martedì 31 gennaio 2012

Scrivono di noi...

Nell'attesa, vi segnalo l'articolo apparso sul Corriere dell'Umbria- Sport di lunedì 30 gennaio che ritrae la nostra amata squadra. Tra l'altro, redatto dalla sorella del nostro amato Capitano Varge che ringraziamo per questa bella pagina. Che me fae concorrenza Vanè?! 
Per ingrandire cliccare sull'immagine.

domenica 29 gennaio 2012

Dalla posta: II Trofeo "Cuore rossoblu"


Alle ore 19.35 di sabato 28 gennaio, arriva la seguente mail che svela il nome del secondo vincitore della cena sponsored by "MAESTRI DEL COTTO". Mi intrometto, chiedo scusa, ma ne approfitto e colgo l'occasione di questa pagina, per ringraziare pubblicamente Alessandro Piazzai per tutto ciò che sta facendo. Grazie.
Ecco a voi il testo: "Per l'andamento costante e il gioco con cui si è imposto in mezzo al campo, sempre su buoni livelli; perchè ha saputo usare la testa e la tecnica nei momenti opportuni, in altri ha combattuto e governato senza mai smettere di trascinare i compagni, il cuore rossoblù di oggi è : FRINGUELLO MATTEO"

venerdì 27 gennaio 2012

Il cielo in una stanza



Nun piove, regà. La terra soffre e se non dovesse intervenire ‘na bella neve, come quella del ’56, le nostre riserve d’acqua, seppur ricche, finiranno per scarseggiare. Il calendario de Barbanera, per tutto il mese, segnalerebbe piogge consistenti e invece nisba, la campagna è sciarsa e la mi socera minaccia il suicidio vista la difficoltà nella coltivazione dell’ajo. Ce toccherà condì la porchetta co’ la cipolla. San Sereno, ce voe fa morì tisiche?

Siamo a sabato 21 gennaio e io, per l’appunto, mi godo la bella giornata di sole filtrata dai vetri della stanza da letto. Ebbene sì, a metà settimana, dopo una sudata in magliettina (non mi rassegno agli anni che passano!), ho buscato subito il virusse e, nonostante i sempre efficaci rimedi, fumenti col bicarbonato e infuso d’acqua bollita col miele, la malina non molla, costringendomi sotto al piumone d’oca. Per forza di cose, rimando il match fuori casa contro l’Hellas Narni, squadra che si barcamena nelle zone basse della classifica con 17 punti all’attivo.

Comunque, alle 14.30 in punto, entro nella classica trance pre-partita. Chissà come affronteranno quest’oggi i novanta minuti i miei amati fratelli in mutande? Fantastico su formazione e schemi, azioni e reazioni, affondi sulle fasce, lanci lunghi; passo in rassegna alcune delle scene memorabili della serata di coppa di mercoledì. Avete scritto un’indimenticabile pagina di storia A.Ci.Da ragazzi, alle quali anche il più poetico cronista avrebbe tolto, sottratto o rubato. Da qui, la (strana!) scelta di restare in silenzio, perché non ci sono parole giuste, perché qualcosa avrebbe potuto essere sciupato; eppure sappiate che, ancora oggi, mentre tampono il naso, mi ritrovo, pupille sgranate verso il soffitto, a passare in rassegna quei momenti.

Consumo il mio pre-festivo così, barcamenandomi tra una patata bollita e un soliloquio sul calcio mercato. Nella giornata di domenica poi, qualcuno mi riferisce di un’altra buona prestazione dei nostri, grazie alla quale acciuffiamo tre punti preziosissimi. Partita gestita senza troppi patemi, a parte il quarto d’ora da torcibudello passato quando Palombini junior, in arte DanCan, decide di cimentarsi nell’azione da goal più lenta e più lunga della storia di tutte le terze categorie mondiali. La palla che avanza alla moviola, lui che non calcia, la palla che entra, non entra, si ferma e poi si imbuca per sancire il 3 a 2 finale. In ogni caso, comunque, era nelle mie previsioni. So strego, regà! Da lunedì me cimento anche nelle previsioni del tempo; promesso.

Le altre due reti, sono made in Principe (Cannoniere) de Ripone; nel borgo, si mormora che uno sia tra i più bei goal mai visti in un campo di calcio di questa categoria. Rientrato dalla sinistra, pennella un tiro a giro alla Pinturicchio che gonfia la rete. Travolto dalla disperazione di essermelo perso, in un moto di rabbia, spacco il termometro in terra.

Mentre racimolo ogni più piccolo atomo di mercurio dal pavimento,  sorseggiando l’ultima tazza d’acqua sporca, e il Sacro fuoco A.Ci.Do brucia finanche la spalliera in ferro battuto, mi accorgo che questo soffitto non esiste più. Vedo il cielo sopra noi.

giovedì 19 gennaio 2012

Dentro o fora




Così, nel corso degli anni, me l’hanno messa tutti. E’ così che spesso m’hanno convinto ad andare, rimanere, scegliere se stare oppure no. Una sorta di terra di mezzo, in bilico su un precipizio, in cui i principi che interagiscono sarebbero espressi da questi due avverbi di luogo. Orbene, miei cari lettori A.Ci.Di, è evidente che la natura e i procedimenti tipici dell’ermeneutica filosofica, robetta che noe magnamo col companatico, ci permettono di applicare anche a tutta questa nostra storia, la coppia concettuale espressa dai due contrari: “O dentro o foraaaa”.
Così, mi sentii urlare da la mi mamma il giorno delle Palme, quanno, poco più che bardassetto, anziché annà a la messa, me fermai a fa una corsa dietro al pallone col vestito de la domenica. Erano i tempi in cui ancora se buscava e lei, per l’appunto, era fori, fori dalla Grazia de’ Dio. Io, di conseguenza, fori, fori da la porta. Rientrai, dopo qualche ora, soltanto per intercessione de la mi nonna, poraccia, e comunque, le chiappai sonore anche da lei. In quel momento presi coscienza di un’esistenza percorsa sul filo del rasoio, e di come quest’eterna alternativa avrebbe pervaso ‘gni cosa me se presentasse a paro dell’occhie.
Verso i trenta, infatti, in un caldo pomeriggio del luglio ’82, quando la malattia del pallone si era ormai impossessata del mio corpo, osai preferire (senza alcun rimorso, lo ammetto!) il 3 a 2 di Paolo Rossi ai danni della Selecao verdeoro, ad una di quelle scampagnate ammazzafegato, col parentame fino alla quarta generazione.
Era una partita secca: o dentro o fora, noi o loro per la semifinale. Loro potevano pareggiare, noi dovevamo vincere. Mi addormentai sfinito, farfugliando la formazione disposta da Bearzot; fui svegliato di soprassalto da un tretticone de la mi moje, alla quale gridai con enfasi il finale della storica telecronaca di Nando Martellini: “E’ finitaaa! E’ finitaaa!”
Sfiorai il divorzio sulle note di: “O dentro o fora”, in cui fora stava per: “Torna a casa da la tu mammaccia che t’ha creato”. Quel giorno, mi capirete, feci la promessa alla mia amata consorte che, una volta finito il Mondiale, avrei saputo vivere anche senza quelle domeniche pomeriggio con Valenti e le pronunce incomprensibili di Tonino Carino da Ascoli. Giurai il falso incrociando, se possibile, anche i peli dell’alluce.
Poi, con il passare degli anni, ella capì che il calcio era dentro di me come il senso di fame, e le decisioni circa il “dentro o fora” si spostarono gradualmente su altri campi (dove campano mejo li gerani, dove va acciabattata la camicia ne li calzoni) fino al giorno d’oggi, in cui, ogni anno, passate le feste, campo nell’indecisione di come sistemare la panza in relazione alla cintura. Dentro o fora?
Orbene, scusandomi per la digressione filosofica, mi addentro nella cronaca di domenica 15 gennaio, giornata in cui la nostra amata squadra si appresta ad affrontare un match ostico contro l’Oratorio S. Giovanni Bosco, squadra che milita a metà classifica con una ventina di punti. Per l’occasione, consumo un pranzo casareccio a base di coniglio a porchetta, farcito con tutti gli odori, interiora e pancetta; abbino una bottiglia di Palaia, vino corposo prodotto dalla Monrubio.
Non ho ancora digerito, quando alle 14.30 tento la scalata alla grappetta di Mattio, proprio sul fischio d’inizio dell’arbitro. Per i nostri, scendono in campo Cortellini tra i pali, in difesa Captain Tardiolo, l’Innominato, la Sega a nastro dell’Acquaviva e il Fico; a centrocampo si battono Frullicone, l’Assessore Tiberi, il Cholo, tornato titolare e l’Ibra della Meana, al secolo Alessio Pontremoli; davanti spinge la coppia di devastatori formata da Gigino nostro e Ball. Per gli undici che si battono dentro al rettangolo di gioco, innumerevoli altri si dimenano fuori; tra tanti, mi piacerebbe citare quelli della tribuna dei lungodegenti che non smettono un attimo di incitare i compagni: Gasparri calato nei panni di linesman, Panico, Baldini Daniele, Manganello, Nicolò e, da lontano, il mitico Bila.
Al pronti via, dimostriamo la personalità giusta, gestendo una netta superiorità che schiaccia e impensierisce gli avversari; smetto di contare le situazioni favorevoli create dai nostri, tanto che, al tredicesimo minuto, non ho più dita disponibili sulle quali annoverare il primo e meritato goal. Dopo un bel cross di Tardiolo venuto dalla destra, il Cholo, ribadito dal difensore dell’Oratorio, udite udite, gonfia la rete, continuando nella grazia divina iniziata ben tre settimane fa. La sua corsa verso la greppa, sotto la curva, quasi mi commuove e nell’esplosione generale, di strilla, petardi, salti e balli, mentre batto le mani così tanto da scorticarle, mi martella anche il cuore. E’ il delirio. Dentro e fora.
La partita prosegue su questa linea per tutto il corso del primo tempo; le palle giocate da dietro si mostrano interessanti lì davanti, dove la qualità del nostro reparto offensivo svetta. E se è doveroso ammettere che la squadra avversaria, forse per le assenze, non impensierisce più di tanto, fermandosi ad un gioco macchinoso e prevedibile, è pur vero che noi non molliamo un attimo la presa; al trentacinquesimo minuto, infatti, sferriamo il colpo che manda l’Oratorio fuori fase; Ball, servito da un lancio verticale del buon Tiberi, la butta dentro, davanti agli occhi di un difensore in preda al panico.  Si chiude così il primo tempo regolamentare.
Nella ripresa, caliamo un po’ il ritmo cercando intelligentemente di amministrare il vantaggio e lasciando spazio a qualche azione offensiva degli avversari. Nel frattempo, il portiere dell’Oratorio, stazza decisa compagno mio, e cuore indomito, nonostante le due palline già beccate, è nel bel mezzo della kermesse sportiva e ce la mette tutta, offrendoci l’opportunità di innumerevoli nonché elevati scambi tratti dal vocabolario: “Sagra della porchetta”. Sul 3 a 0, quando Gigi controlla a rientrare un lancio di Pietro e salta l’indemoniato coi guantoni, ci diamo dentro. Qualcuno alla mia sinistra, con voce soave, gli sussurra: “Intanto tre panzate l’hai date!” Lui va fora de capo ma anche noi non stiamo benissimo!
Rimane da segnalare, per la cronaca, l’autogoal del 3 a 1, made in Palombini senior, anche bello, davvero. Finisce così. E mentre il ragazzotto di cui sopra, fuori di sé, prende a cazzotti le porte del Tardiolo, offrendoci l’ultima scena pietosa di un fornitissimo repertorio, mi allontano pensando a quel pomeriggio del luglio di una trentina d’anni fa, a quella promessa mai mantenuta. Ne sono certo, dall’orlo del precipizio al quale molte volte mi avevano condannato, sceglierei ancora, mille volte ancora, per una partita di pallone come questa.  
Non è tutto. Aspettiamo di andare “in stampa”, vista l’importanza del ritorno di Coppa Umbra contro il Pietrafitta, disputato su un campo duro come il marmo, a meno due/tre gradi, in riva al Paglia, decimati da infortuni, con formazione imposta e rimaneggiata, sotto di una rete, con soli 44 minuti per farne almeno due. Loro potevano pareggiare, noi dovevamo vincere. Una partita: o noi o loro per la semifinale. Dentro o fora.
Come è andata, vi chiederete. Penso alle parole giuste, non le trovo. Mi addormento, sfinito dall’adrenalina, a notte inoltrata. Se questo è il nostro mondiale, noi siamo dentro.
Ed ecco a voi le nostre pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Poco impegnato. Quando chiamano, comunque risponde sempre. Sicurezza. VOTO: 6 ½
TARDIOLO VALENTINO: Suo il cross sul primo goal. E non è ancora tornato al 100%. Capitano. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Limita così bene l’avversario da mandarlo in palla quasi subito. Bada-ipnosi. VOTO: 6 ½
TIBERI RICCARDO: Dalla solita bella testa e dai soliti bei piedi arriva l’assist perfetto. Giornata sì. VOTO: 7
BAMBINI PIETRO: Concordo con il giudizio espresso dai giurati A.Ci.Di. Bella prova! VOTO: 6 ½
PALOMBINI MATTEO: Se ci sta con la testa, ci sta anche con i piedi. VOTO: 6 ½
BATTISTI RAFFAELE: Chettelodicoafa. Solita furia. VOTO: 6 ½
URBANI DIEGO: Tre partite, tre goal. Pare che non ci dorma la notte. Sogno premonitore. VOTO: 7
PONTREMOLI ALESSIO: Mi sembra di vederlo in netta, nettissima ascesa. Arma A.Ci.Da. in più. VOTO: 6 ½
SCIULLI LUIGI: Cresce a vista d’occhio inanellando un’altra perla alla sua collana. Prezioso. VOTO: 7
BALDINI FRANCESCO: Fa il secondo goal. L’ennesimo, della tranquillità. Piccolo Principe. VOTO: 7
MAGISTRATO SIMONE: Gioca solo il secondo tempo con scioltezza. VOTO: 6
FRINGUELLO MATTEO: Rileva Frullicone e i suoi compiti. Ben fatto. VOTO: 6
PALOMBINI DAMIANO: Prima o poi, sono certo, un goal ce lo farà. Cavallo selvaggio. VOTO: 6
RICCITELLI ANDREA: Intercetta tanti palloni, studiando il modo di distribuirli al meglio. Buon rientro. VOTO: 6
MISTER MOURENO: Continua a confermare una formazione vincente. Poi, ci fa tremare, sostituendo Frullicone e Tiberi nello stesso momento. Spavaldo il giusto. VOTO: 6 ½


domenica 15 gennaio 2012

Dalla posta: I Trofeo "Cuore rossoblu"


Alle ore 18.33 arriva al blog la seguente mail che svela il nome del primo cuore A.Ci.Do vincitore della cena sponsored by MAESTRI DEL COTTO. Ringraziando per aver scelto questa piattaforma, ne giriamo il testo ai lettori:
"Visti anche i pochi allenamenti settimanali per motivi di studio, oggi ci sorprende sfoderando una prestazione eccellente. Attento sulle chiusure, preciso nell'impostazione e, stranamente, non falloso. Il nome di uno tra i migliori impavidi di oggi è: BAMBINI PIETRO"

giovedì 12 gennaio 2012

Conciati per le feste


Carissimi Santa Claus e consorte,

nonostante la mia stufa abbia respirato, negli anni, soltanto le sgommate lasciate dai vostri mezzi di locomozione, nonostante i traumi infantili che a causa vostra, ancora oggi mi perseguitano, perché a sentì ‘l mi nonno, la somara del panzone, tutti l’anni, s’era azzoppata su pe’ la salita prima de casa, nonostante le ore passate ad aspettare che la vecchierella lasciasse qualcosa di più prelibato di un mandarino a capoccia, essendo ormai cresciutello, vecchio e panzone anch’io, coi molari consumati che trinciano le ultime scorte di torroncini, cantucci, brutte e bone e tozzette, quest’anno decido di fregarmene di tutte le sopraccitate delusioni e mi godo, bontà vostra, il pensierino confezionato da la mi socera: ‘na mezza pertica de busicchie. Magnà e morì.
Volevo comunque ringraziarvi di averci impacchettato una quintalata di bontà rigorosamente a fiocchi rossoblù; un immenso dono collettivo che arriva in realtà quando ormai le feste sono già alle porte e l’impasto delle castagnole già frigge nella padella (eh, sì, regà, passata l’Epifania, è già ora de pensà a Carnevale!).
Torniamo eterni ragazzini e, di fronte a tutto ‘sto ben di Dio, zitti zitti, ci lecchiamo le dite. Scartiamo il nostro pacco sabato 8 gennaio, dopo un 4 a 2, con il quale conquistiamo il quarto posto in classifica, magistralmente confezionato ai danni dell’Attiglianese. Iniziamo l’anno nuovo con uno tra i più proficui reparti offensivi, che vanta ben 36 reti all’attivo e 24 punti conquistati al giro di boa.
Mi sembra il minimo quindi, parlarti in questa lettera di alcune persone; per cui, se puoi Babbo, i doni portali a loro: quelli che continuano sul campo le nostre battaglie, quelli che scongiurano le profezie Maya (tiè!) e le leggende sull’anno bisesto foriero di sventure, quelli che conservano lo spirito di giocare al pallone: Cortellini, il Capitano, l’Innominato, l’Assessore Tiberi, Pietro, il Fico, il sempre verde Cholo, Frullicone, Alessio, Gigi nostro, Papallino; i subentrati Dancan e Marchignani; i panchinari febbricitanti accorsi di buona lena, Baldini Daniele e Panico, a dar man forte in questa partita non di cartello ma che avrebbe potuto rivelarsi pericolosa vista la pausa del periodo natalizio, le ore in meno di sonno, magari qualche stravizio e qualche etto in più, visti soprattutto i numerosi infortuni e le assenze patite. Noto con piacere che i numeretti da staccare per il lazzaretto A.Ci.Do sono già belli che esauriti. ‘Nnamo bene!
Partita chiusa il primo tempo, caro Babbo, con un secco tre a zero che, ti dirò, stava anche stretto. Il primo goal, in mischia, è opera dell’Assessore, autore della partita perfetta, senza alcuna sbavatura; se puoi, recapitagli per favore una coppa; no la Champions, Babbo (!), ma un rotolo di testa di suino, che poi magari ce la offre. Le altre due palline, sono invece perle del nostro Principe made in Ripone, assistito da un fenomenale Gigi; per loro 'n capagno de palloni d’oro, quelli che si scartano, fondenti. Il quarto che chiude il match, dulcis in fundo, è ad opera del Cholo che raccoglie una respinta del portiere dopo un’azione dello scatenato Captain Tardiolo. Giochiamo un buonissimo primo tempo e, seppur il lieve calo subito nella ripresa, portiamo a casa tre punti con una buona prestazione corale in cui è doveroso sottolineare l’impegno e la convinzione di ognuno.
Oh, oh, oh, a pancia piena, ora, pensiamo alla difficile giornata di domenica contro i temibili avversari dell’Oratorio. Ma attenzione tifosi a.ci.di.! Si mormora che a partire dalla suddetta partita casalinga, ed esclusivamente per le gare interne, lo sponsor presidenziale A.Ci.Do, I Maestri del Cotto, metta in palio una cena per il miglior uomo in campo. Un’esperta, segreta e incorruttibile commissione decreterà chi, tra i nostri fratelli in mutandoni, ricoprirà con maggior personalità il proprio ruolo in campo e, soprattutto, quanto e in che modo saprà mettersi al servizio della squadra. Brillante idea questa del nostro vulcanico Presidentissimo Alessandro! 
Consentitemelo, proporrei alla società anche una bevuta a fine campionato per premiare lo striscione tifosereccio più irriverente. Io partecipo con… ('l mio ve lo dico la pe' aprile!!) e invito tutta la tifoseria a prender parte all’iniziativa, lasciando nello spazio dedicato ai commenti i testi dei vostri striscioni personali!
Ma toglimi una curiosità Babbo, nun è che te see d’Allerona e de cognome fae Piazzai?! 

Ed ecco a voi le nostre pagelle:

CORTELLINI: Al rientro, sbriga la pratica nel migliore dei modi. Anno nuovo, vita vecchia. VOTO: 6
TARDIOLO VALENTINO: Il primo tempo è poco impegnato, comunque attacca su tutti i fronti. Poi a centrocampo bissa la buona prestazione. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Ci è apparso un po’ spento; sotto i suoi standard abituali. VOTO: 6
TIBERI RICCARDO: Luce, davanti alla difesa. Ottima prova. VOTO: 7
BAMBINI PIETRO: Tra luci ed ombre, colpi di karate a parte, fa il suo. VOTO: 6+
PALOMBINI MATTEO: Ce lo davano per malato ma lui è così; non sai mai cosa aspettarti. Infatti sfodera una buona prestazione. VOTO: 6 ½
BATTISTI RAFFAELE: Continuamente attratto dal pallone, lo bracca per tutto il campo. VOTO: 6 ½
PONTREMOLI ALESSIO: Che è sulla buona strada ce lo dimostra questa partita giocata con suprema intelligenza. Prezioso sempre. VOTO: 6 ½
BALDINI FRANCESCO: Non ce n’è per nessuno. Determinante. VOTO: 7
SCIULLI LUIGI: Gioca per la squadra una partita eccellente. Oggi ha stravinto. VOTO: 7 ½
MARCHIGNANI MARCO: Sulla sua fascia di meglio non si poteva fare. Anima A.Ci.Da. VOTO: 6 ½
PALOMBINI DAMIANO: Forza straripante e qualche bel numero. VOTO: 6
MISTER MOURENO: Ha saputo farsi seguire e allo stesso tempo stare dietro ai ragazzi. Il risultato si è visto. VOTO: 6 ½

venerdì 6 gennaio 2012

Buona Befana (nell'attesa)!


Cari tifosi a.ci.di.,

ci siamo quasi! L'attesa è stata lunga ma il campionato è, di nuovo, alle porte. Il girone di ritorno ci attende con la prima gara (esterna) contro la compagine dell'Attiglianese.
Nella sospensione, e nella speranza che i nostri ragazzi si recuperino presto dai numerosi acciacchi, vi dilettiamo con un testo poetico:


"sembra Parigi oggi
questa periferia
con la sua luce polverosa e dolce"
dice il cittadino in festa
che, laggiú sotto i platani,
porge, assieme ai vecchi sulle panchine

tra le bandiere dai tanti colori
cerchiati di blu,
ognuno rinuncia alla vergogna
del proprio niente
e diviene (a vicenda) dell'altro
spettatore riconoscente

(Enrico Testa, In controtempo, 1994)