Cari lettori, come saprete, giusto una manciata di giorni fa è ufficialmente cominciato l’anno del Drago, segno favorito dall’oroscopo cinese, legato a fortuna, fama, ricchezza, potere e ‘gni ben de’ Dio. Non a caso, alcuni statisti del Sol Levante, avevano già previsto un boom nelle nascite; pensate che l’ultimo anno in cui cadde, il 2000, la natalità in Cina aumentò del 5%, per non parlare del fatturato dei pannolini. Covate e covate de fije!
Chissà che anche da queste parti, versante Ovest, qualcuno non ceda al fascino di generare un futuro draghetto; chissà che anche i nostri più e meno freschi sposini non decidano di mettere al mondo un pargoletto A.Ci.Do, baciato dalla buona sorte. Pare che lo studio della funzione sul concepimento sia già stata sottoposta all’attenzione di un genio matematico: x1,2= (Il Bello+Il Cinese /Moureno + ¾ del Gufo) × il Cholo - ¾ Bilancini
Bontà loro, in quest’intreccio degno dei celebri Rigg e Bruck de Biutiful, lascio a voi l’amletico dubbio su chi, tra i sopracitati, nella dependance di Mattio (nello sgabuzzino, of course) potrebbe lanciarsi in seducenti numeri con il carretto della calce e brindare, vestito solo di una fratina, al concepimento della creatura mitologica baciata dal drago. Doppo ce chiamate al batizzo, rega?
Torniamo seri. Siamo a sabato 28 gennaio e il nostro calendario segna l’avvento dei “trii dì de la merla”. Secondo la tradizione, queste saranno le date più fredde di tutto l’anno nonché una specie di cartina tornasole per l’indicazione del clima. Tra l’altro, pare sia prevista un’ondata consistente di freddo e neve, con venti gelidi, anch’essi orientali, giunti nientepo’po’dimenoche dalle sconfinate steppe della pianura sarmatica, appositamente per infierire sulle nostre già claudicanti cervicali. E’ il Burian, lo stesso dell’85 che, a quanto pare, nun c’ha niente de mejo da fa! E, nel frattempo, spincella.
Ma noi, nonostante i quasi trent’anni in più, semo ancora gente de monno e, al tepore di un fuoco appicciato in quattro e quattr’otto, consumiamo il nostro pomeriggio esposto agli afflati, caparbiamente abbanchettati sulla greppetta di Mattio. Quest’oggi la nostra amata squadra affronterà il match contro il Porchiano, squadra ‘gnorantella (così me la ricordo all’andata) che milita nelle zone basse della classifica, con 19 punti all’attivo. Per l’occasione, sfidano l’aria artica, Cortellini tra i pali, in difesa gli indomiti opliti Fabio Urbani, La sega a nastro, Captain Tardiolo e il Fico. In mezzo al campo giostrano Riccitelli-Beccalossi al ritorno, l’Assessore Tiberi, Fringuello, il Cholo; trequartista agli ordini di Mou è Alessio-Ibra Pontremoli; davanti ferisce il giovane Papallino.
Quest’oggi, gli altoparlanti sul tetto fanno le bizze (sarà ‘l Burian?) e, con dispiacere, le nostre orecchie dovranno rinunciare alla magia dell’inno rossoblù; per noi, l’anno del drago nun funziona, me sa. Speriamo vada meglio con Eupalla. Per scaramanzia, comunque, lo canticchio tra me e me; giusto il tempo del primo ritornello e mi trovo costretto ad ingoiarmi la lingua quando Pontremoli, ad un passo dalla linea, tenta una rovesciata che non entra. Resto fiducioso seppur non strabiliamo per gioco, precisione e concretezza.
Ma nel calcio si sa, basta un minuto per ascendere dalle stalle alle stelle (o viceversa!) e noi ci arriviamo con un bel cross di Comodino ribadito, con malizia, da Pontremoli e finalizzato in rete dall’Assessore. 1 a 0. Non so se sarà il drago ma, per non fargli un torto, tracanno un cozzo di rosso, alla goccia. A questo punto, il match starebbe assumendo un colore diverso se non fosse che, un po’ per vezzo, un po’ per leziosità, cominciamo lo “show delle inutili moine”. I Porchianesi ne approfittano e, così, agguantano il pareggio. Sull’1 a 1 si va negli spogliatoi. Nel frattempo, la temperatura e la delusione impongono un viaggetto a cava da bè; direttamente dalle cantine Alleronesi arriva un altro boccione di rosso novello. Me ripijo.
Rientriamo in campo, motivati e catechizzati a dovere da Mister Mou; vietato perdere punti contro una compagine dimostratasi di medio-bassa entità. E infatti, la partita prende un’altra piega. Iniziamo a giocare a pallone come sappiamo, intercettando svariate palle che, a centrocampo, girano bene e finiscono, pulite, proprio sui piedi dei nostri finalizzatori. O sulla testa. Dopo una manciata di minuti infatti, una, davvero buona, capita nei pressi della pelata del Fico, che non perdona. Torniamo in vantaggio. Ce vole n’antro bicchieretto!
Da questo momento, cari lettori, il Porchiano non esiste davvero più, se non nei palloni intercettati dal corpulento centravanti e dal veloce numero 10, che rimangono comunque innocui davanti agli occhi di Cortellini. Anche il loro reparto difensivo, in panne, è trafitto dalle incursioni di un Principe in grandissima forma. Dopo appena due minuti, per l’appunto, arriva la terza rete. Di nuovo la sua. E di nuovo di gran pregio. Sulla greppa, siamo davvero in tanti e tutti in visibilio.
A questo punto, il vantaggio ci impone di amministrare il tempo restante; Mou ordina alla panchina di dare una mano. Ma noi non ci accontentiamo e, con un’impeccabile azione corale sulla destra, suggellata da un pallonetto al vertice dell’area, caliamo il poker. Sono 4. Mentre i più giovani si aggrappano alla rete, gli altri, me medesimo, sbrodolano le bluse, ingoiando l’ultimo goccio sul fondo del bicchiere; necessitiamo di mani libere. Tra gli applausi, in lontananza, scorgo gli occhi orgogliosi e un po’ commossi di suo zio. Qualcuno sussurra: “Un capitano. C’è solo un capitano”.
Il resto, ormai, è storia; quella di uno strano deja vu made in Bello. Il simpatico referee Bertoldo non ammette proteste e, causa segnalazione discordante, il baffo più selvaggio del West viene spedito sotto la doccia, con tanto di lancio della bandierina e citazione di pagina 34 del volume “Accademia della Crusca”. Finisce così. Che, mentre mi districo dall’imbottitura rossoblù anti-Burian e mi cola il naso, finisco per credere a quella storiella Cinese. Ne sono certo. Stavolta, anche gli astri sono dalla nostra.
Ed ecco a voi le nostre pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Amministra senza patemi le poche palle che passano da quelle parti. Si annoierà pure. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Ritorna ai suoi livelli. Propone, blocca e riparte. BadaRivelazione. VOTO: 7
BAMBINI PIETRO: Della serie: WWBWNWRRRRRRRR Per non dire: GFRRFJ NGFJJJKM. Improperi lanciati sul goal avversario e sull’ammonizione. Te possino! VOTO: 5 ½
PALOMBINI MATTEO: Come dire: ha messo la testa a posto. Sarà la vecchiaia?! VOTO: 7
TARDIOLO VALENTINO: Terzino a tutto campo. E, sul campo, dimostra la sua classe. Corre, propone per tutto il tempo, poi confeziona la perla del 4 a 1. VOTO: 7+
FRINGUELLO MATTEO: A parte qualche imprecisione iniziale, l’impegno e la tenacia, equamente distribuite per novanta minuti, lo rendono indispensabile. VOTO: 6½
TIBERI RICCARDO: Finché era in campo, anche malconcio, ha indicato la via. Faro. VOTO: 6 ½
RICCITELLI ANDREA: Una delle migliori prestazioni. Intercetta e gioca con sapienza. Bella prova! VOTO: 6 ½
URBANI DIEGO: Corsa e tenacia. Gioca pochi palloni ma bene. VOTO: 6½
PONTREMOLI ALESSIO: Recupera e intercetta molte palle ma altre (troppe!) le perde, tergiversando. Chi ha tempo non aspetti tempo. VOTO: 6 ½
BALDINI FRANCESCO: Un cross per il goal. Il goal. E 4 o 5 messi a sedere, uno dopo l’altro. S-ball-orditivo. VOTO: 7
BATTISTI RAFFAELE: Un pò più spento del solito, un po’ meno cazzuto del solito. Capita. VOTO: 6+
MARCHIGNANI MARCO: Gioca a tratti ma dà una mano enorme. VOTO: 6+
PALOMBINI DAMIANO: Stavolta il goal è una chimera. Sarà per la prossima. VOTO: 6+
MAGISTRATO SIMONE: Solita tempra decisa. VOTO: 6+
PANICO DAVID: Entra a giochi praticamente fatti quando c’era da amministrare. Arrivano anche pochi palloni giocabili. VOTO: 6+
MISTER MOURENO: “Hai una montagna di neve. Tienila all’ombra”. Così recitava una antico proverbio Cinese. VOTO: 7-