Rimandato di un’altra settimana il cambio di stagione, esco di casa quatto quatto in mattinata, con la scusa di un appuntamento al Palazzo su chiamata di un vecchio amico di scorribande (sulla fascia e non!); sarà proprio lui ad accompagnarmi alla trasferta perugina in questo torrido pomeriggio calcistico. Sulla strada, dopo i racconti della sensazionale stagione A.Ci.Da appena passata, ci fanno ballare, oltre alle sospensioni scariche della sua utilitaria, le schitarrate dei fratelli Reyes, meglio noti come Gipsy Kings. Nel bel mezzo della versione flamenca di “Nel blu dipinto di blu”, parte il mio punto-vita equatoriale che, seppur costretto in una contenitiva camicia misto-lana, rende ancora egregiamente giustizia al ritmo di quella rumba gitana:
Pienso che un suegno così
No volvera masss
Yo me pintavo las manoss ... cara de zul
E d’improvisos el viento rapido me ...evoooo
E me inizo volar nel cielo infinitossss
La carica di questa musica, biascicata male con qualche sputazzo di una “s” qua e là di troppo, mi dà la giusta energia fino all’arrivo a San Nicolò, frazione del comune di Deruta che deve il suo nome al Santo venerato in loco, San Nicola, magistralmente raffigurato sulla porta del Castello datato XIV secolo. Il borgo fu famoso un tempo per la lavorazione del vimini e della paglia, utili alla fabbricazione di ceste e seggiole; antico mestiere a noi altri noto perché esercitato a tutt’oggi dallo Spiaggese doc, Angelino. Ve famo concorrenza anche co’ le capagne!
Arriviamo in tempo, consumando un pranzetto on the road a base di focaccia con cicoria e salsicce; squisitezza che digeriremo, viste anche le turbolente vicende calcistiche, solo a tarda serata.
Ci accomodiamo in disparte, notando con piacere come tra i presenti si dimenino anche altri aficionados A.Ci.Di tra cui: la famiglia Tardiolo, Colavolpe junior, Mattia figlio dello stornellatore nostrano Pino, nonché il capo tifoso Nicolò. Bentrovati in terra perugina ragazzi!
A questo punto, cari lettori, dovrei assolvere al compito di raccontare i novanta minuti di match a chi non c’era; decido invece di evitare e anzi, di dimenticare, dettagli e riprese al rallentatore, il nervosismo palpabile, le palle scaraventate, gli improperi, le bandierine contese, l’aria pesante che di lì a poco si sarebbe avviluppata sui nostri mutandoni, gli episodi che hanno fatto la partita e quelli che ce la faranno pagare a caro prezzo.
Voglio dire, siamo in trasferta, contro la prima in classifica di questo girone B più che abbordabile; squadra a par mio modesta che, seppur con una partita in più, segna sul tabellino, ad oggi, 12 punti; dominiamo, alla nostra maniera, un primo tempo a senso unico e senza storia. Per poi rovinarne il finale?
Ad un certo punto infatti, fin dai primi minuti della ripresa, si spegne la luce e noi smettiamo di fare quello che sappiamo fare meglio: stare insieme correndo dietro ad un pallone. Non stupisca quindi questa sconfitta, tra l’altro di misura, rimediata nei 45 minuti di “calciotto” in cui decidiamo, ancora una volta, di regalarci all’uomo nero; alla fine della fiera, siamo noi che, con lui e più di lui, perdiamo letteralmente la brocca, quando sarebbe bastato soltanto giocare.
Usciamo a testa bassa, al di là della sconfitta, tra musi lunghi, proteste e piagnistei, perdendo l’ennesima occasione per stare zitti, perdendoci.
E’ quasi il crepuscolo quando il ritorno a casa mi riempie di nostalgia: per tutte le volte che ci siamo detti, su un pullman verso Prepo, di aver compiuto un miracolo che di calcistico aveva ben poco; per quando, brindando con i biscotti all’anice, ci siamo accorti che eravamo tanti e che insieme stavamo meglio. Mi gira ancora in testa quella canzone dal ritmo gitano che, tradotta, mi pare facesse più o meno così:
Penso che un sogno così
Non ritorni mai più
Mi dipingevo le mani e faccia di rosso-blù
Poi d’improvviso venivo dal vento rapito
E incominciavo a volare nel cielo infinito
Prendiamoci questi giorni per riflettere, facciamo un passo indietro, ragazzi. Noi vi aspetteremo, ancora una volta, qui. Sulla nostra greppa, come sul molo, come a casa. Sventoleremo le sciarpe colorate come fazzoletti, e qualcuno di voi, in mezzo al solito chiasso, sentirà urlato il proprio nome a gran voce. In fondo, si fa così quando si parte ma, soprattutto, quando si ritorna. Vi aspettiamo sabato a casa, a patto che tornerete ad essere voi. Al Tardiolo insieme, per ricominciare.
Ed ecco a voi le nostre pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Continua il periodo negativo iniziato da qualche settimana; la Dea Eupalla sembra averlo abbandonato, anzi lo perseguita, manco gli avessero fatto la macumba. Andrà meglio la prossima. Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio. VOTO: 5
URBANI FABIO: Come dire : “Se in un campo da calcio a 5 duro 10 minuti, in questo che è il doppio durero’ la metà!”. Prima frazione da nobile, sulla distanza purtroppo cede e perde le insegne. DECADUTO: VOTO: 6
SCIULLI LUIGI: Partita un po’ sotto le righe per il nostro biondo attaccante, visibilmente innervosito (da che regà nun se sa!). Può dare di più e lo sa. Lo farà? Ci arriverà? Dormirà la notte prima della partita? Farà a parole col fratello? Darà da mangiare al gatto? Ai posteri l’ardua sentenza. ENIGMA. VOTO: 6
TARDIOLO VALENTINO: Uno dei migliori in campo, se non il migliore. Canta, balla, sona e alla fine je tocca pure passà col piattino. FAC TOTUM. VOTO: 7 ½
FEMMINELLI FABIO: “Vola come una farfalla, pungi come un ape”. Tosto e deciso come sempre, aggredisce gli avversari come il più fastidioso degli insetti. ZANZARA TIGRE. VOTO: 7
FEMMINELLI FABIO: “Vola come una farfalla, pungi come un ape”. Tosto e deciso come sempre, aggredisce gli avversari come il più fastidioso degli insetti. ZANZARA TIGRE. VOTO: 7
COCHI MASSIMO: L’orchestra non potrebbe suonare senza un direttore: e, nel suo reparto, il maestro è lui. Il segreto? Controllo di palla, grande personalità e voglia di fare. DECISIVO. VOTO: 7
SCIULLI ALESSANDRO: De la serie “ per fare un tavolo, ci vuole il legno; per fare il legno, ci vuole un albero..”. A piccoli passi sta emergendo, ma aspettiamo ancora di vederlo sbocciare. GERMOGLIO. VOTO: 6+
PONTREMOLI ALESSIO: Complice la febbre si muove poco e maluccio. Noi però lo perdoniamo (“d’altronde Alè so malanne de stagione!!”). Aspettiamo il suo riscatto nella prossima partita. VOTO: 5 ½
PALOMBINI DAMIANO : Ovvero quello che non ti aspetti dal sabato pomeriggio: scorrazza per tutto il fronte d’attacco come un purosangue imbizzarrito, manca solo il goal. Forse durante la stagione ci riserverà ancora tante sorprese come questa. OVETTO KINDER. VOTO: 7
PICCHIO FLAVIO : Che è lo “Speedy Gonzalez de la Selva” oramai si sa. Come si sa che lotta alla stregua di un gladiatore. Oggi tuttavia nell’arena ci pare un po’ disorientato; soffrirà il jet leg della trasferta perugina? Forse ha solo bisogno di ricaricarsi, ma tanto lui fa tutto da sé. DINAMO. VOTO: 6½
TIBERI RICCARDO: Quando la nave fa acqua si sa, c’è chi si lascia affondare mentre l’orchestra suona, e chi, come lui si affanna a destra e a manca per tappare i buchi. Getta l’ancora e, per quanto può, salva la situazione. BAGNINO. VOTO: 6 ½
BAMBINI PIETRO & PASQUALETTI ROBERTO: Di solito, perlomeno nella corrida, il toro si infuria dopo aver visto il rosso. Stavolta invece, pare che i tori fossero due e che, il senno, lo abbiano perso già da prima: uno, anche se veterano , viene colto da un attacco di demenza senile precoce (“s’è rincojonito regà!”); l’altro paga forse lo scotto della gioventù e dell’inesperienza (e dire che fino al cartellino c’era pure piaciuto!). Senza calma non può venir fuori nulla di buono. ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. VOTO 8 (diviso in due)
TIBERI RICCARDO: Quando la nave fa acqua si sa, c’è chi si lascia affondare mentre l’orchestra suona, e chi, come lui si affanna a destra e a manca per tappare i buchi. Getta l’ancora e, per quanto può, salva la situazione. BAGNINO. VOTO: 6 ½
BAMBINI PIETRO & PASQUALETTI ROBERTO: Di solito, perlomeno nella corrida, il toro si infuria dopo aver visto il rosso. Stavolta invece, pare che i tori fossero due e che, il senno, lo abbiano perso già da prima: uno, anche se veterano , viene colto da un attacco di demenza senile precoce (“s’è rincojonito regà!”); l’altro paga forse lo scotto della gioventù e dell’inesperienza (e dire che fino al cartellino c’era pure piaciuto!). Senza calma non può venir fuori nulla di buono. ASSOCIAZIONE A DELINQUERE. VOTO 8 (diviso in due)
NICOLO’, SIMONE E DIEGO: A loro, non si poteva chiedere di più. Prestazione più che dignitosa. VOTO: 6
MISTER MOU: Lasciamoci questa giornata alle spalle. Ora però ricominciamo dallo spogliatoio con tutti gli strumenti possibili. Bastone e carota. VOTO: 6