate dei venti da nord, ma soprattutto ai conati di rabbia dei sopracitati yeti made in Porchiano, gli irriducibili Cannas (al quale va un pubblico encomio), il segretario-amministratore dotato di illimitata pazienza Massimo Gilibini, le veline nostrane Valentina ed Emanuela, il Consigliere comunale nonché terzino destro Marchignani, l’infortunato Baldini e alcuni amici del Brigante rossoblù che ormai abbiamo, con molto piacere, accasato.
Mister Moureno scende in campo con Ciuco tra i pali, affidando il reparto difensivo a Gasparri, Il Fico, Serranti e il ritrovato Fabio Urbani. A centrocampo giostrano Frullicone, Capitano-mio-capitano Tardiolo, Tiberi Riccardo e Pontremoli, al secolo l’Ibra della Meana. In attacco ecco Papalla junior alle prese con uno stato influenzale e il Brigante de Meana. Al fischio d’inizio gli avversari ci trovano pronti a spingere; affondiamo con un ottimo lavoro dei terzini, giriamo la palla bene a centrocampo tanto che, dopo 7-8 minuti, siamo già a tu per tu con il portiere che, parando, mette fine ad una bella azione conclusa da Pontremoli. Diamo avvio ad una buona partita, ottima prova per la squadra che conferma sotto molti aspetti il gran lavoro compiuto nell’ultimo anno. Qualità, agonismo ed organizzazione di gioco incidono determinando la superiorità numerica netta cercata ed ottenuta girando la palla.
Purtroppo però, per i pochi che giocano al calcio, ce ne sono di più che i calci li dispensano; gli avversari, “con occhi di bragia”, iniziano a far legna, fiondandosi sul possessore di palla secondo il noto pragmatismo del: ‘n do' coio coio ('l poro Nereo Rocco docet). Antica arte quella del randellare a destra e a manca, di cui anche io, a volte, ahimè, fui fervido seguace! Bersagliati in campo e fuori da uno sparuto gruppo di tifosi accaniti, cerchiamo di mantenere la calma affidandoci alla difesa, ma soprattutto alle corde vocali, della nostra Renata d’Arco che tiene testa, a suon di acuti, agli attacchi tifoserecci. Queste le cercono come le serpe vecchie! Come dice il detto però, chi cerca trova. E infatti, un saggio intellettuale della tradizione locale porchianese che indirizza il proprio verbo contro il nostro timido linesman gridandogli “mette l’occhialeeeee”, accende la vena del poeta d’OltrePaja che con un sussurro chiosa: “e te mette le denteeee”. Assisto commosso al gemellaggio letterario notando come anche l’arbitro appaia intimorito dall’altezza di tali artifici retorici. Strano! Non reagisce nemmeno di fronte ai  più palesi insulti.
Non è facile, ma proseguiamo perseguendo la strada della pazienza e stavolta la Dea Eupalla ci premia: prima, su un cross in area proveniente da destra, permette il rimbalzo della sfera facendola insaccare al difensore avversario intento in un’improbabile deviazione (autogoal dell’1 a 0!) poi, pochi minuti più tardi, ci concede la grazia quando il centravanti avversario mangia (col companatico!) un goal sulla riga che, a dir il vero, è l’unica concessione fatta dai nostri. Quello che guadagniamo là in mezzo lo paghiamo a suon di legnate sugli stinchi, in una partita aspra in cui l’eccessiva ‘gnoranza degli avversari rischia di decidere il finale.
Da segnalare, fin qui, una punizione di potenza del nostro Ibra che si stampa sul sette dopo una parata impossibile del portiere che ci mette due dita, un’altra di Sciulli, di un soffio sopra la traversa, e varie azioni pericolose dei condottieri Gasparri, Tardiolo, Baldini, Battisti. A dar man forte entrano Panico, Palombini junior, Bambini e Fringuello e la ripresa si apre proprio su questa falsa riga, con grandi occasioni sfiorate da Re David e Pontremoli alle quali si sommano due rigoroni negati e tre fuorigioco inesistenti segnalati dal mansueto e tremante referee. Nella confusione di questi ultimi minuti al cardiopalma, perdiamo un po’ la lucidità, tirando il definitivo sospiro di sollievo soltanto quando il Fico de’ noantri riesce ad impattare il pallone del pareggio sulla linea della nostra porta. Che Dio te benedica, cocco!
L’arbitro fischia; qualcuno spieghi ai giurassici amici come si gioca al calcio, qualcuno racconti a Robin Hood quella vecchia metafora sul capagno (e il fondoschiena). Ci avviamo quando l’ombra fitta di Sherwood sta per avvolgerci e, passando per gli spogliatoi, ci torna in mente quel pomeriggio di una ventina d’anni fa. Noi, padri del glorioso Sporting Club allenato da mister Papalla senior, giocammo un match massacrati da un arbitro intimorito dalla verve Porchianese. Nel ricordarglielo, al termine della doccia, il moretto bassino aprì l’accappatoio indirizzandoci gesti inconsulti dal punto vita in giù. Perdemmo ma con stile.
D'altronde, come recitava uno striscione di ispirazione Pasoliniana, “Il calcio è un linguaggio con i suoi poeti e prosatori”. E l’invenzione, il ricamo, il ghirigoro, sono cose di pochi. Gli altri, sgrammaticati, non possono far altro che restare a guardare.

Ed ecco le nostre pagelle:

CIUCO LUCA: Ovvero: La sicurezza sul lavoro. Squadra e tifosi non possono che ammirare. Vola alto. VOTO: 7
GASPARRI ALESSIO: Da terzino rende la metà ma in questa partita non c’erano alternative. Sempre e comunque disponibile. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Ma questo è un armadio. A dieci ante scorrevoli, tre file de cassetti, e laccato oro. In crescita. VOTO: 6+
TARDIOLO VALENTINO: Tenente capitano di vascello. Si fa timoniere di un centrocampo granitico. VOTO: 7 ½
SERRANTI NICOLO’: In quel crescendo sismico lui rimane roccia. Tranquillo. In ascesa. VOTO: 6 ½
PALOMBINI MATTEO: Secondo non si quale favorevole congiunzione astrale, ha realizzato che il cervello è collegato a pronta presa alle gambe. Preciso e puntuale. Magari sempre. VOTO: 7
BATTISTI RAFFAELE: Al solito, argina e rilancia quando può ossia finché gli regge il fiato. Generoso. VOTO: 6 ½
TIBERI RICCARDO: Lui non solo ruba ai ricchi per dare ai poveri ma ruba anche ai poveri per dare agli affamati. Elargisce, con generosità, idee e palloni buoni. VOTO: 7 ½
BALDINI FRANCESCO: Il giudizio s.v. è legato al suo stato fisico. S-ball-ottato!
PONTREMOLI ALESSIO: La tigna risiede stabilmente nel suo calcio. Anche per questo ogni sua prova risulta molto convincente. Rimane da limare qualche errore in fase realizzativa. VOTO: 7-
SCIULLI LUIGI: Ovvero: chi è costui? Un tesserato iscritto al raduno nazionale sosia A.Ci.Di? Un po’ per sfortuna, un po’ no, non lo riconosciamo. Tornaaaaaa! VOTO: 6+
BAMBINI PIETRO: Metti ‘na Sega a nastro ne’ na macchia d’elce. Casa sua. Chettelodicoafa! VOTO: 6+
PANICO DAVID: La motivazione è il suo forte. Entra dando anche di più di quello che si poteva. Se ci aggiungiamo che meritava un rigore sacrosanto e ha fallito un’occasione per stanchezza…. Urge esorcista. VOTO: 6 ½
FRINGUELLO MATTEO: Orde di avvoltoi lo aspettano al varco. Lui risponde con la solita grazia.  Subisce un po’ la personalità dei rapaci. VOTO: 6+
PALOMBINI DAMIANO: Entra in battuta e tampona. Con il suo gran fisico contribuisce a tenere in carniere i tre punti. Buona caccia! VOTO: 6+
URBANI LUDOVICO e NAZZARETTO DANIELE: Li aspettiamo! VOTO: 15
BALDINI MOURENO: Ingredienti di qualità accostati con criterio ed equilibrio. Alchimista. VOTO: 7



martedì 11 ottobre 2011

Auguri Moggi!


Cari tifosi ACiDi,

su un cartoncino marrone, di quelli che si usano per etichettare il vino che dorme il meritato riposo nelle damigiane, e con scrittura notturna, ho ricevuto da Alberto Stefani, detto 'l Bello, un invito ufficiale per partecipare alla festa di compleanno del nostro Moggi, che si terrà stasera, alle ore 19, presso il mitico campo di Mattio.
Il mio fido & Co., invitato anch'egli con lo stesso metodo, ha preso in mano l'organizzazione dell'evento e mi ha girato la bozza del programma. Eccolo.
Il cronista allerorese ha cercato di contattare una certa Noemi da Casoria e una tal Patrizia da Bari, giusto per allietare la serata.
Sempre secondo le notizie raccolte stamattina dal mio collaboratore, sembrerebbe che anche Silvio -sì, proprio lui- discenderà in elicottero al Tardiolo e farà dono al nostro ds di un ciondolo-farfallina che l'alma mater dell'Acd Allerona porterà in pegno per sempre. Che emozione!
Io non so ancora se mi butterò sulla sopraccitata Patrizia -sto ripassando tutti i film di Lino Banfi che ho in casa per far colpo, con il mio accento umbro-barese, sulla bella invitata, o direttamente su Silvio per sfoggiare il mio repertorio di barzellette.
Ne ho già pronta una, in questa lingua strana che sto praticando, che potrebbe andar bene per entrambi:
"Cassano c'ha sett'anne e 'l su fijo je porta la su regazza e, a la fine, je dice (e qui si cambia lingua) : (in barese) Papà la vù pe nor? (si ricambia) E Cassano je risponne: (in barese) ma pur pe mezz'or!"
Che livello!
Tornando alla festa, mi riferisce & Co, che il mitico gruppo rock alleronese Terra, seme, illusioni, dopo circa 38 anni di separazione, capitanato dall'indimenticabile Jolly, si riunirà per la prima volta a Mattio, e interpreterà le versioni, in alleronese stretto, di Happy Birthday to you e di For He's a Jolly Good Fellow; se volete cominciare a riscaldare le ugole, i testi fanno così:

tante stecche per te
tante stecche per te
calma e gesso, Alberto
tante stecche per te!

e ancora

'l Bello è 'n bravo ds
'l Bello è 'n bravo ds
'l Bello è 'n bravo ds
e sempre lo sarà
e sempre lo sarà...



Mentre gli scatenati cantanti e musicisti rock del borgo faranno andare le note delle due famose canzoni (rivisitate), noi tifosi canteremo a tempo e faremo sventolare le sciarpe rossoblú (mi piaci tu!). A quel punto, forse dall'elicottero di Silvio, o, più in consonanza con la nostra cultura, dal trattore+carrettone del Ciucciornia, discenderà, da codesti mezzi, il sindaco Valentino Rocchiggiani con la fusciacca ma a la trippa, e la sciarpa della nostra amata squadra al collo. Dopo un breve discorso, si procederà all'inaugurazione di una statua forgiata dal nostro Ricciolino, in puro ferro battuto, in cui viene rappresentato Moggi con passo da bersagliere, tenuta invernale, berretto di lana in testa, sigaretta pendula dalle labbra, baffi irsuti, birretta Peroni in mano (ci sponsorizzano metà dell'opera) e bandierina in resta come se il nostro fosse pronto a scagliarsi contro l'arbitro di turno, che verrà istallata nel parcheggio antistante al Tardiolo.
Prenderanno la parola l'interessato, l'allenatore Baldini, inteso come Moreno, Valentino, inteso come capitan Tardiolo, e, attenzione, allacciatevi le cinture di sicurezza, il grande Cholo, il quale regalerà al nostro ds un anello di fidanzamento (ormai era palese!). Col permesso della Giuseppina –ma la cosa è incerta- si convolerà a giuste nozze, e si festeggerà, a spese dei promessi sposi, sino a notte inoltrata. La torta nuziale e i fuochi d'artificio verranno offerti dal ristorante-bar 'l Po' Vecchio.
Il menù è semplice: varie porchette e vino a volontà.
p.s. Alberto, so che canterai, sulle note della Raffaella nostra e nazionale, Come è bello sbandierare da Mattio in giù, ma se io non ci dovessi essere e se dovessi scappare con la Patrizia di Bari (nun sa sa mae), o se dovessi aver bevuto troppo, e non facessi in tempo a dirtelo, vorrei farti i miei migliori auguri di compleanno ( e di nozze!) e, questo non te l'ho mai detto, ti comunico che ho presentato al Presidente della Repubblica un progetto di legge per istituire come festa nazionale il giorno in cui decidesti di venire a vivere ad Allerona. Grazie!!!!


venerdì 7 ottobre 2011

Calcio e poesia



Tifosi ACiDi,
come possiamo attendere l'agognata partita domenicale senza annoiarci? Proviamo, come suggerisce il mio fido & Co, con dei bellissimi testi letterari sul football?
Ci auguriamo che siano di vostro gradimento. 
Iniziamo con una delle cinque poesie che Umberto Saba scrisse sul calcio, intitolata Goal
Vorremmo dedicarla ai nostri Luca Ciuco e Ludovico Urbani, portieri amatissimi dell'Acd Allerona.




Il portiere caduto alla difesa
ultima vana, contro terra cela
la faccia, a non veder l'amara luce.
Il compagno in ginocchio che l'induce,
con parole e con mano, a rilevarsi,
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.


La folla - unita ebbrezza - par trabocchi
nel campo. Intorno al vincitore stanno,
al suo collo si gettano i fratelli.
Pochi momenti come questo belli,
a quanti l'odio consuma e l'amore,
è dato, sotto il cielo, di vedere.

Presso la rete inviolata il portiere
- l'altro - è rimasto. Ma non la sua anima,
con la persona vi è rimasto sola.
La sua gioia si fa una capriola,
si fa baci che manda di lontano. 
Della festa - egli dice - anch'io son parte.











da Cinque poesie per il gioco del calcio  (1933-1934)

mercoledì 5 ottobre 2011

Ce l'abbiamo solo noi!


Da facebook:


A mente fresca si sbandiera parecchio meglio! W il rosso (blu).

lunedì 3 ottobre 2011

Kiss me





Inauguriamo il mese di ottobre con la prima partita della stagione in casa. Per dirla con Guccini, non so se tutti abbiano capito la bellezza di codesto mese. Nelle botti si conserva il prezioso nettare che ci allieterà a breve. Per render omaggio al Maestrone e per celebrare la distinzione data dal mio buon compagno di cronache sportive che ha elevato, proprio quest’oggi a pranzo, il buon vino a “parte intellettuale del simposio” (udite! Udite!), ci dilettiamo con un ottimo bianco: il San Giovanni della Sala, prodotto dai marchesi Antinori. Una sola, giusta, bottiglia, prima di affrontare le vampe degli spalti del Tardiolo.
Fa caldo. L’anticiclone delle Azzorre è assai benevolo e ci regala una splendida giornata piena di sole, di polvere e di adrenalina.
Tanti anni or sono, nel lontano 1976, venne avviato, per l’ultima volta, il calendario scolastico in questo giorno. Racconto al fido & Co. dell’effemeride e, commossi sino alle lacrime, ci alziamo in piedi, con la mano sul petto, per osservare un minuto di silenzio a imperitura memoria di quei giorni felici, del tempo in cui l’estate sembrava non dovesse mai finire; il ritorno a scuola era assai vago, e le bardasse forastiere -nel senso che non vivevano nel borgo- indugiavano nel salpare. Oddio me gira ‘l capo.  
Comunque, sarà la giornata calda, sarà la caccia che ci impegna o le ultime gite al mare, ma il pubblico acido non è accorso numeroso a Mattio e gli animi sono alquanto tiepidi.
Sugli spalti prendono posto i capotifosi Gufo, i Cannas, ‘l Coco, Alì, Sirio (armato di varie lanterne non propriamente elettriche), Francino, i Tardiolo-Bruggioni, David Franzini (assai spento) bardasse (al maschile e al femminile) di tutte le età, cani –per la prima volta sulle nostre greppe- di varie razze che cercano disperatamente di accoppiarsi (e che devono fa’ ? Co’ ste calle?!), attirando la nostra attenzione sull’ars amatoria canina e distogliendoci dallo scopo ultimo di quest’oggi: vincere!
Ospite gradito, e fotografo provetto, ‘l fijo del poro Nino e de la Rita, il nostro tifoso del finis terrae Boezio la Trebbia, il quale ci ha consegnato un messaggio urgente del celeberrimo Gordo Liberti. Costui, dopo aver richiesto al nostro ds Moggi una stanzetta privata con frigobar in perfetto stato come ingaggio, ha comunicato, dopo il gran rifiuto del Bello, che si accontenterebbe anche di un posto da magazziniere del Tardiolo, con diritto a posto letto nel medesimo spogliatoio,  du’ bottije de vino adacquato al giorno, tuta agricola di color verde ragolo (anche senza sponsor), scarponcini usati numero 41, e, una volta al mese, qualche donnina a pagamento che il suddetto Moggi dovrebbe procurargli… Booh?
Poco prima del fischio di inizio, assistiamo al rituale della foto beneaugurante. Mister Moureno schiera una formazione spregiudicata nella quale signoreggiano una quantità enorme di attaccanti o pseudo tali. Tra i pali rientra il buon Ciuco, la difesa è composta da Alessio Gasparri (al quale vanno, in anticipo, i nostri migliori auguri di Buon Compleanno!), Comodino, l’Assessore e ‘l Cannavaro de Bardanella, al secolo Serranti Nick; a centrocampo giostrano Fringuello (Fringilla coelebs), capitan Valentino e Pontremoli (il quale, come direbbero gli argentini, fa da attaccante bugiardo) e, in attacco, pungono Re David, Sciulli Luigi e Ball.  Il ds Moggi ha abbandonato la stecca della bandierina per dedicarsi alla nobile arte della stecca da tabacco (Bello, ricordite che Bacco, Tabacco e Venere, rendono l’omo ‘n cenere…), al suo posto il grandissimo Cholo, in tenuta da caccia. 
Qualche tifoso scettico, suggerisce che forse il buon Diego Urbani, abbia ormai appeso le scarpe al chiodo per intraprendere la difficile carriera da dirigente sportivo (Diego, lo sae che linesman che vince nun se cambia!). Il centrocampo fa fatica (of course): giochiamo con tre punte e subito dopo l’avvio della singolar tenzone pedatoria  siamo in costante inferiorità numerica nel polveroso midfield. Si gioca alla viva il parroco da una parte e dall’altra. Gli all blacks narnesi non ci intimoriscono ma la sfera non gira con criterio da nessuna parte e ci affidiamo esclusivamente alla sponda di Pontremoli Alessio, impiantato di spalle alla porta avversaria e a qualche sparuto affondo personale. Cominciamo a temere il peggio. 
Questa volta, però, la Dea Eupalla ci sorride e su una bella azione condotta dal Principe de Ripone sul fianco destro dell’area avversaria, un difensore narnese (Santo subito!) devia il traversone del nostro Ball e ci regala il goal del vantaggio. Una bardassa, munita di sciarpa regolare acida, occhi bellissimi, da me sconosciuta (sarà forastiera?), presa dall’emozione, mi stampa un grosso bacio sulle mie aggrinzite guance! Belin.  
I buontemponi alleronesi cominciano a far girare dosi esagerate di vino rosso, bianco e rosato. Io non lascio la postazione e controllo da tergo, da buon difensore, la sopraelencata fanciulla. Il primo tempo se ne va così. Vantaggio acido che i nostri avversari cercano di ribaltare in un contropiede gestito dal capitano rivale che sciabola male la sfera e invia il pallone sul tetto dello spogliatoio. Da segnalare un’ingiusta punizione nella nostra area, fischiata dal referee, vestito di verde pisello, che interpreta maldestramente una respinta del nostro Assessore verso il dominio di Ciuco number one
Assistiamo a una sceneggiata napoletana, forse dettata dal gran caldo, del secondo allenatore Cinese, il quale invade il campo, inveisce contro l’arbitro e rischia di essere espulso. Ci stupiamo, invece, della calma del direttore di gara che riesce a far calmare il nostro factotum e lo invita, in modo garbato ed elegante, ad accomodarsi in panchina. Sugli spalti si grida Uh, uh, per cercare di far sbagliare gli avversari, i quali, forse intimoriti dal nostro grido di guerra, calciano malamente sulla destra della porta alleronese. 
Un’altra grossa emozione ce la regala ‘l Brigante de la Meana, (o anche, da quest’anno, Pirate of Meana) al secolo Luigi Sciulli su una punizione al limite dell’area, a nostro favore, che Giggino 10 calcia da maestro all’incrocio dei pali. Solo la barra traversale si oppone al meritato goal Fischio di riposo. Tutti a cercare l’ombra fitta, ‘l bombo e le chiacchiere tra paesane.
Nel secondo tempo il caldo, la sete e il sangue che non scorre bene passano fattura. Luigi Sciulli ha ancora il tempo di esibirsi in un ottimo tiro che il portiere narnese estrae ancora una volta, dall’incrocio dei pali. Poi little ball, dà il gas alla sua motocicletta, semina due avversari con una serie di finte e controfinte nell’area rivale, e insacca la palla in rete per il meritato 2-0. Un capolavoro! Attenzione: la bardassa di cui  sopra mi afferra per la sciarpa rossoblú (mi piaci tu!) e mi rifila ben baci tre sulle mie perplesse palpebre! Dopo l’effusione qui descritta ho subito parlato con ‘l Bello e l’ho pregato vivamente di allargare, almeno di mezzo metro, la porta avversaria, in modo tale da permettere ai nostri prodi di dilagare, e a me di portare a casa ‘n capagno di baci (nun dite gnente a la mi moje, per carità!).
Mentre l’allegria per il vantaggio ci erotizza, Baldini, inteso come Moreno,  scorge il buco che la formazione spregiudicata ha provocato a centrocampo e corre ai ripari viste anche le “difficoltà polmonari” degli infaticabili titolari: fuori Sciulli (ma Giggino mio, perché ti sei arrabbiato per la sostituzione?),  captain Tardiolo, Fringuello, Nicolò Serranti e Ball,  e dentro gli opliti Fico,  Manganello, Magistrato, la Sega a nastro dell’Acquaviva, al secolo Bambini Pietro, e Frullicone; una serie di sostituzioni che vanno a rafforzare ogni reparto: Manganello e Magistrato si dispongono sulle fasce difensive, Comodino e Gasparri si convertono alla religione preziosa degli estremi, Fico e Frullicone comandano in difesa e Bambo sorregge da par suo il midfield.  La squadra narnese perde completamente la testa e un avversario si fa espellere per un fallaccio in area di rigore sull’Eurostar rosso e grigio che Trenitalia ci ha gentilmente concesso (Gasparri mi ricorda sempre più Francesco Rocca: quando i contendenti in mutande hanno la lingua a penzoloni, lui non fa più fermate. Che potenza!). 
Va sul dischetto Pontremoli Alessio, l’Ibra de la Meana.  Calcio potente a mezza altezza che toglie la polvere alle maglie della porta rivale. 3-0! E ora che succede, vi chiederete voi? Succede che la leggiadra giovinetta, invece di tuffarsi tra le mie braccia per celebrare la terza rete acida, sceglie quelle del mio fido & Co, colmandolo di tenerezze.  Comincio ad esserne geloso! Si riprende. L’Hellas Narni è ormai alla frutta e un altro giocatore avversario si fa espellere per proteste. Giochiamo contro nove uomini. Dalla panchina rivale, il mister e il linesman rischiano di andarsi a togliere la polvere dai pantaloni anzitempo; l’arbitro mantiene, però, un tono dialogante e li invita, con le buone, a continuare a giocare a calcio. Invito che, poco più tardi, il referee girerà anche al buon Cholo, reo di aver invaso il campo e di aver usato la bandierina come se fosse al corteo storico del Corpus Domini
L’atteso poker viene firmato da Pontremoli, il quale si libera in area di rigore, e uccella il portiere avversario da pochi passi. 4-0! La leggiadra giovinetta non sa più chi baciare (o a quale sciarpa afferrarsi), giacché, io medesimo, qual giocatore di basket, effettuo un blocco sull’amico cronista e mi infilo tra la stesso & Co. e la Venere seguitrice dell’Acd Allerona. 
La bella prende una decisione salomonica e bacia entrambi come se fossimo parenti lontani che non si vede da tempo… & Co. m’ha fatto schifì tutta la covata… 
I tifosi, prima di abbandonare il Tardiolo, avrebbero gradito un saluto un pochino più caldo da parte della squadra. Regà, se lo meritano!  Il buon guardiano Moreno, inteso come Urbani, ci sbarra il passo, da buon Cerbero, degli spogliatoi e non possiamo accomiatarci dai nostri eroi. Non ci resta che far ritorno al borgo natio. Sulla strada, chissà perché, io e il mio fido & e Co., canticchiamo, all’unisono,  una canzone del mitico Rabagliati:  ba ba, baciami piccina, sulla bo, bo, bocca piccolina…

Ed ecco a voi le pagelle di & Co.:

CIUCO LUCA: La tranquillità nostra e di tutta la squadra. Nonostante lo stiramento ad una coscia cala la saracinesca e chiude il chiosco.  VOTO: 7
GASPARRI ALESSIO Solito trenino tra sbuffi di polvere e di fiato. È Intercity, è Eurostar, è treno merci (una domanda: ma che te dà a magnà la tu mamma?) VOTO: 7
URBANI FABIO: Comodino esordisce in campionato con una buona prova. Nel secondo tempo si lancia a far l’estremo sinistro; ‘sto mobiletto, ‘ndo lo mette lo mette… VOTO:  6 ½
TARDIOLO VALENTINO: tanta, tanta, corsa. È apparso, a dir il vero,  un po’ meno lucido del solito, ma la generosità c’è tutta. Dicono le malelingue che nel suo armadietto ci siano delle foto di Nicole Minetti. Sarà… VOTO: 6 ½
SERRANTI NICOLÒ: è in netta ripresa. Ha aiutato a togliere la polvere alla difesa. Stira, ammira, e spolvera.  Mastrolindo! VOTO:  6 ½
TIBERI RICCARDO: è stato ribattezzato ‘l Beckenbauer del Ponte de Ripuje.  Centrale di lusso. Sbaglia una sola palla in tutta la partita.  Daje Franz! VOTO: 7 ½
BALDINI FRANCESCO: anch’egli in netta crescita, generosissimo e concreto. Uno s-ball-o! VOTO:  7 ½
FRINGUELLO MATTEO: Quando arriverà anche la precisione, sarà un centrocampista di lusso. Il Pirlo de la Meana, corre e si batte su tutte le palle. Passo più lento e meno gas. VOTO: 6½
PANICO DAVID: il Re David ci mette  tanta buona volontà, ma, specialmente nel primo tempo, i palloni giocabili sono pochissimi. Comunque, il ruggito c’è, eccome! VOTO: 6½
SCIULLI LUIGI: ci è apparso nervoso (sarà stata l’afa?). Ci lascia, come ricordo, due belle perle ma la Dea Eupalla gli volta le spalle. Succede.  Sostituito si arrabbia (un po’). Forza Gigi! VOTO: 6½
PONTREMOLI ALESSIO: siamo sulla strada giusta. Ma perché, invece di battere i calci d’angolo, il marcantonio nostrano non prova a inzuccare qualche parabola  proveniente dal corner? VOTO: 7
PALOMBINI MATTEO: ‘l Fico entra nel secondo tempo, ma quando è concentrato nessuno gli può tener testa. Grande e basta! VOTO: 6½
BATTISTI RAFFAELE: ‘l TIR de Mattio porta un carico di legnate, di sicurezza e di dominio della zona. Noi approfittiamo del viaggio. VOTO: 6½ 
MANGANELLO GIORGIO: fa il difensore di fascia nella seconda metà. Buona volontà  e grinta. Siamo convinti che può dare di più. VOTO: 6
BAMBINI PIETRO: entra nel midfield a far la sua parte. Peccato che la fiorentina (in senso lato) l’abbia fregato. Ha il passo e le geometrie euclidee del centrocampista metodista VOTO: 6½
SIMONE MAGISTRATO: buona volontà, corsa e grinta. Toglie i denti agli avversari che si inoltrano nella sua zona. VOTO: 6
DIEGO URBANI: il futuro è una bandierina? Come gli ha detto il referee:“ Giovanotto facciamo le cose serie” (e torna in campo). La stecca è pel Bello!!!!
PALOMBINI DAMIANO: il nostro futuro acido (si nun se guasta).
URBANI LUDOVICO: quando lo chiami, lui risponde. Medico sociale. 100% garantito.
BALDINI DANILE E RICCITELLI ANDREA: a presto ragazzi!
NAZZARETTO DANIELE: in bacino di carenaggio, ma lo aspettiamo al varo (lo spumante lo paghe te!).
VOTO COMPLESSIVO: 110  senza lode (la laura, come direbbe Totò, la pijeremo 'n po' più 'n là)! Insostituibili!
MISTER MORENO BALDINI: Il risultato gli dà ragione, bravo! Ma non sarà che avendo a disposizioni tanti bravi giocatori e avendo l’imbarazzo della scelta, la scelta lo imbarazza? Meditate, gente, meditate! VOTO: 6½