giovedì 26 aprile 2012

Sabato pomeriggio...



Il calcio ad Allerona ha poco più di tre decenni di storia. Ma è solo in quest’anno magico che, per la prima volta, passando per ben 9 mesi di incontri (un parto!) e girando per i campi di mezza regione, la squadra ha accarezzato il sogno di salire sul gradino più alto dell’Umbria. Il campionato, stoppato per la tragedia avvenuta appena sette giorni fa sul campo di Pescara, impone l’anticipo della finale a sabato 21 aprile, giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra Sant’Anastasio il Sinaita. Della sua vita, quasi del tutto sconosciuta, sappiamo soltanto che lasciò il mondo, ritirandosi in solitudine sul monte Sinai, scrivendo sermoni fino alla morte. Esco di casa, disertando al sabato dedicato alla ricerca della cicoria, nella consapevolezza che prima o poi, mi toccherà far la fine del Santo di cui sopra. Bene.
Non calpestavo gli scalini di un bus dall’età della scuola, quando col vocabolario di latino, m’appuntavo, lato-finestrino, per la consueta pennichella mattutina. Esserci oggi, in questo viaggio verso la vetta, con i compagni di un tempo, mi restituisce un pizzico di euforia adolescenziale. Il borgo si spopola e nel deserto che c’è intorno, soltanto i colori rossoblù illuminano la piazza; le altre due fermate (salgono i supporters dello Scalo e quelli Orvietani) oltre ad appesantire il piuttosto precario stato dei postali, vintage il giusto, completano il gruppo degli aficionados A.Ci.Di.
Ci distrae, dal groppone sullo stomaco del pre-partita, uno svarione del simpatico autista; qualcuno, fortemente dubbioso circa la possibilità di arrivare a giusta destinazione, ricordando i fasti di una memorabile e alticcia notte di alcuni compaesani, dalle prime file, grida: “Sessimo a Cesena!”
E invece, inaspettatamente, ecco aprirsi le porte semiautomatiche del potente mezzo: scendiamo davanti alla sede della Lega. Siamo in tanti, davvero in tanti, tutti rossblù vestiti, con trombette, tamburi filarmonici e un arsenale di gigantografie. Ci segue anche uno striscione firmato dalla nostra amata Pro-Loco, assente giustificata, impegnata nella preparazione del dopo cena, presso la Sala Polivante di Allerona Scalo. Recita così: “Con la mente, con il cuore, la Pro Loco con amore”. Mi emoziono.
Il tempo di prendere posto, rigorosamente in zona damigiana, e via, si parte con le coreografie, egregiamente architettate dai due capo tifosi (ai quali vanno i miei personali e infiniti ringraziamenti, viste le peripezie organizzative nelle quali sono stati coinvolti) Leonardo e Nicolò. Mentre sventaglio il telo, lo ammetto, il cuore batte forte. Anche il primo cittadino, a fianco, mostra fiero il suo vessillo. Roba da far accapponare la pelle. Ci siamo.
Partono i cori, adeguatamente ritmati dai batteristi A.Ci.Di dotati di bacchette fatte ‘n casa. L’inchino del presidente, sotto la curva, davanti agli occhi della splendida compagna, mi provoca un sussulto; sarà l’emozione di vederlo lì a sfiorare quell’erba, sarà che i suoi blue jeans, irrimediabilmente compromessi da due sorche verdastre, lo rendono uno di noi, ma lo stringo in un virtuale abbraccio. C’è solo un Presidente! Il tempo di realizzare, insieme a lui, uno degli spettacoli quasi mai visti su un campo di terza categoria, e siamo tutti in piedi a tributare il doveroso minuto di silenzio per Piermario. Prepo è già densa di nubi rossoblù.
Eppure, suddetta e splendida cornice, il tifo organizzato, l’inno a cappella, gli sguardi carichi dei tifosi, non bastano ai nostri per prendere in mano la partita. Immobili, davanti alle giocate del capocannoniere preciano Funari, giocatore dalle qualità tecniche certamente non comuni, che pare abbia militato finanche in promozione, andiamo sotto di quattro goal dopo appena una manciata di minuti. Siamo intirizziti fin nei muscoli, narcotizzati manco ci fossimo sorbiti, nelle orecchie, senza pause, un cd intero di Amedeo Minghi. Abbattuti e increduli, non possiamo che sottostare alla genialità del calcio. Giornate di luna storta come questa,  lo ammetto, me lo fanno odiare. 45’ minuti di questa musica, poi decidiamo che è giunto il momento di fare sul serio. E quando rimontare 5 goal sembrava un’impresa disperata, arriva la reazione; tigna e tenacia frenano la valanga fino a rimontare la corrente. Ma non basta.
La nostra finale è terminata al 18’ minuto circa, di un ventoso sabato pomeriggio perugino. Ma è cominciata tre anni fa. Un tempo davvero piccolo, nel quale, attraverso innumerevoli peripezie e fatiche, dentro e fuori dal campo, abbiamo tentato di compiere il miracolo. E se la poca esperienza a livello “internazionale”, la poca malizia dei nostri giovani ragazzi, un campo dalle dimensioni ridicole e dal manto infame, non ci hanno permesso di salire quell’ultimo scalino, stringiamo comunque, con orgoglio, tra i denti, questa medaglia d’argento. Perché, tre anni fa, quando abbiamo deciso, non senza timori, di rimettere insieme le nostre forze, avevamo davvero già vinto.
5 a 3. Finisce così, tra la meritata samba dei biancocelesti, la favola dei rossoblù alla conquista dell’Umbria. Resta l’incontestabile dato di una sconfitta celebrata, come è nostro stile, come e più di un trionfo. Restino, cari ragazzi, nei vostri occhi, quelli orgogliosi dei tantissimi alleronesi, in piedi, ancora una volta, nonostante tutto, a regalarvi l’ultimo applauso. Restano, purtroppo, anche delle insensate scritte di vernice ad imbrattare gli spalti di una struttura appena inaugurata. Resta qualche stupido sfottò, mal tollerato dai tifosi avversari, mentre un ragazzo in barella, piange comprensibilmente il suo legamento crociato. A parte questo, restiamo così. Capaci di cadere e, subito dopo, di rialzarci, occhi negli occhi; capaci di rimanere insieme, come e più di prima. La netta vittoria che affossa il Porano, davanti ad una greppa gremita, ne è la dimostrazione. Ancor di più, lo sono il canestro degli squisiti biscotti all’anice offerti da Anna e il boccione magnum col rosso delle Spiagge con il quale, appena quattro giorni dopo, si torna a brindare.
Perché, in quel sabato perugino di metà aprile in cui abbiamo perso, perderci, sarebbe stata la più dolorosa delle sconfitte.

Dalla posta: VI trofeo "Cuore rossoblù"


Scusandomi per il ritardo nella pubblicazione, inoltro la mail arrivata nella serata di ieri. Ecco a voi il nome del Cuore rossoblù vincitore della cena sponsored by MAESTRI DEL COTTO. Vi giro il testo: "Per la tenacia con cui ha recuperato dall'infortunio, i chilometri percorsi sul campo al servizio degli altri; per la prestazione decisiva, perchè, seppur impiegato in diversi ruoli, risulta sempre prezioso. Per il suo impegno anche fuori dal rettangolo di gioco, il Cuore rossoblù di oggi va a: TARDIOLO VALENTINO."

mercoledì 18 aprile 2012

Piermario uno di noi


Su un campo di calcio, lo sappiamo, il cuore batte sempre forte. Quello di Piermario, un ragazzo ventiseienne, uno dei nostri, pulito e dalla simpatia travolgente, si è fermato all’Adriatico di Pescara, poco dopo la mezz’ora del primo tempo di una partita di calcio. Un bravo ragazzo, costretto dalla vita a combattere, capace di superare le difficoltà proprio correndo dietro ad un pallone. La sua storia personale rende, se possibile, ancora più inaccettabile questa tragedia; capirete dunque, cari lettori e tifosi, la decisione di rispettare questa settimana lontana dal “chiasso” calcistico.
La giornata se n’è andata così, senza calcio, senza risultati, senza dirette e senza striscioni, senza la pura ebbrezza di una corsa a perdifiato dietro ad una sfera. Quel ragazzo, che lotta per non morire davanti a milioni di telespettatori, scava un vortice di silenzio. Con la curva del Picchi pronta al suo ultimo lungo applauso, ammutoliamo. Se il cuore di Piermario non poteva essere guarito,  facciamo almeno in modo che guarisca questo calcio malato, schiavizzato da sponsor e diritti, che spreme i suoi uomini per ingozzare tifosi sette giorni su sette, che comunque sia, dopotutto, aspetta soltanto la prossima giornata di campionato per incrementare il rendimento azionario. Ciao Moro, che tu possa offrire al calcio, per lo meno, la possibilità di salvarsi.

21 aprile: la febbre del sabato sera


Tifosi, alleronesi tutti, calciatori, dirigenti, autorità, dottor Lisei, dottor Ialonardi, signor sindaco, maresciallo dei carabinieri della stazione del borgo, Sirio (tifoso number one), Coco, e chiudo l'elenco perché comincia ad affliggermi un virus pericoloso denominato "bacillo del balcone di piazza Venezia", ci siamo!
Dopo una diatriba assurda tra la FIGC, le squadre finaliste della Coppa Umbra,  le altre compagini che compongono il girone D di terza categoria, sorta sulla scia della dolorosissima scomparsa del giocatore del Livorno Piermario Morosini, la finalissima di Coppa si giocherà sabato 21 aprile, in quel di Prepo (Perugia), alle ore 17. 
Il cambiamento del calendario previsto danneggia chiaramente l'organizzazione della competizione, la pianificazione del tifo al seguito del match, ma dura lex, sed lex. È così, e non possiamo farci nulla.
Da queste pagine, me medesimo, e il mio fido & Co., modesti cronisti alleronesi, auspichiamo un grandissimo evento per il nostro borgo. Un pomeriggio di educazione, di distinzione paesana, di sportività, de quell'esse' alleronese in ogni circostanza. Siamo un popolo antico, ricordiamocelo: la nostra civiltà viene da molto lontano. Sabato prossimo, con pullman, macchine, apette (ma c'arriveranno?) ci stringeremo attorno alla nostra amata squadra come un sol uomo. Lo faremo, ne siamo convinti, con la signorilità e il garbo che ci distinguono. 
Regà, non so se, per un attimo, abbiate pensato all'importanza della finale: ebbene, noi l'abbiamo già vinta! Guardate indietro e cercate di rammentare quando è riuscita al nostro borgo un'impresa del genere.  Allerona, la nostra gente, è già nella storia del calcio amatoriale.  Abbiamo percorso insieme questa magnifica avventura, iniziata, per caso - come forse cominciano, davvero, le grandi cose-, pochissimo tempo fa. Ora vogliamo avere il diritto di essere ricordati negli annali del calcio umbro: andremo a giocarci la partita a lancia e spada, in campo aperto, come direbbe il maestro Carducci, senza nessuna paura, come abbiamo sempre fatto. 
I ragazzi sul rettangolo di gioco, Mister Mou, e i dirigenti sapranno fare la loro parte. La maglia rossoblù (mi piaci tu!) che gli undici opliti indosseranno nella finale prevarrà, ne siamo sicuri, su qualsiasi esigenza individualista. È il collettivo che è giunto sin qui. Siatene fieri!
A noi tifosi spetterà  il compito di sostenere i nostri benamati fratelli in mutande (a me la trasferta costerà, almeno, un divorzio; ma nun gne fa' gnente: diventerò signorino-tifoso-a.ci.do!); quindi, tamburi, vuvuzelle, ugole al vento, sciarpe, felpe, bandiere, mani incallite e spellate, accompagneranno l'inno del presidente-musicista-scrittore Piazzai
Ve ricordate come faceva, sì? Allerona è ormai sveja, Allerona è ormai sveja...

venerdì 13 aprile 2012

Volemise bbene!

Pensavamo di averne viste di tutti i colori: lo streaptease del nostro Cinese, l'esultanza di Tardelli nella finale ai mondiali di Spagna, le capriole di Cisse, i calci alla bandierina d'angolo, i balletti, e chi più ne ha, più ne metta. In questi ultimi giorni, la Repubblica tv immortala, con un video che vi proponiamo, la gioia infinita per un gol decisivo segnato nei minuti di recupero. Siamo in Spagna, la terra d'adozione del gordo Liberti, e Roberto Encinas, giocatore del modesto Toledo, esulta per la rete realizzata al 91' dal suo compagno di squadra, David Sanz, abbracciando e baciando la persona più vicina a lui in quel momento: l'arbitro!
Ah regà, quanto ci piacerebbe vedere 'l Principe de Ripone, baciare l'arbitro nella finale di Coppa Umbra! Forza ragazzi!

giovedì 5 aprile 2012

Pesce d'aprile (?)



Si gioca il primo aprile, alle ore 15.30, al Tardiolo. Organizzo un pranzo veloce, col fido & Co. e la di lui moglie che viene (meno male!) a far compagnia alla mia gentile consorte, e mentre ci dilettiamo con un ottimo abbacchio a scottadito, accompagnato da un contorno di spinaci e da numerose bottiglie di un buon Vigna di Isalle, un Cannonau di Sardegna generosamente erogato dal suddetto & Co., il noto cronista alleronese (oggi a dir il vero assai scaramantico) mi fa notare che in questa data si potrebbe rischiar grosso, calcisticamente parlando. Secondo & Co. non si conosce esattamente il periodo in cui ebbe inizio la celebrazione del primo d’aprile. Il dotto compaesano sostiene che l’origine del pesce d’aprile risale, probabilmente, al I secolo a. C., quando il primo di aprile segnava l’inizio dell’anno. Più tardi, la Chiesa cattolica soppresse la festa in questione stabilendo il primo di gennaio come inizio dell’anno. Ciononostante, la vecchia tradizione continuò a sopravvivere tra i pagani che, per questo, venivano derisi e scherniti. ‘Na bella confusione! Però, regà, quante cosa sa st’omo!
Sempre secondo il mio fido compagno, in Scozia, il pesce d’aprile dura due giorni. Durante il secondo giorno, chiamato Taily Day ( e cioè il giorno delle natiche), i calciatori scozzesi si divertono attaccando dietro le spalle del gawk, il compagno di squadra sciocco (o gojo, come diressimo noe), un cartello recante la scritta Kick me (prendimi a calci)! Gajardo!

Abbandoniamo in fretta e in furia il convivio quasi-familiare, sopportando, stoicamente, le invettive delle nostre rispettive signore (ma quanno la farete finita co’ sto’ pallone? Nun ve vergognate a la vostra età?). Non ce ne vergogniamo; e co’ la trippa sporgente a causa de la gran magnata (e bevuta relativa) ci avviamo, convinti dal vino e dal caldo anomalo di questo primo giorno di aprile, al nostro amato Tardiolo. La presenza sugli spalti dei nostri tifosi è assai numerosa. Purtroppo, il gran caldo ci fa rifugiare sotto le scarse piante alla ricerca dell’agognato refrigerio e, guarda un po’, ci imbattiamo in un delizioso rosso di cantina che aiuta ad aumentare, sì, il livello etilico nel sangue, ma anche (e soprattutto) a tener a bada la pericolosa afa pomeridiana. Voe mette…

Ci fa visita, in questa gara interna, la simpatica compagine del Montecchio che, ahimé, occupa l’ultimo posto in classifica. Nonostante ‘l bombo siamo ben consapevoli che la partita può risultare indigesta a più d’uno. Perché, direte voi? Perché, in questi casi, con il gran caldo che ci accompagna, ci si rilassa in maniera quasi naturale e gli avversari, attenzione, i pesci d’aprile te li possono attaccare (davvero) sulla schiena. Sulle tribune-greppe del nostro amato campo, circola la voce secondo la quale ci sono state delle difficoltà per mantener il terreno di gioco a livelli accettabili. Il polverone, a causa della forte siccità che stiamo soffrendo, è considerevole. Si mormora che il nostro Cinese abbia dovuto innaffiare il campo di notte! E sembra anche che ‘l Bello e ‘l Ciucciornia abbiano dovuto fare altrettanto all’alba. Purtroppo, mancano all’appello per vari problemi fisici, il bomber Panico, Alessio Pontremoli e Riccitelli-beccalossi. Il nostro principe de ripone, little ball, è squalificato. Fischio d’inizio. Purtroppo, non ci siamo sbagliati: i nostri premono nell’area avversaria ma la sfera non ne vuol sapere di entrare. Le occasioni da gol, il sudore, le traverse, si susseguono a tamburo battente, ma il risultato non si smuove. Noi siamo ubicati sotto le fronde di non so bene quale albero, con un prezioso boccione tra le gambe, che facciamo girare tra gli astanti, e cerchiamo di rincuorare i nostri compaesani-tifosi sull’andamento della partita. Regà, ci si comincia ad innervosire! Non possiamo perdere altri punti in casa se vogliamo raggiungere il giusto premio dei play off. Il primo tempo vola via così: tra un giro di boccione e un altro, un uhhhhh (e la relativa bestemmia, of course) quando la palla trova l’ostacolo dei legni della porta contraria e fa nascere l’incazzatura (giusta e sacrosanta) per la cattiva sorte. Tranquillità! Abbiamo l’ombra, il vino, la buona compagnia: sembriamo dei pastori (tifosi) tratti dai versi di Virgilio. A proposito di Virgilio, inteso come Maroso, non ricordo più chi mi ha comunicato che la compagine ternana è matematicamente in seconda categoria! Da queste mie ciance, come tifoso rossoblù, vorrei fare, anche a nome degli alleronesi tutti, i miei più vivi complimenti per il risultato ottenuto. Ricordate? I marosini sono quelli che abbiamo impensierito, per un po’, nel loro campo; sono quelli che vennero a riconoscere la qualità della nostra amata squadra. Quindi, a loro onore e gloria.
Secondo tempo. Il caldo aumenta ma, come spesso succede nel calcio, i coraggiosi ottengono la giusta ricompensa: un rigore che Damiano Palombini si è procurato viene trasformato magistralmente dal brigante de la Meana, al secolo Luigi Sciulli che ci dà il meritato vantaggio. Esultanza a non finire sulle greppe-tribune e vari giri di boccione per festeggiare l’evento.

Il raddoppio alleronese non si fa attendere: il grande Cholo segna un gol di testa (pelata) e chiude definitivamentela partita. A fine gara, le squadre celebrano l’incontro con un’ottima porchettata, elaborata dal babbo di Frullicone, vino fresco di Fischietto, all’insegna dell’amicizia e della fratellanza sportiva. Il ritorno a casa è abbastanza faticoso. Il troppo vino, il caldo, il pranzo e poi, dulcis in fundo, la porchetta si fanno sentire. La mia signora, e la di lei madre, non mi degnano neanche di uno sguardo quando saluto sull’avito uscio; continuano ad impastare biscotti e torte (col formaggio e senza) per la Pasqua che si avvicina. Je la caverò a magnalle?

Comunque, se non ci dovessimo sentire, auguri a tutti i tifosi a.ci.di!

Ed ecco a voi le nostre pagelle:

Cortellini Alessio: normale amministrazione. I nostri rivali non lo hanno mai impensierito, ma lui, comunque, rende facili anche le cose più difficili. Bravo. Voto: 7.

Manganello Giorgio: bello tosto come sempre. Non fa sconti a nessuno. Nella sua zona, ve l’assicuro, non cresce l’erba! Esce, purtroppo, per problemi fisici. Voto: 7+

Magistrato Simone: si aplica al meglio (come sempre) riuscendoci! Bravo! Voto: 7-

Tiberi Riccardo: i suoi cambi di ruolo portano sempre al medesimo risultato: prezioso! Voto: 7+

Bambini Pietro: suda e trasuda, ma gioca senza fronzoli come piace a noi. Rende al meglio, nonostante il gran caldo. Voto: 7-

Fringuello Simone: affidabilissimo: lo chiami e lui (sempre) risponde. Buon tono. Voto: 7

Raffaele Battisti: è un rullo compressore, uno schiacciasassi; asfalta, quasi da solo, l’intero centrocampo. Voto: 7 (mezzo punto in più per l’ottima porchetta!)

Fringuello Matteo: gioca divertendosi. In questo caso, il bimbo si diverte e ci divertiamo anche noi! Voto: 7

Urbani Diego: nella settimana santa (calcistica) alleronese canta e porta la croce. È davvero molto. Il gol e l’organizzazione della porchetta meritano un giudizio alto. Voto: 8+

Sciulli Luigi: il caldo non lo aiuta. La classe, però, non è acqua, e il nostro amato brigante il suo gol lo fa sempre! Voto: 7-

Palombini Damiano: ha il gran merito di procurarsi un rigore che ci permette di aprire il match. Si danna l’anima e finisce stremato. Calma e gesso. Voto: 7-

Banella Jacopo: un grazie di cuore, da parte di tutta la tifoseria alleronese, per l’aiuto dato nel momento del bisogno. Voto: 7 (con tanta stima)

Nicolò Serranti: venti minuti in campo! Il suo ritorno è graditissimo. Bentornato Nick. Noi ti attendiamo più allenato e pimpante. Voto: 7-

Urbani Fabio (ex Innominato): la svolta della partita avviene con il suo ingresso in campo. S’ode un urlo al Tardiolo: quella fascia è cosa mia! Bravo. Voto: 7+

Tardiolo Valentino: oh capitano, mio capitano! Un altro gradito e auspicato ritorno. Un rodaggio necessario per i prossimi, e più importanti, impegni. Voto: 7

Palombini Matteo: regà, ‘l Fico quando è concentrato è sempre ‘l Fico. Tra i migliori. Bravo! Voto: 7

Mister Moureno: gestisce la rosa a suo piacimento. Stentiamo un po’ all’inizio, ma, alla fine, ha ragione lui. Voto: 7

martedì 3 aprile 2012

Dalla posta: V trofeo "Cuore rossoblù"


Nella mattinata di ieri, arriva la mail contenente il nome del vincitore della cena sponsored by MAESTRI DEL COTTO. Ecco a voi il testo: "Per il bel gol che chiude la partita, per la consueta generosità in campo ma anche perchè incarna lo spirito dello sport, dando un contributo fondamentale e un senso agli sforzi colletivi di dirigenti, tifosi e calciatori. Perchè, non sottraendosi mai agli impegni, si è reso uno dei cardini di questo gruppo, il Cuore rossoblù di oggi è: DIEGO URBANI"