mercoledì 28 settembre 2011

Riscatt-ARSI: racconti di un week-end pseudo-calcistico



Aujourd’hui (leggerae ogge), vale a dire domenica 25 settembre, la Chiesa Cattolica celebra Sant’Aunacario vescovo di Auxerre, cittadina francese che, tra l’altro, condivide con il nostro borgo un suggestivo lungofiume e una centenaria tradizione vitivinicola. Nient’a che vedè co’ la magia del Paja e li profumi del bombo (bono) nostro! Datime retta. Nun j’allaccia ‘n dente!
Non l’ultima tra le affinità, riguarda proprio gli ordinamenti promossi dal Santo. Eletto il 31 luglio del 561, Aunacario è noto per i regolamenti dati alla sua diocesi specialmente sulle vigilie delle feste. Me pare de ricordamme qualche cosa! Io, più profano seguace della litania, modesto cronista, amante tra gli altri del calcio e della buona tavola, Suo umile discepolo dall’occhio fino, c’evo visto lungo! Prediche a parte, dopo un sabato sera punk-rock passato a ricercare nostalgicamente qualcosa da ingelatinare per fare onore all’evento, (quel ciuffo assassino che, nell’estate del lontano ’84, sulle note di People from Ibiza di Sandy Marton, seminò il panico in svariate balere Orvietane) mi appresto a raccontare la sopraccitata festa di fine estate organizzata dai ragazzi degli ARSI. Sant’Aunacario pensice te!
Orbene, trovatomi al cospetto di du’ (numero due) peli rimasti, dopo aver raggiunto l’amara consapevolezza che nun c’era più niente da addrizzà, mi avvio per la strada di Villalba per raggiungere la festa (ovvero il pre-partita ACiDo) perché in fondo, sono stato giovane anch’io. Peccato che il vento malandrino della salita al monte, appena scappottata la curva de la Casetta de le Guardie, nello specchietto, mi ricorda che ormai potrei soltanto rilanciare il mito del latin lover con il muschio al posto della chioma. Che dite, mejo ‘na bandana? ‘N fazzoletto?
Raggiunto il Parco, prendo posto parcheggiando comodo col muso per l’ingiù; ‘n se sa mai doppo nun me riesce a fa’ manovra, e mi avvicino al chioschetto per garantirmi una buona dose di liquido; noto con piacere la presenza di numerosi più-e-meno-giovani, molti tra i giocatori rosso biancoblù (Ce risemo?!) e forestieri che gradiscono la musica, la compagnia e il suddetto bombo! Scolati du’ bicchieretti, il giusto per ristabilire il calore corporeo, mi cimento in una coreografia a piedi nudi nel ricordo del compianto ciuffo assassino di cui sopra, che ormai sembra non sortire più alcun effetto. Al contrario della Sangria! (Deliziosa! Bravi ragazzi!)
Nelle nostre sublimi campagne in cui il vino domina, regà, anche la Sangria vole la su parte! Per chi volesse cimentarsi nella preparazione, sappiate che la miglior riuscita è legata al buon uso di spezie (in particolare cannella e chiodi di garofano) e frutta al giusto punto di maturazione. Bevanda alcolica originaria della penisola iberica (ma particolarmente gradita anche a Villalba) è comunemente realizzata con un vino rosso corposo, ricco di gradazione. Avvisare l’Gordo Liberti che c’è un magazzino de borracce raso!
E poiché sto raccontando le vicissitudini (e le scialuppe!) mie a chi probabilmente non le vuol sapere (difetto solito di chi invecchia), giustificherò ‘sti bicchierini dicendo che li ho fatti esclusivamente per salutare l’estate. Nella notte in cui il caldo estivo cala il sipario lasciando spazio all’autunno astronomico e la combinazione aria-acqua può portare un’atmosfera nebbiosa (fitta ma fitta!), ringrazio gli amici ARSI, mi accerto che le sveglie siano prontamente rimesse per arrivare, palpebre semi-aperte, alla partita, e via a letto.
La domenica mattina faccio tardi. Al mio fido & Co je dura ancora quella de la sera prima; sfrizionata indimenticabile allo stop della Madonna dell’Acqua e partenza a razzo. Oggi i nostri prodi vanno a battersi in quel di Terni, ci aspettano una settantina di chilometri prima di addentrarci nella città degli innamorati presso la frazione di Campomaggiore sita tra Borgo Rivo, patria del Virgilio Amoroso, e Cesi. Mentre ci accingiamo ad individuare il campo di funesta memoria (L’anno scorso l’essimo prese otto -NDR-) gli ultimi scampoli di Sangria ci facilitano l’ottava del ritornello di L’estate sta finendo, cover da dedicare al buon Diego della casata Urbani, del quale confesso, sentiamo una terribile mancanza. Fa così:
L’estate sta finendo/
e tu tae da operà/
te tocca sta in tribuna/
lo sai che non mi va/
In campo di vittorie/
Nun ce ne sono più/
È il solito rituale/
Ora che manchi tu.
Il tragitto, un’oretta circa di macchina, passa così, tra un do di petto e un do di stomaco, trovandoci mal preparati come siamo almeno per quel che riguarda il livello di guardia dell’alcool! Ma resistiamo; abbiamo anche abbandonato il paese in festa per le Cresime (ce ne dispiace), dopo aver ingoiato l’ammazza-che-te-riammazza caffè insieme all’insalata mista e intavolato una velocissima disquisizione sull’indisposizione intestinale che il suddetto connubio di lì a poco ci avrebbe provocato. Fugone e via! Sant’Aunacario chiude ‘n occhio, te prego!
Tornando a temi più prosaici, il mio fido & Co mi ricorda che seppur il campionato si sia aperto per noi sul campo della Romeo Menti in quell’ingiusta sconfitta contro l’Attiglianese, la coppa umbra al contrario aveva fatto segnare tre vittorie su altrettante gare. Oggi abbiamo giustamente voglia di rivincita; sta rota ha da girà!
Se non me ce fanno l’occhie, il campo dei giallo-blu dell’Oratorio è sempre il solito; praticamente un terreno da calcetto nel quale potrebbe disputarsi, senza difficoltà, il torneo de li rioni. Io, presidente del comitato organizzatore scapoli-ammogliati, fantastico già vedendomi sul fondo a piazzare palloni boni grazie alle mie sempreverdi polivalenti caratteristiche di dribblatore, crossatore e incursore. Sarò senza capelle ma le piedi so quelle che so!
L’arbitro, giusto il tempo di rimbraccicare gli avversari, suoi intimi amici (ma la Federazione li capa?) fischia decretando l’inizio del match. Mister Mou (mentre andiamo in stampa ci giunge voce di un suo piccolo incidente. Auguri di pronta guarigione!) si affida, tra i pali, al sempre-pronto Ludo. Nella retroguardia campeggiano gli opliti: Manganello, Cannavaro de Bardanella, l’Assessore (quest’oggi in reparto arretrato come centrale di difesa) e Magistrato Simone. In mezzo al campo si battono il buon Gasparri, il prode Fringuello (prontamente ribattezzato Il Pirlo de La Selva), captain Tardiolo e Frullicone, reduci dalla brigata ARSA del sabato sera. Il reparto offensivo è formato dal duo: Papallino, Palombini junior.
Poco dopo l’inizio della partita, le mie sensazioni iniziali sul campo sono confermate; il rapporto densità umana/centimetri quadrati è clamorosamente sproporzionato con un numero altissimo di giocatori in troppo ristrette superfici; so fitte come ‘l panìco! Giocare bene a pallone appare quasi impossibile, allora decidiamo di ripiegare sulla altrettanto nobile arte del prenderlo a zampate. La sorte ci assiste e all’ 8’ del primo tempo regolamentare, insacchiamo la rete con una magistrale punizione architettata dal Principe de’ Ripone. Complimenti! Meritato vantaggio, grazie ad un gioco superiore a quello degli avversari.
Eppure, la buona sorte dura il tempo di un battito di ciglia perché al 16’ l’arbitro decide di fischiarci un rigore (contro, è ovvio) perché, su un pallone lungo che il DonBoschese (o giù di lì) non avrebbe più raggiunto, arriva la spintarella del buon Simone. L’arbitro fischia e subiamo l’1-1. A questo punto, dovrei consigliare la ripetizione del manuale del buon arbitro alla voce “calcio di punizione diretto da undici metri” ma ci pensa il nostro linesman in modo, se possibile, ancor più efficace. Daje Bello!
Ci avviamo alla fine del primo tempo continuando in un buon gioco che schiaccia gli avversari nella loro metà campo e tirando diversi palloni pericolosi che il portiere, stazza decisa, prontamente respinge. Sullo scadere però, arriva il classico errore difensivo e andiamo sotto di un goal (Eupalla doesn’t forgive!); su un fallo laterale, la difesa lascia libero l’attaccante avversario che ci uccella. 2 a 1 (purtroppo!) con tanto di sproloqui vari.
Il secondo tempo inizia, seppur con maggiore stanchezza, prendendo le sembianze del precedente; la nostra squadra prova a spingere al massimo, corre, raddoppia, sfiora due volte il goal con Captain Tardiolo (colpo di testa raso palo) e Frullicone (tiro che si impenna davanti alla porta). Rimaniamo pericolosi grazie anche ai rinforzi che Mister Mou fa prontamente entrare dalla panchina: Re David, che lotta con caparbietà e tenacia, Sciulli che gioca la carta della velocità, l’insostituibile Bilancini che sfodera una prestazione degna di nota e la new entry Nazzaretto all’esordio che, sebbene indietro fisicamente, ce la mette tutta a ritagliarsi un suo spazio.
Niente serve a niente oggi, nemmeno essere riusciti sul campo ad esorcizzare quel pre-partita festoso; quando arriva il terzo goal sul classico “mia”- “tua”- “mia”- “tua”-  e poi definitivamente sua, i nostri sogni di gloria vanno in fumo. Eravamo mezza squadra intorno ad una sfera ma non siamo riusciti a calciarla?! Eupalla ce risemo?
Chiudiamo il match sul 3 a 1 meritando comunque di più. Da segnalare, oltre a quanto già detto, l’ottima prestazione dell’Assessore: tempi giusti, preciso come un orologio svizzero; ‘ndo lo metti sta (bene)! La buona prestazione del nostro Eurostar, al secolo Alessio Gasparri, costretto, visto il campo che non possiede spazi per i suoi affondi, ad impostare una partita di contenimento e tirare il freno a mano.
Ci avviamo verso casa; avendo ormai smaltito a sufficienza, decidiamo di sostare da un porchettaro ambulante per concederci il lusso di un panino. Davanti alla magia di quella cotenna dorata, filosofeggiamo tirando le somme delle due giornate passate assieme ai nostri ragazzi; l’impegno ha prevalso, presenziato da costanza e passione, dentro e fuori dal campo. Mancava, se possibile, soltanto qualche oretta di sonno in più! Sant’Aunacario docet!
Per questo, amici, sostenitori, tifosi ACiDi tutti, sabato ore 15.15, aspettiamo voi e le vostre ugole d’oro al Tardiolo (finalmente!) motivati dagli stessi sentimenti di rivincita, perché come ha già detto un celebre filosofo del secolo scorso: “Il nostro campionato inizia sabato prossimo!”


sabato 24 settembre 2011

Di manovre, zanzare, unghie incarnite e tutto 'l cucuzzaro


Ed è così che qualche mese dopo la porchettata di fine campionato (e ‘l vino, ovvio) ci ritroviamo qui, puntuali come l’aumento della benzina a fine giugno. Mora’ che te venisse ‘n….  Gavettone party (co’ le conche si intende) e tressettino d’obbligo sotto l’ombrellone, col mio fido & Co a sfogliare, tra ‘na parmigiana co’ le melanzane e l’altra, i giornali fino al trenta di agosto per scoprire le novità estive.
Ufficialmente entrato nella speciale classifica dei ruoli più infelici della storia, subito dopo la valletta di Pippo Baudo e la manina del “ripescatore” del Cesi (oggi ahimè in seconda categoria) ecco & Co: un fusto compresso nel mutandone bianco blu di flanella che pare disegnato da Martufello e la collanina col cervo: con l’ACD marchiata a fuoco sulla pelle. Unico obiettivo: intrufolarsi per spizzare le novità del calciomercato, gli scoop, le manovre.
Distesi al sole, co’ la trippa che ce faceva ombra (eh, quante memorabili magnate 'sti mesi indietro!) ordinamo un ghiacciolo al Lardo di Colonnata al barretto de Montalto e ‘nsaccamo le spalle davanti alla mancanza del jukebox e dei suoi tormentoni: i Righeira, i Ricchi e Poveri che poi sono sempre stati i veri fattori dei raptus omicidi ferragostani assieme ai topless della Cancellieri e alle telecronache di Pellegatti.
Ogni anno ad agosto la solita solfa. E quest’estate che noia, non ci sono più gli scoop di una volta. In compenso ci sono state le copertine dedicate alle magagne amorose: quelle del Bello e Mister Moureno, s’intende! E se può sembrare un fatto trascurabile, sappiate che le foto della liaison hanno tenuto banco sotto gli ombrelloni assai più della manovra finanziaria. Ben altre, dicono, sono state le manovre dei piccioncini: mentre il primo cercava in ogni modo di iscriversi al corso per imparare ad inviare cuori su Feisbucche, l’altro scriveva sms romantici sulla migliore presa (di posizione): 4-4-2? 5-3-2?
Insomma, è stata l’estate dei sentimenti che non ti aspetti. Questa la mia Hit parade 2011:
Al primo posto della speciale classifica si piazzano, senza dubbio, le pappardelle, li crostini neri, il cacio, divorati con affetto (ma soprattutto affettato) allo “stende” alleronese. Con buona pace degli Anonimi (eh, no, quello nun so’ io regà!) che, dal muro de Piazza, annusavano solo il fumo delle grigliate. Bone, davero bone! E la Simona, con una passione d’altri tempi, e tutti quelli che hanno aiutato, e le bardasse de servizio, e la squadra dei cacciatori (uno per tutti, il mitico Ansano de Fischietto), Daniele dell’Anna, l’Asinello, l’alleronese quelle vere. ‘Na goduria!!

Al secondo posto, le effusioni pubbliche che non ti aspetti, un tripudio d’amore selvatico; Pato che limona ininterrottamente sul pontile di Villa Certosa (ma un Eminflex, un letto di fieno, un materassino gonfiabile?) Cosa erutterà mai sto finto vulcano di Villa Certosa, ferormoni? Me toccherà facce ‘na capatina. (Invito esteso anche ai piccioncini, ovvio!) Per non parlare di Balotelli che rimorchia qualsiasi cosa passeggi sul bagnasciuga, dalla turista tedesca al tellinaro settantenne. Avranno sbajato la dose?!

Terzo posto per Federica Pellegrini. Non tanto per quello che riesce a fare in 1’55’’58 a suon di vigorose bracciate, ma per quello che fa da asciutta: a lei scivolano addosso tanto l’acqua quanto le magagne amorose e si porta a casa due medaglie. Vojo dì, noi appagati da più modesti bagni nelle acque del mare de Paja, col tubo galleggiante,  noi che emo sempre saltato ‘l mare perché “nun emo fatto in tempo a taglià l’ugna incarnita”, i successi sportivi li lasciamo celebrare ai giornalisti che trascorrono notti insonni per partorire giochi di parole entusiasmanti con la parola FEDE. Considerando però che la sportiva media, la più carina, è generalmente femminile quanto Papalla in giarrettiera e ha la falcata del Fico nei momenti migliori; ovvero il passo di un bersagliere bergamasco. Ci inchiniamo.

Il quarto posto è per le zanzare. Ovvero Odi et amo. L’accanimento dell’uomo contro 'sto poro insetto sta raggiungendo dei livelli preoccupanti. In fondo, viviamo in un paese in cui si tollera di tutto ma per le zanzare non c’è pietà. Che poi, vojo dì, fanno pure compagnia! In principio furono gli zampironi, metodo piuttosto diplomatico per togliersele di torno; finché parecchi in zona giurano di aver visto una zanzara rullarsi la polvere di piretro compressa del suddetto oggetto spiraliforme. E allora l’omo alleronese s’è incazzato sul serio e, a mezzanotte, con la Gazzetta dello Sport del giorno prima sapientemente arrotolata, zero spese, ha iniziato la collezione dei cadaveri color vermiglio sulla parete della camera e sulla fronte di Gasperini.

Il quinto posto (ma primo, a pari merito) va all’Amore con la A maiuscola, quello da Mattio in giù (che la Raffella Carrà nostra avrebbe cantato si c’avesse conosciuto prima), l’Amore tossico che ti fa il fegato A.Ci.Do. Le manovre dell’estate (no le stupidaggini) sono quelle del corteggiamento messe in atto da procacciatori, dirigenti, allenatore e aiutanti rossoblú per cui oggi, uno ad uno, posso celebrare i nuovi acquisti (certamente più duraturi di una cottarella estiva!):
CIUCO LUCA: Classe fine anni ’70. Ha giocato in categorie importanti nel ruolo di portiere. & Co, che ha fiutato le informazioni arrampicandosi sulla finestra del bagno del Bello (resistendo anche ai numerosi afflati. Che eroe!), suggerisce un’ultima informazione: una scarica di positività.
FRINGUELLO MATTEO: Classe ’91. Abbandona la militanza nel Federico Mosconi in cui giocava come centrocampista. Ottima scelta.
PONTREMOLI ALESSIO: Percorre una strada più breve, salutando con affetto (ci uniamo al coro: ciao, ciao!) gli amici nonché vicini di casa della Romeo Menti. Gioca, di fisico, come attaccante.
TIBERI RICCARDO: Classe ’84. Centrocampista attento e metodico della scuola Romeo Menti (ancora tanti saluti!). Anche detto l’Assessore.
NAZZARETTO DANIELE: Lascia il Ciconia e viene a rinforzare il reparto difensivo alleronese. Classe ’91.
Purtropppo, ‘l gordo Liberti, barista-centravanti argentino (ex ex del River Plate), classe 1949 (o 1950) che ‘l Bello e Boezio la Trebbia assunsero in una serata memorabile in cui scarseggiarono le scorte di birre in quel di Valencia, non ha voluto accettare la proposta fattagli dal nostro ds (si mormora che ‘l gordo Liberti avesse preteso da Moggi una stanzetta ammobiliata adiacente agli spogliatoi del Tardiolo, con letto a due piazze e frigobar corredato da  dodici bottiglie di birra Moretti doppio malto. Giusto l’occorrente pe’ pote’ dormì  ‘n quarto d’ora, tra ‘n tempo e n’altro!).
Ma non è finita qui. A quanti riecheggerà nelle orecchie il ritornello: “Non sarai mai solaaaaa. ACD Alleronaaa!”. Ebbene sì, Alessandro Piazzai, il Mameli de noantri, figlio del più grande idraulico della generazione passata, ex militante nello storico Sporting Club, è oggi il presidente della nostra amata squadra: le nozze sono state celebrate in gran segreto e l’esclusiva è stata venduta al Foglio Giallo. Trapelate le prime indiscrezioni, nei vicoli alleronesi, le voci si rincorrono: “Dice che coso, ‘l fijo dell’Ottavia, fa l’amore co’ quella de Mattio”/ “Ah cocca, nun me dì gnente, ho domannato ‘l nome al mi nepote; me s’è rivoltato”/  “No, c’ha n’ nome straniero; è forestiera me sa”.

E, così, sulle note dell’inno, eccoci al tanto atteso giorno dell’esordio. Si gioca di sabato per gentile concessione della Federazione visto che l’impianto di irrigazione (du’ sifone, of course) di Mattio pare essersi otturato (urge chiamata ad Areggi senior per rapida scalcagnificata!) e sul campo dei fratelli della Romeo Menti (quanto c’avevo sperato ne 'sto derby!). Afa e temperatura da trebbiatura, senza un filo d’aria.  Le squadre entrano in campo davanti ad uno schieramento di pubblico impressionante; le gradinate del Menti sopportano 180 persone ad occhio e croce; e io ritrovo i miei vecchi compagni di sventura: ‘l Gufo, i Cannas, l’Anna e Daniele, i Ball’s Boys, un neonato gruppo de bardasse innamorate (“Le Fringuelline”), Torrini-Ciucciornia e Albertino Banella  detto anche “Moviola” per le fulminee incursioni calcistiche.
Mister Moureno scende in campo con un 4-3-3 mascherato; un rombo-triangolo con l’esordiente Ciuco tra i pali. Saluto i ritrovati prodi del reparto difensivo: da destra, ‘l Trenino de lo Scalo, al secolo Alessio Gasparri, l’affilata Sega a nastro dell’Acquaviva a cui Mister Mou affida un ruolo ad hoc che pare cucito su misura, Palombini e Simone Magistrato. A centrocampo riconosco Papallino, il sopraccitato Assessore in mutandoni, Fringuello e captain Tardiolo. Il reparto offensivo è dapprima affidato alla coppia Brigante de’ Meana-David Panico.
L’arbitro fischia l’inizio e le squadre, tra scaramucce e assestamenti, si studiano; l’algoritmo è facile facile stavolta: la formazione di casa gioca comunque meglio. Sfioriamo un palo col Principe de Ripone e abbiamo altre buone occasioni con Panico. Al 25’ del primo tempo però, dopo un errore difensivo, l’Attiglianese ci uccella con un tiro a tu per tu con il portiere. Siamo sotto di un goal e qui dovrei dilungarmi sulla macumba. Mi guardo in giro e vedo gente che sussurra: “Eupalla ‘ndo’ see?” o qualcosa del genere! Sembra non esserci concesso nulla; un errore, un goal. Siamo accaldati ma continuiamo a resistere e ad attaccare per neutralizzare il risultato negativo. Gli avversari sono ormai nell’ombra se non per qualche sporadica giocata d’esperienza impostata dai giocatori Matusalemme (avranno la mi età…).
Il caldo si fa notare e quando l’arbitro invia le squadre negli spogliatoi i nostri corrono a rinfrescarsi. Iniziamo il secondo tempo con un assedio-arrembaggio evidente nella metà campo rivale; prendiamo in mano una partita giocata a senso unico nella quale la sfortuna e, a tratti, qualche imprecisione, stanno decidendo per un risultato avverso. Prendiamo fiato grazie all’entrata della panchina: Marchignani, Fabio Urbani, Serranti Nicolò, Battisti e il neo acquisto Pontremoli, entrambi in forma smagliante. Abbiamo altre occasioni ma la più clamorosa arriva con una bella azione in area del sopraccitato Pontremoli Alessio (l’Ibra de la Meana) il quale, strattonato, non riesce a proseguire: rigore sacrosanto (con tanto di ammissione di tifosi e giocatori storici attiglianesi) che l’arbitro non ci concede ed espulsione diretta del nostro per proteste. Lite e vituperio in campo e fuori; al nostro referee Moggi, baffo più irsuto del solito, sei stecche di sigarette già belle che spippacciate, pulsa la vena del collo e parte la bandierina (prima incastonata sottobraccio per far posto a una birretta) a mo’ di giavellotto. L’arbitro, preso nella mischia, non sa a chi dare il resto.  Cominciamo  bene! La FIGC invita a nozze il nostro sistema nervoso già messo a dura prova! Una volta, quando anch’io mi battevo in mutande sui campi del centro Umbria, un nostro compianto capotifoso, quando l’arbitro ci danneggiava, in maniera clamorosa, gridava dalla rete perimetrale, con le mani che ne scuotevano vigorosamente le maglie: arbitro, datte all’ippica!
Ci si batte con orgoglio ma le vecchie volpi rivali impongono di amministrare il vantaggio. Segnalo un mezzo innocente tiro da lontano che non impensierisce affatto il nostro portiere che per novanta minuti può ronfare con la bolla al naso. L’arbitro fischia (peccato! Pensavo avesse ingoiato l’arnese nel parapiglia!) e noi portiamo a casa un’ingiusta sconfitta. Ci incamminiamo per la via del ritorno. Su pe’ la Retta del Papa, squilla il telefono hot del compagno & Co; spifferi di dirigenza ci informano che la neonata associazione degli ARSI sabato darà una festa, in quel di Villalba, alla quale siamo, siete (!), tutti invitati! Regà, nun famo scherzi. ‘L core è debole!