mercoledì 12 dicembre 2012

Digestione pesante




Cominciamo dalla fine (che è tanto più mejo): la cena sopraffina cucinata dalle magnifiche cuoche del borgo.  Il menù è (semplicemente) delizioso: si aprono le danze con un antipasto di terra con crostini e formaggio, segue la prelibatezza del baffo con la salvia; a continuazione ecco la ricchissima polenta con sugo di salsicce e costolette servita su fondina in legno (squisita, bbona, abbondante e ben condita!). A ‘sto punto so’ quasi ‘ncinto, (‘sto fijo sarà del Bello?) però spajo la trippa e il relativo solido in essa contenuto e fo’ posto a le faciole co’ le cotiche! Fantastici! So’ quase svenuto, ma non posso rinunciare (mae e poe mae) alla celeberrima zuppa inglese (made in famiglia Tardiolo).  Ho perso il conto delle bottiglie di vino rosso -di Fischietto, of course- che hanno accompagnato l’accidentata peristalsi. Dice il mio fido & Co, che le bocce che abbiamo scolato, in allegra compagnia, sono state quelle giuste (e punto!). Che filosofo!
So, però, che mi attenderà una nottata da rivulticasse mal letto, liti con la mia signora (purtroppo non ha voluto esser dei nostri), bicarbonato in grandi dosi, produzione di suoni, tramite l'emissione d'aria che attraversa il cavo orale proveniente  dallo stomaco attraverso l'esofago, sorto a seguito di processi digestivi, che il lettore saprà ben identificare, oppure, come extrema ratio,  ci sono le pasticche di Digenzym che l’egregio dottor Lisei mi ha consigliato.
Il vino di Fischietto, di cui sopra, produce effetti collaterali e contribuisce alla riuscita (piena) della serata: ci accompagnano dal vivo,  con tanto di musica e di karaoke alcuni calciatori a.ci.di. (regà bevete meno!) tra cui fanno spicco per le notevoli doti canore gli scatenati fratelli Fringuello, Matteo Palombini e Fabio Urbani. Dulcis in fundo,  la coppia di fatto Bello-Bilancini allietano gli astanti con vari duetti polifonici del repertorio del mitico complesso alleronese Terra Semi Illusioni, capitanato dall’indimenticabile Asinello. Si chiude con una grandissima ovazione di ringraziamento agli organizzatori, alle cuoche, e con un discorso (discorso!) del nostro maresciallo-arbitro-medico sociale Moreno Urbani! Fantastico!
Passo alla cronaca sportiva. Mentre la mi moje abbraccia il dogma dell’Immacolata Concezione, io mi dileguo al Tardiolo, alle 14.30, per assistere al match interno col Torgiano. Il campo è baciato da un sole crepuscolare: la tramontana sferza i nostri volti in questo sabato marcato dalla decisione del presidente del mio Milan di (ri)scendere in campo (ma pe’ giocà a pallone?).
Sugli spalti, noto una discreta presenza di pubblico a.ci.do,  imbacuccato da far paura, e equipaggiato con un arsenale composto da botti, petardi, bandiere e striscioni (uno dei quali recita così: “Torchiamoli”). Vi sono molte assenze dovute a lo strino, e poi i cacciatori, i fungaroli (grandi capagni di ordinali transitano in questi giorni per Allerona), e ancora –con assenza più che giustificata- le donne e gli uomini d’Allerona impegnati nella preparazione della cena che concluderà la serata presso la Sala Aurora. Ve capisco!
Il capotifoso Davide Franzini, al secolo Cimino, ha la brillante idea di accendere un gran falò per riscaldarci: meno male che ‘l Cimino c’è!
Il Torgiano, mi riferisce l’osservatore & Co, è una squadra assai compatta ed esperta; attualmente occupa il primo posto in classifica nel nostro girone. Torgiano, com’è noto, è un comune della provincia di Perugia, indicato come uno dei borghi più belli d’Italia (lo saprò io? Ce so stato!). Ha origine da un castello medievale. Di quest'ultimo non restano che poche mura diroccate e una torre. Nel XVII secolo, i Baglioni vi eressero un palazzo, che, negli ultimi anni, una celebre famiglia di viticultori della zona (i Lungarotti)  ha adibito a Museo del vino. Torgiano è, infatti, rinomata, in Italia e nel mondo, per i suoi vini DOC e DOCG, tra cui fa spicco il Rosso Riserva (che bontà!).
I fratelli in mutande alleronesi, scendono in campo (quasi come Berlusca) con Ludovico della casata Urbani tra i pali (vista la squalifica di Cortellini-Cassiu Clay per 6 giornate!); in difesa comanda il reparto il re Cochi supportato da Femminelli, Fringuello Simone e Pietro Bambini. A centrocampo dirigono l’orchestra sinfonica ‘l Varge, Fringuello Matteo, Alessandro Sciulli e Diego Urbani. In attacco pungono, come (quasi) sempre Sciulli Luigi, ‘l brigante de la Meana, e Papallino, Principe de’ noantri.  Fischio d’inizio: partiamo alla nostra maniera, mettendo il sigillo a.ci.do. sul manto in terra del Tardiolo. Si va all’attacco con criterio, cercando di concedere pochissimo agli esperti avversari. Purtroppo, al quindicesimo, alla prima occasione dei rivali, su una palla vacante in area, il centravanti torgianese, lasciato smarcato dai nostri eroi, trafigge, a botta sicura, la rete alleronese. Il suddetto nove, è un gran gnagolone (come diremmo noi): infatti, al minimo contatto con i nostri difensori si butta a terra alla Chiarugi, invoca l’arbitro, la mamma, con una litania impossibile di Ahi, ohi, ah, oddio… Non se ne può più! I tifosi a.ci.di. lo sfottono a più non possono e gli gridano dietro tutti gli sfottò di lamento possibili. 
Oltretutto, il portiere avversario è un maestro (diplomato) nel perdere tempo. Il referee fa finta di non veder niente. Ora è il vento, ora la palla non è nella giusta posizione,  ora è un centrocampista torgianese che calcia; insomma, ad ogni rimessa in gioco si perdono circa trenta secondi…
Torniamo alla partita: come spesso ci succede, non ci diamo per vinti e ritroviamo la giusta lucidità per far girare palla, combattendo, dettando i tempi dell’incontro a centrocampo con ottimi spunti per i nostri attaccanti. Dopo circa dieci minuti, su un’azione da manuale calcistico, pareggia il grande Little Ball che insacca un pallone invitante proveniente da destra. Nel bel mezzo del fragore della tenzone, l’arbitro inizia a vaneggiare fischiando a senso unico (per loro); infatti, sul finire del primo tempo, su una punizione invertita (era fallo per noi, concesso ai torgianesi) i nostri avversari tornano in vantaggio: il loro tiro, a dir la verità non irresistibile, forse a causa del forte vento, si adagia all’incrocio dei pali nonostante il tuffo del buon Ludo. 1 a 2!
Si va negli spogliatoi per il meritato risposo. Nel secondo tempo entriamo motivati a cambiare il risultato, spingendo incessantemente sulle fasce. Purtroppo, perdiamo Matteo Fringuello per una doppia ammonizione. I dieci opliti riacciuffano il meritato pareggio grazie alla maestria di Luigi Sciulli, attaccante dai piedi d’oro, il quale, con una splendida punizione da destra, e da fuori area, aggira la barriera avversaria. 2 a 2. Gioia infinita sugli spalti!
A questo punto, si cerca la concentrazione, il fiato e la forza nelle gambe per poter agguantare. E qui, ahimé, mister Moureno mescola le carte con sostituzioni improbabili; la squadra oltre che ritrovarsi in inferiorità, risulta sbilanciata. Le mosse che dovevano essere correttive, risultano, a mio parere, controproducenti; i nostri, troppo esposti a centrocampo, si dividono in due tronconi. In più, l’arbitraggio continua ad essere palesemente di parte; e infatti, a dieci minuti dalla fine, sulla solita palla vacante, dopo non so più quanti rinvii, campanili, candelabri, frisature e svirgolate, arriva il vantaggio torgianese.
Con due tiri e mezzo gli avversari di quest’oggi si portano a casa i tre (preziosi) punti. 
Restano pochi minuti e, a questo punto, quando dovremmo –in teoria- rimontare, entra un difensore di ruolo: il buon Serranti Nicolò! La mossa della panchina mi è parsa del tutto sbagliata, proprio nel momento dell’assalto finale.

Considerazioni finali (senza pagelle): inizio dall’episodio tragico accaduto in Olanda, con la morte violenta di un assistente arbitrale. Ci dovrebbe far riflettere.  
‘l Bello, tuttavia, quest’oggi non fa lo sbandieratore; è stato relegato al nobile ruolo di raccattapalle! Meglio così, eravamo tutti inferociti con l’arbitro, e un’altra squalifica (e un’altra multa) proprio non ci voleva! 
Seconda considerazione: pareggiare con la prima in classifica, in dieci, e a pochi minuti dalla fine, mi sembra un miracolo che l’Immacolata Concezione, forse sollecitata da la mi moje, ci ha concesso; annà a stuzzicà ‘l fomicaio con un’improbabile vittoria, col coltello fra i denti, e all’ultimo sangue, si è rivelata una scelta assai pericolosa. Sarebbe stato meglio, a mio avviso, dimostrare un po’ di umiltà –che nel calcio, come nella vita non fa male- e agguantare il risultato, magari rafforzando il centrocampo.

Terza considerazione: se proprio si voleva tentare l’arrembaggio, sarebbe stato meglio farlo inserendo un attaccante e non un difensore, no?

Comunque, grandissimi i nostri ragazzi e ora… annamo a cena ma la Sala Aurora!





mercoledì 5 dicembre 2012

Di feste, fasti e ricordi...




Sabato 1 dicembre, la Chiesa Cattolica festeggia Sant’Ansano Martire (winter!), patrono che noi della Meana abbiamo l’onore di condividere con i fratelli toscani di Piazza del Campo; proprio quando a Siena, con una solenne processione, si dà avvio ufficialmente all’anno contradaiolo, nella nostra Santa Maria, gremita all’inverosimile, si celebra la storica funzione officiata da Monsignor Benedetto Tuzia e accompagnata dalle emozionanti performance del coro polifonico made in Allerona, “Canto Libero”. Una giornata all’insegna della preghiera, densa di storie paesane e di ricordi; tradizionalmente, infatti, i festeggiamenti in onore di SantoSano rivestono un ruolo sociale di primaria importanza per la nostra piccola comunità che, soprattutto in quelle occasioni, si ritrova dando dimostrazione di essere un tessuto sociale coeso. Ancora oggi, l’aria pungente del primo giorno di dicembre ha un non so che di frizzante che mi apre il petto, facendomi vivere la sensazione della “festa”.

Orbene, proprio in questi giorni, lucchesine odor di naftalina e sciarpe rossoblù alla mano, assistiamo ad un brusco cambiamento climatico. A tal proposito, ricordo il proverbio di una volta che recitava: “Sant’AnZano: uno sotto e uno ma le mano”, inteso come scaldino, ovviamente! Il freddo è alle porte ma noi sappiamo come rimediare.

A proposito di iniziative per riscaldarci, vi ricordo che sono ancora aperte le iscrizioni per la cena organizzata (sabato 8 dicembre) in collaborazione da due baluardi paesani (ProLoco & A.C.D); il menù è ricco e bello tosto, le mani sopraffine delle nostre cuoche sono una garanzia, e ‘l vino ‘mbottigliato, è il giusto (nun avanzarà); ah, se c’avete la compagna e le scarpe bone, ce scapperà anche qualche giro de’ Mazurca! Io ho già prenotato il posto vicino a B&B, intesi come ‘l Bello (che balla bene) e Mister Baldini.

Orbene, torniamo a noi. I meno giovani (diciamo così) ricorderanno quanto questi giorni di festa, scuole chiuse, previa recriminata presenza nella raccolta dell’olive (per l’azione della “capatura”), fossero occasioni per ritrovarsi a correre dietro ad una sfera (dopo la dottrina, ovvio!) La nostra fu una delle ultime generazioni che crebbe allo stato brado, per campi; eravamo un nutrito gruppetto di alunni, dagli scarsi profitti scolastici, che tuttavia si difendevano bene in altri campi. Quelli da pallone, ad esempio. E Piazza del Comune (Attilio Lupi, of course) ci pareva l’Olimpico.

Erano giorni di deliri d’onnipotenza, calci nel culo, lividi e ginocchia scorticate perché le nostre partitelle erano tutt’altro che “amichevoli”. Quando arrivò poi l’epoca del Super Tele, un mito sferico bianco a pentagoni neri, dal prezzo irrisorio, ci sembrò davvero di avere il mondo in tasca (e tra i piedi). Per qualche anno, fu il trionfo dell’anarchia e dell’arte di arrangiarsi; intuire la traiettoria di quel pallone, scaraventato in avanti, era praticamente impossibile: disegnava parabole imprevedibili, il livello di palleggio (artistico) era azzerato; cosicché, fino al momento in cui rientrava la valvola che ne causava irrimediabilmente l’implosione, anch’io fui convinto di esser diventato ambidestro ed avere la falcata di Antognoni.

Nell’attesa che si raggiungesse il numero legale, ci allenavamo, a turno, nella pratica dei tiri in porta; raggiunto il quorum, poi, componevamo due squadre squilibratissime, scelte dai bardassi più validi, che sotto l’etichetta di “Mio”, si accaparravano dai più prestanti fino alle schiappe (anni dopo ebbi le risposte che cercavo quando, con sguardo smarrito, rimanevo lì, ad aspettare, ore e sopr’ore, tra gli ultimi!). La partita, in realtà, cominciava prima del fischio d’inizio con la (pre)tattica in puro stile contadino; vale a dire: “Ve famo ‘l culo”. Quel pallone sovvertì le leggi della natura e quelle del branco; chiunque si sentisse in diritto di dover dire la sua, lo faceva con estrema facilità; in fondo una pallonata, mal muso, del Super Tele, non avrebbe fatto male! 

Si davano e si prendevano calci di quelli pazzeschi, attacchi frontali dolorosissimi che ricordavano i rituali cavallereschi dei maschi dei cervi reali, quanno se danno le capocciate! Il più delle volte, non esistendo l’arbitro, la soluzione dei casi controversi, circa le punizioni o i rigori, rubava il tempo dell’intera partita, finché il proprietario del pallone minacciava di andarsene o quelli più grossi (di stazza) citavano un fantomatico cugino de’ Roma che conosceva il regolamento a menadito e allora tutti zitti. Al calar del sole, amici come prima, si scioglieva la seduta, non prima di aver bevuto a tonfo dalla fontanella. Ricordo il grado di trasparenza e l’odore mischiato al sudore della fronte; voglio credere che ancora oggi, quell’acqua mantenga lo stesso sapore… a noi sapeva di Paradiso.

Orbene, scusandomi per la digressione nostalgica, passo a parlare dell’odierno pomeriggio calcistico. Si gioca, contro il Via Larga Marsciano, nell’anti-stadio della città, un campo in terra battuta in cui ci aspetta una nutrita schiera di tifosi locali. Piacere!

Anche in terra lontana, diamo prova delle nostre sublimi qualità di gioco, combattendo una partita, a testa alta, per tutto il corso dei lunghissimi 94 minuti e riacciuffando il vantaggio per ben tre volte. Gli avversari, compagine coriacea e tosta, partono a razzo, sfoderando la qualità di cui dispongono, soprattutto a centrocampo; soffriamo un po’ il loro ritmo iniziale ma grazie ad un reparto difensivo consistente e alle cosce toniche dei nostri centrocampisti, riusciamo ad arginare la foga Marscianese e le incursioni del prestante numero 9, attaccante dalla discreta tecnica.

Al 14’ circa, è made in Brigante della Meana la perla che sblocca il risultato: calcio di punizione fuori area che aggira la barriera e va a piazzarsi accanto al palo. Mentre esplodo in un grido liberatorio e un rigurgito di Novello fa capolino, scorgo gli occhi bassi, quasi increduli, dei familiari avversari. 1 a 0. E’ tutto vero!

Daje, picchia e mena (mena soprattutto), i Via Larghesi(?) si incattiviscono, polemizzando a dismisura e buttandola sul piano fisico fino a quando, assistiti da Eupalla e aiutati dalla “coggiutagine”, intercettano la sfera respinta da Mohammed Alì-Cortellini, e agguantano il pareggio. Sull’1 a 1 si va negli spogliatoi e io ne approfitto per rifocillarmi con un pezzo di squisita torta al testo.

La ripresa, caratterizzata dall’entrata del Principe de Ripone, parte in discesa per i nostri: i benamati fratelli in mutande acidi spingono sull’acceleratore e dimostrano di aver studiato a menadito il manuale del calcio: fanno girare la palla, presentandosi, ogni tre per due, vis-à-vis con il numero 1 marscianese; ed è ancora Gigi nostro, grazie ad un incrocio sul secondo palo di Papallino, a bussare alla sua porta. 2 a 1: torniamo in vantaggio! Galvanizzato, scambio qualche timida battuta con gli spettatori non paganti accanto a me: “Ve famo ‘l culo!

Aulica locuzione latina con la quale mi risponderanno, gli stessi, qualche minuto più tardi, quando, con una punizione fuori area  calciata magistralmente, i nostri avversari riacciuffano il pareggio. E’ finita: l’arbitro segnala four minutes; rimangono gli scampoli del recupero e siamo stanchi.

Ma non abbastanza. Con la forza della disperazione nelle gambe, impostiamo l’ultima azione; Comodino porta palla sulla fascia. Mentre trattengo il respiro e chiudo gli occhi, in un’attesa interminabile, attorno a me cala il silenzio.

Con un tiro di tutta potenza e precisione, tocco di classe raro da vedere su questi campi, da più di qualche metro lontano dall’area, il Capitano ha tratto in salvo la sua nave. Mentre i compagni lo travolgono, lo vedo alzare gli occhi al cielo.

Il sole sta calando, le botte e i lividi non fanno male, e l’aria oggi ha, ancora una volta, il sapore del Paradiso.

Ed ecco a voi le pagelle:

CORTELLINI ALESSIO: Nessuna colpa sui due gol subiti; si difende con caparbia e il match finale lo vince ai punti. Fuori i secondi! VOTO: 6 ½

FRINGUELLO SIMONE: Sempre attento e nel cuore della gara. Puntuale negli inserimenti, anche se spesso ignorato. Regà datime retta! VOTO: 7

URBANI FABIO: Ci piace di più nella ripresa, non a caso il pallone della vittoria arriva dai suoi piedini (di fata). VOTO: 6 ½

FRINGUELLO MATTEO: Titolare dopo tanto tempo, si distingue sia per qualche giocata che per qualche pausa di troppo. Vola, vola…VOTO: 7 (di stima)

BAMBINI PIETRO: Duttile, prima in difesa, poi a centrocampo. Finchè il fiato lo assiste, ci regala una partita magistrale. Bentornato Sega (a nastro!) VOTO: 7

FEMMINELLI FABIO: Una garanzia. Nei secoli costante. Carabiniere . VOTO: 7

PICCHIO FLAVIO: Volenteroso ma acciaccato (ha più di un malanno). Grazie per l’onesta partita. Galantuomo. VOTO: 6 ½

TARDIOLO VALENTINO: Partita di sostanza, con tanti chilometri percorsi, e di qualità. Ciliegina sulla torta: il gol della vittoria.   Varge e basta la parola. VOTO: 7 ½

PALOMBINI DAMIANO: Ultima invenzione del nostro Mister. Ha il ruolo del fiaccatore: prima li sfinisce, poi esce quando gli avversari sono in coma. Flipper. VOTO: 6 ½

SCIULLI LUIGI: Ci abitua bene, e anche oggi non tradisce. Punizione spettacolare. Che bottino! VOTO: 7

SCIULLI ALESSANDRO: Luci ed ombre. Prima o poi vedremo il suo  repertorio al completo (ne siamo convinti). Buon sangue non mente. VOTO: 6 ½

COCHI MASSIMO: La nostra bandiera porta tranquillità e sicurezza a tutti. Che dire… una garanzia! Saracinesca. VOTO: 6 ½

PASQUALETTI ROBERTO: Piccolo e acerbo ma di sicuro avvenire. Giocando più spesso ce ne darà la conferma. Delle serie: piccoli uomini crescono. VOTO: 6 ½

URBANI DIEGO: Le bisbocce non ci negano il bel Diego delle ultime gare. Sfiora anche il gol di testa dopo aver aiutato la squadra. Crapa pelata, sì, ma giusta. VOTO: 6 ½

BALDINI FRANCESCO: Arriva vicino al gol un paio di volte. Non trafigge, ma di sicuro ha messo via le realizzazioni per sabato prossimo. Principe de Ripone (e de la Buca). VOTO: 6 ½

BALDINI MOURENO: Altri tre punti in tasca, assai sofferti; forse  con qualche accorgimento potevamo patire meno. Comunque, complimenti! VOTO: 6+