lunedì 27 febbraio 2012

Dalla posta: III Trofeo "Cuore rossoblu"



Alle ore 19.10 di ieri sera arriva la seguente mail che svela il nome del candidato vincitore della cena  messa in palio dal nostro sponsor MAESTRI DEL COTTO.
"Oggi come non mai, ci troviamo in forte difficoltà a citare uno tra i ragazzi perchè, per novanta minuti, tutti hanno condotto una prova solida e grintosa, giocando con altruismo e personalità, senza sbavature. Detto questo, assegniamo il terzo trofeo Cuore rossoblù, a:
FABIO URBANI: Sfodera una prestazione eccezionale mettendo in mostra le sue doti tecniche e la sua grinta, muovendosi sempre al servizio degli altri con la ciliegina dell'uno-due che porta al secondo goal.
PONTREMOLI ALESSIO: Ripaga la nostra fiducia con un'ottima prestazione. Finalmente, si sacrifica mettendosi al servizio della squadra. In questo caso, la sua testa, la sua fisicità e i suoi buoni piedi, possono fare la differenza in questo campionato."

mercoledì 22 febbraio 2012

Vengo e porto du' frappe



La stagion del Carnovale tutto il mondo fa cambiar” recitava la penna dell’indimenticabile genio Goldoniano in una delle commedie più famose. E infatti, cari lettori, come saprete, proprio in settimana ha preso il via la “Sagra dell’ogni scherzo vale”; giorni in cui, sotto allo strato di cerone e al sangue finto, davvero può accadere di tutto. Anche di incontrare un misterioso pistolero, dal poncho frangiato e il baffo irsuto fuorilegge, che rincorre una nostrana e biondissima Marylin, salvo scoprire poi, al momento del bacio, la barba che spunta sotto al make up e realizzare di aver rapito, ancora una volta, l'amore di sempre. Anche di sottrarre tre preziosissime ore al rinfoltimento della parrucca, per godere delle burle di un pomeriggio di calcio con gli undici, immobili, che restano a guardare gli altri che fanno il trenino.  Anche che l’ACD, quella che onora la maglia, oggi, ha il trucco sugli occhi, i capelli raccolti, le gambe depilate, e si tira i coriandoli alla Sala Aurora. Ce l’avesse avuto sotto mano Goldoni tutto sto materiale, un par de secoli fa, sae che commedie!
Torniamo seri. Di questi tempi, si sa, il leitmotiv che si respira sotto a tutte le finestre del borgo è unicamente uno; il fritto. Persiane e basculanti ‘ntrise d’olio de semi, vagonate di vassoi che sviaggiano dalle proprie case verso quelle di suocere e mammà perché, parliamoci chiaro, a pensà de’ frigge, dentro casa, qualche dose d’impasto, te s’arinnuvola ‘l sangue.
Non a me. Le ricette sono molte; ognuno ha quella “storica”, tramandata di generazione in generazione, tra i vari rami della genealogia. Questa è quella che ho appena usato: 400 gr di farina, 80 gr di zucchero, 4 uova, 60 gr di burro, scorza di limone grattugiata e zucchero a velo. Personalizzate, datime retta, con qualche goccia di rum o marsala che je da l’odore! Ricordate anche, appassionati lettori, di controllare la temperatura dell’olio per friggere che deve essere ben caldo in modo da dorare la pasta, senza bruciarla. Uno dei segreti per testarne la temperatura, senza chiedere in prestito un dito ai famigliari, nonché il tutto non assumerebbe in certi casi un sapore ulteriormente interessante, è immergerci uno stuzzicadenti: se vedete comparire le bollicine, allora foco a le foche!
Ecco a voi, le frappe; simpatici manicaretti che pare abbiano un’antichissima tradizione probabilmente risalente dalle frictilia, dolci fritti nel grasso di maiale preparati nell’antica Roma proprio durante il periodo di Carnevale, in gran quantità da poter durare per tutto il periodo della Quaresima. Cinque belle frappe, di quelle A.Ci.De, con relative mazzate al fegato e via.
E quanti ricordi legati a questi dolcetti; l’infanzia, i primi amori, i tiepidi abbracci trattenuti dietro agli elastici mortali delle maschere; un impavido Zorro che si lancia in tiepidi baci, sotto il mantello rammendato, unto e chiazzato de’ miele, con una damigella sempre troppo timida. C’avevo la spada fatta ‘n casa, intarsiata de’ vinco, e rimorchiavo più di tutti i più eroici condottieri. Il Carnevale mi entusiasmava particolarmente proprio per le conquiste, amorose e gastronomiche; ecco perché, ogni pomeriggio dopo scuola, non ricusando mai alcun invito, partivo da casa in una mano il fioretto, nell’altra ‘n gabarè de’ frappe.
Romantiche storie Carnascialesche che, ogni anno, riaffiorano col profumo dell’olio bollito e durano il tempo della doratura. E mentre il Bello, strappando nella foga la boccoluta parrucca, si è ritrovato ad accarezzare, ancora una volta, la pelata del Cholo; e Isabella, Manuela e Valentina, in rossoblù, correvano su e giù, con più piglio ed orgoglio di quelli veri, io la caricavo sonora col boccione dell’Archemens. Il martedì grasso scivola via così, portandosi con sé gli scherzetti dolceamari di questi giorni e mentre la liturgia impone l’antica prassi penitenziale di questo mercoledì delle Ceneri, noi speriamo, da quella polvere, di risorgere.

domenica 19 febbraio 2012

Come dice sempre la mi moje...

Cari tifosi a.ci.di.,
il bilancio delle nevicate sul nostro borgo è assai pesante: il nostro amato Tardiolo è praticabile solo per il gioco della pallanuoto e pe' introsciasse 'n tantinello, i rapporti domestici tra il sottoscritto e la mia signora (e la di lei madre) dopo una convivenza forzosa, dovuta al mal tempo, sono ormai logori. La Caporetto a.ci.da, vissuta ieri pomeriggio, ha peggiorato, di molto, le cose.
Siccome nel peccato c'è la penitenza, e mentre rimugino sull'articolo da dedicare alla pesante sconfitta esterna, vi offro una canzone di Rita Pavone che, anch'ella, come la mi moje, si lamentava delle assenze domenicali del marito. Amen.


venerdì 10 febbraio 2012

Lenta, sputija, la nève...


Come direbbe il nostro mitico Jolly, la nève, con la e ben aperta, sputija a più non posso. 
Ed io nun ce la fo più! 
Ore ed ore barricato in casa, ormai da quasi una settimana; sono qui, da solo, a sorbimme la mi moje e la mi socera che bivaccano attorno alla tv accesa ventiquattr'ore su ventiquattro (ma chi semo la BBC?). 
Neanche il mio fido & Co. viene a farmi visita: impegnato com'è a tener la sua casa al calduccio, a spaccar la legna per la stufa, a far andare i termosifoni a determinate ore, a far gocciolare, con parsimonia, un rubinetto del bagno... E poi, per non farci mancare niente, non c'è neanche il calcio - mi riferisco, ovviamente, alle gare della nostra amata squadra- a farmi compagnia. Il Tardiolo somiglia a n'enorme troscia, i suoni del mondo reale sono attutiti, sfumati... 
Insomma, cari tifosi a.ci.di, che cosa si fa in queste situazioni? La malinconia m'invade: ho già esaurito le scorte di salsicce, mazzafegate, busicchie, pancetta, bruschette, false costole, baffo, fegatelle co' la rete (e senza rete); mi sono esibito in ricette di polenta di ogni tipo, ho messo a mollo ceci, lenticchie e farro; ho finito la farina 00, per dar sfogo alla mia turpe voglia culinaria e ho ingoiato non so più quanti chili di gnocchi, fettuccine, lasagne, cannelloni,  tagliatelle, quadrucci, maltagliati (eh, regà, ma voe 'l frate co' le scarte de la pasta lo sapete fa?)... J'ho dato giù forte col vino della cantina, ho scolato diverse bottiglie pregiate comprate qua e là, col disordine dell'appassionato (l'ultima: un eccellente Valpolicella Superiore 2002 DOC, Monte Lodoletta Dal Forno).
Ho recuperato, dalla biblioteca di casa, i libri buoni per ogni occasione.
C'è una testo poetico di Bertolucci, inteso come Attilio, che dice:

Vennero i freddi,
con bianchi pennacchi e azzurre spade
spopolarono le contrade.
Il riverbero dei fuochi splendé calmo nei vetri.
La luna era sugli spogli orti invernali.

E poi ne ho trovato un altro che, guarda un po', parla (anche) di calcio. 
A te tifoso a.ci.do, mio simile, fratello (!), dedico questi versi:

Considerazione

Il sesso. La partita
domenicale.
La vita
così è risolta.
Resta 
(miseria d'una sorte!)
da risolver la morte.

(Giorgio Caproni, Res amissa, Milano, 1991)


 

domenica 5 febbraio 2012

Ameri (e dintorni)



Cari tifosi a.ci.di., come faremo a spoggettà questo fine settimana siberiano senza la partita della nostra amata squadra? Tutto è ovattato, irreale e sfumato. Mentre scareggiavo le legne, spalavo la neve e je davo giù forte co' le salsicce, le busicchie e il vino della cantina di casa per combattere il freddo, ho pensato di dedicare un post alla nuova cronista sportiva Vanessa Tardiolo, figlia dell'indimenticabile Massimo (Massimì, te volevo di' che quanno vedo giocà l'argentino Schelotto, nun so perché, me ricordo de le tu gambe lunghe e de quanno correve su la fascia destra...) e sorella di capitan Varge
La canzone che vi propongo è stata scritta dal gruppo musicale Elio e le storie tese ed è dedicata alla mitica voce del cronista sportivo Enrico Ameri. Il brano in questione è il rifacimento della celebre  Gli amori, di Toto Cutugno, con il testo modificato.
Enrico Ameri venne considerato l'erede del mitico Nicolò Carosio. Anch'egli fu accanito tifoso rossoblù: amava il Genoa e la città della Lanterna.
Debuttò nel mondo della radiocronaca calcistica nel 1955, con la partita Udinese-Milan. Insieme a Roberto Bortoluzzi, Sandro Ciotti, Alfredo Provenzali, Claudio Ferretti, Enzo Foglianese ed Ezio Luzzi è stato, per anni, una delle voci radiofoniche dei nostri pomeriggi domenicali. Che tempi!
La sua ultima radiocronaca risale al 1991, in un Genoa-Juventus. Nel 1980 ideò la celeberrima trasmissione televisiva Il Processo del Lunedì, che aumentò il logorio delle nostre coronarie e ridusse notevolmente le nostre ore di sonno.
Al mitico cronista Ameri, e alla nuova (buona) penna del giornalismo sportivo alleronese -la prossima stagione, regà, me sa che vo' 'n pensione e lascio 'l mi posto alla Vanessa-,  e in nome di tutti i tifosi a.ci.di, il nostro più vivo ringraziamento.


giovedì 2 febbraio 2012

Nel segno del destino


Cari lettori, come saprete, giusto una manciata di giorni fa è ufficialmente cominciato l’anno del Drago, segno favorito dall’oroscopo cinese, legato a fortuna, fama, ricchezza, potere e ‘gni ben de’ Dio. Non a caso, alcuni statisti del Sol Levante, avevano già previsto un boom nelle nascite; pensate che l’ultimo anno in cui cadde, il 2000, la natalità in Cina aumentò del 5%, per non parlare del fatturato dei pannolini. Covate e covate de fije!
Chissà che anche da queste parti, versante Ovest, qualcuno non ceda al fascino di generare un futuro draghetto; chissà che anche i nostri più e meno freschi sposini non decidano di mettere al mondo un pargoletto A.Ci.Do, baciato dalla buona sorte. Pare che lo studio della funzione sul concepimento sia già stata sottoposta all’attenzione di un genio matematico: x1,2= (Il Bello+Il Cinese /Moureno + ¾ del Gufo) × il Cholo - ¾ Bilancini
Bontà loro, in quest’intreccio degno dei celebri Rigg e Bruck de Biutiful, lascio a voi l’amletico dubbio su chi, tra i sopracitati, nella dependance di Mattio (nello sgabuzzino, of course) potrebbe lanciarsi in seducenti numeri con il carretto della calce e brindare, vestito solo di una fratina, al concepimento della creatura mitologica baciata dal drago. Doppo ce chiamate al batizzo, rega?  
Torniamo seri. Siamo a sabato 28 gennaio e il nostro calendario segna l’avvento dei “trii dì de la merla”. Secondo la tradizione, queste saranno le date più fredde di tutto l’anno nonché una specie di cartina tornasole per l’indicazione del clima. Tra l’altro, pare sia prevista un’ondata consistente di freddo e neve, con venti gelidi, anch’essi orientali, giunti nientepo’po’dimenoche dalle sconfinate steppe della pianura sarmatica, appositamente per infierire sulle nostre già claudicanti cervicali. E’ il Burian, lo stesso dell’85 che, a quanto pare, nun c’ha niente de mejo da fa!  E, nel frattempo, spincella.
Ma noi, nonostante i quasi trent’anni in più, semo ancora gente de monno e, al tepore di un fuoco appicciato in quattro e quattr’otto, consumiamo il nostro pomeriggio esposto agli afflati, caparbiamente abbanchettati sulla greppetta di Mattio. Quest’oggi la nostra amata squadra affronterà il match contro il Porchiano, squadra ‘gnorantella (così me la ricordo all’andata) che milita nelle zone basse della classifica, con 19 punti all’attivo. Per l’occasione, sfidano l’aria artica, Cortellini tra i pali, in difesa gli indomiti opliti Fabio Urbani, La sega a nastro, Captain Tardiolo e il Fico. In mezzo al campo giostrano Riccitelli-Beccalossi al ritorno, l’Assessore Tiberi, Fringuello, il Cholo; trequartista agli ordini di Mou è Alessio-Ibra Pontremoli; davanti ferisce il giovane Papallino.
Quest’oggi, gli altoparlanti sul tetto fanno le bizze (sarà ‘l Burian?) e, con dispiacere, le nostre orecchie dovranno rinunciare alla magia dell’inno rossoblù; per noi, l’anno del drago nun funziona, me sa. Speriamo vada meglio con Eupalla. Per scaramanzia, comunque, lo canticchio tra me e me; giusto il tempo del primo ritornello e mi trovo costretto ad ingoiarmi la lingua quando Pontremoli, ad un passo dalla linea, tenta una rovesciata che non entra. Resto fiducioso seppur non strabiliamo per gioco, precisione e concretezza.
Ma nel calcio si sa, basta un minuto per ascendere dalle stalle alle stelle (o viceversa!) e noi ci arriviamo con un bel cross di Comodino ribadito, con malizia, da Pontremoli e finalizzato in rete dall’Assessore. 1 a 0. Non so se sarà il drago ma, per non fargli un torto, tracanno un cozzo di rosso, alla goccia. A questo punto, il match starebbe assumendo un colore diverso se non fosse che, un po’ per vezzo, un po’ per leziosità, cominciamo lo “show delle inutili moine”. I Porchianesi ne approfittano e, così, agguantano il pareggio. Sull’1 a 1 si va negli spogliatoi. Nel frattempo, la temperatura e la delusione impongono un viaggetto a cava da bè; direttamente dalle cantine Alleronesi arriva un altro boccione di rosso novello. Me ripijo.
Rientriamo in campo, motivati e catechizzati a dovere da Mister Mou; vietato perdere punti contro una compagine dimostratasi di medio-bassa entità. E infatti, la partita prende un’altra piega. Iniziamo a giocare a pallone come sappiamo, intercettando svariate palle che, a centrocampo, girano bene e finiscono, pulite, proprio sui piedi dei nostri finalizzatori. O sulla testa. Dopo una manciata di minuti infatti, una, davvero buona, capita nei pressi della pelata del Fico, che non perdona. Torniamo in vantaggio. Ce vole n’antro bicchieretto!
Da questo momento, cari lettori, il Porchiano non esiste davvero più, se non nei palloni intercettati dal corpulento centravanti e dal veloce numero 10, che rimangono comunque innocui davanti agli occhi di Cortellini. Anche il loro reparto difensivo, in panne, è trafitto dalle incursioni di un Principe in grandissima forma. Dopo appena due minuti, per l’appunto, arriva la terza rete. Di nuovo la sua. E di nuovo di gran pregio. Sulla greppa, siamo davvero in tanti e tutti in visibilio.
A questo punto, il vantaggio ci impone di amministrare il tempo restante; Mou ordina alla panchina di dare una mano. Ma noi non ci accontentiamo e, con un’impeccabile azione corale sulla destra, suggellata da un pallonetto al vertice dell’area, caliamo il poker. Sono 4. Mentre i più giovani si aggrappano alla rete, gli altri, me medesimo, sbrodolano le bluse, ingoiando l’ultimo goccio sul fondo del bicchiere; necessitiamo di mani libere. Tra gli applausi, in lontananza, scorgo gli occhi orgogliosi e un po’ commossi di suo zio. Qualcuno sussurra: “Un capitano. C’è solo un capitano”.
Il resto, ormai, è storia; quella di uno strano deja vu made in Bello. Il simpatico referee Bertoldo non ammette proteste e, causa segnalazione discordante, il baffo più selvaggio del West viene spedito sotto la doccia, con tanto di lancio della bandierina e citazione di pagina 34 del volume “Accademia della Crusca”. Finisce così. Che, mentre mi districo dall’imbottitura rossoblù anti-Burian e mi cola il naso, finisco per credere a quella storiella Cinese. Ne sono certo. Stavolta, anche gli astri sono dalla nostra.

Ed ecco a voi le nostre pagelle:
CORTELLINI ALESSIO: Amministra senza patemi le poche palle che passano da quelle parti. Si annoierà pure. VOTO: 6 ½
URBANI FABIO: Ritorna ai suoi livelli. Propone, blocca e riparte. BadaRivelazione. VOTO: 7
BAMBINI PIETRO: Della serie: WWBWNWRRRRRRRR Per non dire: GFRRFJ NGFJJJKM. Improperi lanciati sul goal avversario e sull’ammonizione. Te possino! VOTO: 5 ½
PALOMBINI MATTEO: Come dire: ha messo la testa a posto. Sarà la vecchiaia?! VOTO: 7
TARDIOLO VALENTINO: Terzino a tutto campo. E, sul campo, dimostra la sua classe. Corre, propone per tutto il tempo, poi confeziona la perla del 4 a 1. VOTO: 7+
FRINGUELLO MATTEO: A parte qualche imprecisione iniziale, l’impegno e la tenacia, equamente distribuite per novanta minuti, lo rendono indispensabile.  VOTO: 6½
TIBERI RICCARDO: Finché era in campo, anche malconcio, ha indicato la via. Faro. VOTO: 6 ½
RICCITELLI ANDREA: Una delle migliori prestazioni. Intercetta e gioca con sapienza. Bella prova! VOTO: 6 ½
URBANI DIEGO: Corsa e tenacia. Gioca pochi palloni ma bene. VOTO: 6½
PONTREMOLI ALESSIO: Recupera e intercetta molte palle ma altre (troppe!) le perde, tergiversando. Chi ha tempo non aspetti tempo. VOTO: 6 ½
BALDINI FRANCESCO: Un cross per il goal. Il goal. E 4 o 5 messi a sedere, uno dopo l’altro. S-ball-orditivo. VOTO: 7
BATTISTI RAFFAELE: Un pò più spento del solito, un po’ meno cazzuto del solito. Capita. VOTO: 6+
MARCHIGNANI MARCO: Gioca a tratti ma dà una mano enorme. VOTO: 6+
PALOMBINI DAMIANO: Stavolta il goal è una chimera. Sarà per la prossima. VOTO: 6+
MAGISTRATO SIMONE: Solita tempra decisa. VOTO: 6+
PANICO DAVID: Entra a giochi praticamente fatti quando c’era da amministrare. Arrivano anche pochi palloni giocabili. VOTO: 6+
MISTER MOURENO: “Hai una montagna di neve. Tienila all’ombra”. Così recitava una antico proverbio Cinese. VOTO: 7-